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Pediatria
Fabio Di Todaro
pubblicato il 02-04-2020

Il Coronavirus non ferma le vaccinazioni dei bambini



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I pediatri invitano i genitori a rispettare le scadenze del calendario vaccinale per i propri bambini. Uniche deroghe consentite quelle per i richiami

Il Coronavirus non ferma le vaccinazioni dei bambini

In tempi di Coronavirus, le vaccinazioni pediatriche non devono essere interrotte. Sulla base della crescente richiesta di informazioni da parte delle famiglie italiane, i pediatri fanno chiarezza. «Le scadenze vaccinali del ciclo primario, comprendente anche i vaccini combinati del secondo anno di vita, vanno rispettate nell’emergenza Covid-19». Anzi, a maggior ragione in questo periodo, come precisato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. «Qualsiasi interruzione dei servizi di profilassi vaccinale determinerebbe un accumulo di casi di malattie prevenibili, con il rischio di aprire la strada a nuove epidemie». Parole chiare, per dire che, in una fase in cui il servizio sanitario ha riunito buona parte delle sue risorse per far fronte all’emergenza in atto, le vaccinazioni pediatriche devono essere eseguite.

FARE IL VACCINO EQUIVALE
A FARE LA MALATTIA? 

PROTEGGERE I BAMBINI

I bambini, finora, sono stati i meno colpiti dalle conseguenze dell'infezione respiratoria. Ma non per questo la pandemia in atto deve rappresentare un ostacolo al rispetto del calendario vaccinale. I genitori, anche in questa fase, sono dunque invitati a rispettare le scadenze previste. «Proteggere i bambini da malattie che è possibile non contrarre grazie a un vaccino ci risparmia costi umani, sociali ed economici - afferma Paolo Biasci, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) -. Così facendo abbiamo l'opportunità di evitare la sofferenza dei più piccoli, le complicanze delle infezioni, il contagio degli adulti e le eventuali giornate di lavoro perse. In un momento di pressione sul servizio sanitario, dobbiamo proteggere i bambini, anche per tutelare tutto il mondo di relazioni sociali che intorno a loro ruota». 


I bambini vaccinati sono più sani e si ammalano di meno

 

LE TAPPE DA RISPETTARE

I termini da rispettare sono quelle del ciclo primario. Dunque, a tre mesi, la somministrazione delle prime dosi del vaccino esavalente (protegge da difterite, tetano, pertosse, epatite B, Haemophilus influenzae tipo B e poliomielite), di quello pneumococcico coniugato (protegge dalle infezioni causate dal batterio Streptococcus pneumoniae) e di quello contro il meningococco B (a distanza di 15 giorni dalle precedenti vaccinazioni). I pediatri raccomandano di eseguire anche la profilassi contro il rotavirus (contestualmente alle altre, per ridurre gli accessi ai centri vaccinali). «Si è visto che Covid-19 può dare anche sintomi gastrointestinali - spiega Giorgio Conforti, coordinatore dell'area vaccinazioni e vaccinazioni della Fimp -. Proteggendo i bambini dal rotavirus si evitano un'infezione importante e la possibilità che questa interferisca con una possibile diagnosi di Covid-19». Alla lista vanno poi aggiunte le prime dosi della vaccinazioni che si cominciano nel secondo anno di vita: vaccino trivalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella) e contro il meningococco C. Se necessario (ma non è un suggerimento), possono essere invece rimandati i richiami.

IN AUTUNNO VACCINAZIONI PER L'INFLUENZA

Al momento, in Italia, non c'è l'indicazione a vaccinare i bambini sani contro l'influenza. Ma alla luce dell’emergenza Covid-19, è possibile che nei prossimi mesi si valuti questa opportunità. «Desideriamo che la vaccinazione antinfluenzale universale venga considerata indispensabile in età pediatrica -aggiunge Biasci -. Dobbiamo immaginare la possibile ricomparsa di una nuova ondata di infezioni da Coronavirus, che sarebbero difficili da distinguere, soprattutto al di fuori degli ospedali». Ogni anno, nel nostro Paese, l'influenza colpisce fino al nove per cento della popolazione. Ma tra gli 0 e i 14 anni, mediamente 1 bambino su 4 è chiamato a farvi i conti. E in alcuni casi possono verificarsi complicanze. «L’aggravamento più comune è dato dalla sovrapposizione di un’infezione batterica a carico del sistema respiratorio, dell’apparato cardiovascolare, del sistema nervoso e dell’orecchio - conclude Biasci -. Ovvero: polmoniti, miocarditi, otiti sinusiti. Per il Covid-19 il vaccino non c’è ancora. Ma per l’influenza stagionale, sì. Programmiamo ora per essere pronti domani». 

 

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Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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