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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 30-05-2023

Il nostro ricordo di Harald zur Hausen



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E' mancato all'età di 87 anni Harald zur Hausen, premio Nobel per la medicina nel 2008. A lui il merito di aver scoperto nell'HPV l'agente in grado di causare i tumori della cervice uterina

Il nostro ricordo di Harald zur Hausen

Domenica 28 maggio è venuto a mancare Harald zur Hausen, premio Nobel per la medicina nel 2008. A lui il grande merito di aver scoperto l'HPV -il papillomavirus umano- quale agente eziologico del cancro della cervice uterina. Una ricerca storica che ha consentito in questi anni di sviluppare dei vaccini in grado di prevenire molti dei tumori correlati alle infezioni da HPV. La Fondazione Umberto Veronesi ebbe la fortuna nel 2011 di ospitare il professor zur Hausen in occasione del Congresso Mondiale Science for Peace (nella foto, zur Hausen durante il suo discorso).

QUEL LEGAME TRA VIRUS E TUMORI

Nato nel 1938 in Germania, zur Hausen completa gli studi in medicina a Düsseldorf. L'interesse per i virus e i possibili legami con le malattie tumorali nasce al Childern's Hospital di Philadelphia durante un periodo di studi presso il laboratorio di Werner Henle, scienziato che all'epoca studiava la relazione tra il virus dell'Epstein-Barr è l'aumentato rischio di linfoma di Burkitt. Rientrato in Germania nel 1968, zur Hausen pose le basi per la scoperta, avvenuta nel 1983, del legame tra infezioni da papillomavirus (HPV-16 e HPV-18) e sviluppo del tumore della cervice uterina. In seguito fu ben chiaro che la presenza del virus in altri distretti corporei, come il distretto testa-collo, era associata allo sviluppo di altre neoplasie. Un risultato straordinario, quello del legame diretto tra infezione e aumentato rischio cancro, riconosciuto 25 anni dopo con il premio Nobel. 

LE RIPERCUSSIONI DELLA SCOPERTA

Ma descrivere zur Hausen solo come lo scopritore del legame tra virus e tumore sarebbe riduttivo. Grazie ai suoi studi il Nobel tedesco diede un impulso decisivo allo sviluppo dei vaccini per l'HPV. Commercializzati a partire dal 2007, i risultati in termini di neoplasie evitate comincia già a farsi consistente: secondo uno studio pubblicato da The Lancet Public Health Journal l'Australia -la prima nazione ad aver introdotto la vaccinazione ad un'ampia fetta di popolazione- sarà il primo Paese che potrà dire addio al cancro della cervice uterina. Condizione necessaria affinché ciò avvenga è il mantenimento della copertura vaccinale e l'adesione alle campagne di screening. Alle condizioni attuali lo studio prevede entro il 2035 la possibile "scomparsa" di questa forma di tumore: saranno solo 4 casi ogni 100 mila persone. Il numero giusto per considerare il cancro della cervice uterina un tumore raro. Un risultato possibile grazie all'intuizione di Harald zur Hausen.

I NOSTRI APPROFONDIMENTI

Cancro della cervice uterina: l'importanza del vaccino (la nostra intervista al Nobel)

Facciamo la guerra alle malattie (le ragioni della presenza di zur Hausen a Science for Peace 2011)

La storia delle infezioni da HPV (La scoperta che ha cambiato l'orizzonte dei tumori femminili e non solo)

Così si può cancellare il tumore della cervice uterina (i benefici del vaccino nel ridurre il rischio di malattia)

Vaccino HPV: l'Italia è ancora lontana dalla copertura ottimale (approfondimento sulla scarsa adesione alla vaccinazione nel nostro Paese)

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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