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Redazione Fondazione Veronesi
pubblicato il 10-03-2015

Un trapianto di flora intestinale contro un'infezione batterica incurabile



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Trova conferme l'efficacia della procedura nei pazienti colpiti dalla diarrea batterica causata da clostridium difficile

Un trapianto di flora intestinale contro un'infezione batterica incurabile

Un trapianto di flora batterica intestinale attraverso le feci per guarire da un’infezione da clostridium difficile, un batterio presente nell’intestino e in grado di diventare patogeno, e mortale, in seguito a un elevato consumo di antibiotici, verso cui sviluppa resistenza. La procedura non è del tutto nuova: poco più di 500 gli interventi già effettuati. Oggi, però, giunge una conferma importante da Roma. Al policlinico Gemelli, l’unico in Italia a eseguire la procedura (qualche aso è stato trattato in via sperimentale anche all'ospedale Sacco di Milano), si è concluso il primo trial clinico randomizzato in cui è stata valutata l’efficacia della colonscopia per l’infusione del “nuovo” microbiota.


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UN'INFEZIONE CHE CAUSA GRAVI COMPLICANZE

L’infezione è la causa più importante di diarrea acquisita durante le degenze ospedaliere ed è generalmente una conseguenza delle terapie antibiotiche. Gli individui anziani sono particolarmente esposti a questa patologia, che causa infiammazione e diarrea. Fino al 35% dei pazienti ha una ricaduta dopo il trattamento antibiotico di una prima infezione e le recidive ad oggi non riescono ad essere trattate con farmaci. La salute dei degenti peggiora e trattandosi di persone anziane, con patologie concomitanti spesso importanti, è più alto il rischio di subire complicanze gravi che in qualche caso possono essere causa di morte.

 

IL TRAPIANTO FECALE

L’equipe di Antonio Gasbarrini, direttore dell’unità operativa di gastroenterologia del Gemelli, ha trattato un gruppo di venti pazienti colpiti dall’infezione in quattro modi differenti: con il solo trapianto di microbiota fecale o con la procedura preceduta da un trattamento antibiotico con vancomicina, più (tre settimane, con dosi crescenti) o meno lungo (tre giorni). L’obiettivo era rilevare la risoluzione della diarrea provocata dal clostridium difficile. Leggendo i risultati della ricerca, pubblicata su Alimentary Pharmacology and Therapeutics, emerge come sia guarito il 90% dei pazienti cui è stata trapiantata, usando la colonscopia, la flora intestinale di donatori sani contro il 26% dei pazienti trattati unicamente con antibiotico.

 

VANTAGGI DALLA COLONSCOPIA

La ricerca ha svelato anche il vantaggio di ricorrere alla colonscopia e non all’inoculo attraverso il sondino. La procedura della colonscopia ha una maggiore efficacia sul piano terapeutico perché permette di posizionare la microflora donata direttamente nella sede dell’infezione, ed è maggiormente accettata dai pazienti rispetto al sondino. In più è sufficientemente sicura.  «Questo studio  contribuirà a diffondere la metodica del trapianto di microbiota in altri centri», ha affermato Gasbarrini. La via di somministrazione può dipendere dalle disponibilità e dalle competenze delle strutture sanitarie locali e può prevedere l’uso di sondini naso-gastro-digiunali, clisteri o colonscopia. 

 


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