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Ginecologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 11-07-2017

La gonorrea risponde sempre meno agli antibiotici



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Dall’Organizzazione Mondiale della Sanità allarme sulla malattia sessualmente trasmessa. C’è il rischio che la gonorrea diventi incurabile, anche perché all’orizzonte non si intravedono nuovi antibiotici

La gonorrea risponde sempre meno agli antibiotici

A suonare l’allarme è stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità: «La gonorrea è sempre più difficile da curare con gli antibiotici». Su una delle malattie sessualmente trasmesse più frequenti, s’accende la spia della resistenza ai farmaci. C’è dunque il rischio di non poter più curare un’infezione che non è letale, ma che può comportare conseguenze non trascurabili: dall’infertilità ai rischi per il feto, se contratta in gravidanza. La conferma è giunta dall’analisi dei dati raccolti in 77 Paesi, che hanno descritto uno scenario comune ormai a diversi patogeni.

RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI IN AUMENTO

I batteri sono sempre più in grado di eludere i meccanismi di azione degli antibiotici. Tra questi c’è anche Neisseria Gonorrhoeae, microrganismo con cui ogni anno si ritrovano ad avere a che fare 78 milioni di persone nel mondo (un centinaio i casi di infezione che si registrano annualmente in Italia). Di conseguenza, diventa più complesso rispetto al recente passato eradicare delle infezioni che negli ultimi quarant’anni non avevano creato particolari grattacapi, se scovate in tempo utile. Uno scenario che riguarda sia i Paesi ad alto reddito sia quelli più poveri, dove il fenomeno è più accentuato in ragione delle scarse politiche di prevenzione.

Uso e abuso di antibiotici: ecco da dove nasce il problema della resistenza

ANTIBIOTICI IN COMBINAZIONE

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha monitorato l’andamento dei casi di gonorrea rivelatisi resistenti agli antibiotici, tra il 2009 e il 2014. L’analisi dei dati raccolti nel quinquennio ha confermato una quasi totale capacità da parte del batterio di eludere l’azione della ciprofloxacina, l’antibiotico più di frequente utilizzato in prima battuta contro il patogeno. Ma a preoccupare maggiormente, in realtà, è stato l’aumento della resistenza rilevata all’azitromicina e soprattutto il graduale manifestarsi di episodi di resistenza agli antibiotici di più recente impiego: come le cefalosporine ad ampio spettro, che finora avevano rappresentato l’unica arma efficace nei confronti delle infezioni resistenti agli altri antibiotici. La capacità del batterio di eludere l’azione del cefixime e del ceftriaxone - i due principi attivi più spesso utilizzati - è stata segnalata in oltre cinquanta Paesi. Da qui l’indicazione rivolta ai medici, chiamati d’ora in avanti a prescrivere due antibiotici ai pazienti che hanno visto naufragare i precedenti tentativi di eradicazione del batterio: il ceftriaxone in combinazione con l’azitromicina. Confermata l’indicazione al trattamento anche per il partner, dal momento che non è possibile stimare il periodo di incubazione del batterio precedente la manifestazione dei sintomi.

 

COME SI DIFFONDE LA GONORREA

L’aumento del fenomeno della resistenza agli antibiotici coincide con la crescente diffusione del patogeno. Diverse le ragioni che condizionano il fenomeno: dal mancato utilizzo del preservativo all’aumento dei viaggi, dalla difficoltà di compiere diagnosi precoci all’assenza di nuovi farmaci efficaci.  Al momento sono soltanto tre i principi attivi in corso di sperimentazione candidati ad ampliare il ventaglio di opportunità terapeutiche per sconfiggere la gonorrea. L’auspicio è che almeno uno di questi, una volta completato l’iter sperimentale, possa entrare a far parte della pratica clinica. Diversamente sarebbe concreta la possibilità di rimanere spuntati per diversi anni ancora, dal momento che la produzione di antibiotici non solletica più di tanto gli interessi delle multinazionali farmaceutiche.

Anche il papillomavirus si trasmette per via orale

INDICAZIONI PER IL SESSO ORALE

La diffusione dei dati, avvenuta attraverso le colonne della rivista scientifica Plos Medicine, ha acceso i riflettori anche sulla pratica del sesso orale. L’infezione può infatti colpire i genitali, il retto e la gola. Ma è su quest’ultimo caso che si è concentrata l’attenzione degli esperti. In presenza di un’(altra) infezione, infatti, l’utilizzo di un antibiotico diverso da quelli prescritti per combattere la gonorrea può contribuire ad aumentare la resistenza ai farmaci da parte di Neisseria Gonorrhoeae. Da qui l’invito a usare le dovute precauzioni anche nella pratica del sesso orale. Gli esperti hanno riferito come fenomeni di «super-resistenza» si siano registrati negli Stati Uniti soprattutto tra uomini omosessuali e causati da infezioni faringee.

 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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