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L'esperto risponde
Fabio Di Todaro
pubblicato il 17-03-2020

Coronavirus: consigli per gestire lo stress durante la quarantena



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Lunghi periodi di quarantena possono determinare un aumento dei casi di ansia, paura (del contagio) e disturbo post-traumatico da stress. I consigli per venirne fuori senza conseguenze

Coronavirus: consigli per gestire lo stress durante la quarantena

Già da ieri, più di qualche esperto ha gettato la maschera: «Le misure restrittive? Alcune potrebbero essere prolungate oltre il 3 aprile». Un’apertura che evidenzia quanto sempre più concreta sia l’ipotesi che, se l’epidemia provocata dal Coronavirus non dovesse ridimensionarsi, la quarantena venga prorogata. La misura di sanità pubblica è necessaria, ma pone anche un altro interrogativo: quali potrebbero essere le conseguenze sul piano psicologico? «Per prevederle, possiamo basarci su alcune analoghe esperienze: anche piuttosto recenti - afferma Andrea Fiorillo, ordinario di psichiatria all’Università della Campania Luigi Vanvitelli -. Nel breve potrebbe rilevarsi un aumento dei disturbi depressivi, dell'ansia e del disturbo post-traumatico da stress. Più difficile è invece anticipare gli effetti a lungo termine, che dipenderanno anche dalle condizioni di partenza dei singoli italiani».

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QUARANTENA E ISOLAMENTO

Frustrazione, noia, isolamento. Ma anche paura, rabbia, insonnia e difficoltà di concentrazione. Alzi la mano il cittadino italiano che negli ultimi dieci giorni non abbia provato una di queste sensazioni, sottoposto alla quarantena. Quella in atto è una misura di sanità pubblica che viene utilizzata per limitare la diffusione del contagio di un’infezione nella popolazione generale. Si tratta di una misura preventiva e contenitiva della diffusione del patogeno (in questo caso Sars-Cov-2) che include la separazione fisica dagli altri e la restrizione dei movimenti di persone che potrebbero essere state esposte alla malattia contagiosa. In questo modo - sulla base di numerose esperienze del passato: partendo dalla peste che colpì Venezia nel 1127 - si punta a ridurre il rischio di infettare altre persone. Al momento, la maggior parte della popolazione italiana è in quarantena. Una misura diversa dall'isolamento, che invece riguarda la separazione di una persona già contagiata dalle altre sane. così che stanno vivendo gli italiani positivi al Coronavirus, ma in buone condizioni di salute.


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La quarantena può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere psicologico dei cittadini. A certificarlo è una review pubblicata sulla rivista The Lancet da un gruppo di ricercatori del King's College di Londra. L'analisi di 24 studi - condotti durante precedenti epidemie: come quelle della Sars, dell'H1N1, della Mers e di Ebola - li ha portati a misurare quelle che sono le conseguenze più di frequente rilevabili tra le persone sottoposte a una simile misura restrittiva. Pur non differenziando i singoli in base allo stato di salute di partenza, i ricercatori hanno osservato che disturbi quali l'ansia, la depressione, l'irritabilità e il disturbo post-traumatico da stress possono durare anche per mesi, dopo la fine della quarantena. Conseguenze che possono riguardare pure, se non soprattutto, gli operatori sanitari, chiamati a compiere gli straordinari. Secondo Fiorillo, gli effetti della quarantena possono ingenerarsi «dalla perdita della routine, dalla percezione della paura delle conseguenze dell’epidemia, dalla riduzione dei contatti sociali e fisici, dal senso di coercizione all’interno di spazi limitati, dall'insicurezza e dalla percezione di un futuro a tinte fosche». Senza dimenticare alcuni cambiamenti forzati, come quelli che stanno vivendo i parenti delle vittime di Covid-19: impossibilitati a dare l'ultimo saluto ai propri congiunti.

QUARANTENA, UNA SITUAZIONE UNICA

La situazione è nuova per quasi tutti gli italiani. C'è chi ha vissuto la Seconda Guerra Mondiale, ma profonde sono le differenze rispetto a quella esperienza. «Vero è che non capita spesso di dover stare chiusi in casa per così tanto tempo, ma durante un conflitto la paura è ancora più forte - prosegue l'esperto -. Di conseguenza, la ripresa può presentare maggiori difficoltà». Difficile anche fare confronti con le catastrofi ambientali, come i terremoti. «Si tratta dì eventi tragici, ma territoriali, che offrono una via di fuga: quella che oggi manca e che fa sentire le persone in gabbia. Stiamo vivendo una condizione di stress cronico durante la quale occorre tollerare le restrizioni». Impossibile fissare un limite di «resistenza» in questa condizione, anche se per natura l'uomo è abituato ad adattarsi alle diverse situazioni: anche a quelle più critiche. Secondo gli scienziati britannici è importante però che, soprattutto se l'ipotesi di una proroga dovesse diventare concreta, «la comunicazione nei confronti dei cittadini sia chiara, che si rimarchi la disponibilità dei beni di prima necessità e si punti a far capire la responsabilità che ogni persona ha nel determinare la salute propria e delle altre persone».


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Come pensare di poter arrivare al 3 aprile, se non oltre, gestendo gli impegni di lavoro, la famiglia e la paura per quanto sta accadendo? «Occorre acquisire informazioni chiare e univoche - precisa Fiorillo -. Meglio non sovraccaricarsi, soprattutto perché tra le notizie attendibili si insinuano molte fake news». Un aiuto può arrivare anche dai mezzi di comunicazione. Via libera a smartphone, tablet e pc per fare videochiamate con parenti e amici: aiutano a ridurre il senso di isolamento e le preoccupazioni per amici e parenti lontani. Secondo Fiorillo anche «le linee telefoniche dedicate, curate da operatori sanitari o da personale esperto, aiutano a ridurre l’ansia associata alla quarantena». Da rimarcare è inoltre l'importanza della quarantena in chiave altruistica: «Sapere che dal proprio comportamento potranno derivare dei benefici per la collettività, e soprattutto per le fasce più deboli, permette di percepire la situazione attuale come meno stressante». E poi, «continuare a mantenere quanto più è possibile una routine regolare»: in cui devono trovare posto le necessarie ore per il sonno, l’alimentazione, l'attività fisica (yoga, tapis roulant, esercizi fisici in casa), oltre che per il contatto con familiari e amici. Importante è infine che i vari membri della famiglia riescano a rispettare i propri tempi e gli spazi, definendo regole chiare per i più giovani. «Tutte le indicazioni sono più valide ed efficaci quanto più è breve il periodo di quarantena - rimarca Fiorillo -. Motivo per cui conviene seguire le direttive per far sì che questo periodo non si protragga troppo». 


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Per quanto riguarda l’effetto della quarantena sui nostri stili di vita a lungo termine, è probabile che le abitudini che oggi adottiamo (il distanziamento sociale, il frequente lavaggio delle mani, l'uso della mascherina nei luoghi affollati, la rinuncia ad abbracci e strette di mano) possano permanere anche quando le fasi acuta e sub-acuta dell’infezione saranno terminate. Fiorillo, che presiede la Società Italiana di Psichiatria Sociale, guarda già all'autunno e all'arrivo della nuova stagione influenzale: «Adottare gli stessi accorgimenti, che per troppo tempo avevamo trascurato, potrebbe aiutarci a gestire i casi di influenza». Vale sempre però l'invito alla moderazione. Altrimenti, «le persone più vulnerabili corrono il rischio di assumere comportamenti sproporzionati, con un eccesso di condotte fobiche».  

 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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