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Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 27-11-2018

Anche la genetica per capire il nesso fra obesità e depressione



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Uno studio sui geni mostra che il sovrappeso può causare non solo diabete o malattie cardiovascolari, ma anche depressione

Anche la genetica per capire il nesso fra obesità e depressione

L’obesità può indurre depressione, anche in assenza di altre malattie e indipendentemente da disturbi metabolici. Lo afferma con la maggiore evidenza finora disponibile una nuova ricerca condotta dall’Università dell’Australia del Sud e dall’Università di Exeter in Gran Bretagna. Come pubblicato sull’International Journal of Epidemiology, gli autori dell'indagine hanno attinto dalla Biobank britannica i dati di 48.000 persone malate di depressione, comparandoli con un più ampio gruppo di controllo di persone nate tra il 1938 e il 1971, le quali hanno dato la disponibilità dei propri dati medici e genetici. Anche qui si è distinto chi soffriva di disturbi dell’umore o chi no. 

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«Abbiamo scelto un approccio genomico per la ricerca», ha spiegato la professoressa australiana Elina Hypponen. «Abbiamo escluso la componente psicologica dell’obesità dall’impatto dei problemi medici correlati con l’obesità, e si è visto che essere sovrappeso genera depressione sia con sia senza altri disturbi correlati. Questo, soprattutto nelle donne». Al lato estremo, come un episodio collaterale, i ricercatori riferiscono che, al gradino più basso dello spettro dell’indice Bmi (body mass index, o indice di massa corporea), gli uomini molto magri sono facili alla depressione, diversamente da maschi di peso normale o donne molto magre. L’obesità che cresce sempre più nel mondo e in più la depressione rappresentano un costo planetario esplosivo, ricordano gli studiosi australiani, e sottolineano di aver mostrato che non ci sono solo i tumori e disturbi cardiovascolari come “effetti collaterali” dei chili in più, ma pure il disturbo dell’umore. Conoscere più a fondo questa relazione è importante, ricordano gli autori, anche per interventi più efficaci a sostegno di chi vuole perdere peso.  

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AUMENTO DI PESO E UMORE

Ci rivolgiamo al professor Andrea Fagiolini, ordinario di Psichiatria all’Università di Siena, osservando che di solito si parla di antidepressivi che possono procurare un aumento di peso o, anche, obesità. Ora invece la notizia è opposta: l’obesità può spingere alla depressione. Forse per il dispiacere di vedersi fuori forma? O il motivo è intrinseco all’obesità in sé? «L’obesità è spesso associata a condizioni che predispongono alla depressione, come ridotta autostima, stigma, maggiori difficoltà a trovare un partner e, a volte, anche discriminazioni a scuola, al lavoro e in altri contesti sociali», risponde il professor Fagiolini. «L’obesità può essere inoltre associata a apnee del sonno, dolori fisici e scarsa tendenza a muoversi che, di nuovo, sono tutte condizioni che predispongono alla depressione o, in pazienti già depressi, ostacolano il miglioramento». I ricercatori australiani dicono di avere scelto un approccio genomico per la loro ricerca. Come? Che cosa vuol dire in parole semplici? «I ricercatori hanno esaminato i geni associati all’obesità, ma non associati a malattie metaboliche e scoperto che, nei pazienti obesi e depressi, quei geni erano altrettanto frequenti di quanto fossero frequenti i geni che determinano sia obesità sia malattie metaboliche come il diabete. Hanno pertanto dimostrato che l’aumento di peso, anche quando non associato a altre malattie, è associato a un aumentato rischio di sviluppare depressione». 

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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