I lavaggi nasali sono pericolosi per il neonato? La risposta è chiara e non lascia spazio a libere interpretazioni: «no, non c’è assolutamente alcun pericolo nell’effettuare questa pratica». Ad affermarlo è il dottor Renato Cutrera, direttore dell’unità di bronco-pneumologia all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e Presidente Società Italiana Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI). A riaccendere i riflettori sulla presunta pericolosità del lavaggio è stato il decesso –avvenuto nei giorni scorsi in provincia di Torino successivamente a questa procedura- di una bambina di due mesi. Un legame che la scienza smentisce ampiamente e che, dai primi riscontri forniti dall’autopsia, non sembra esserci minimamente.
EVITARE L’ACCUMULO DI MUCO
Come spiega Cutrera «nei bambini molto piccoli i lavaggi nasali sono fondamentali per permettere una corretta respirazione. Ovviamente non tutti i piccoli necessitano di questa procedura. Il lavaggio è particolarmente indicato quando vi è un accumulo di muco che rende il respiro difficoltoso». Liberare il naso tappato non è importante solo per respirare meglio: le prime vie aeree dell’apparato respiratorio svolgono comunemente una azione di difesa attraverso delle ciglia. Dal naso in giù, sono infatti presenti tanti piccoli bastoncini che si muovono e battono dall’alto verso il basso per effettuare la pulizia del naso e dell’apparato respiratorio dalle secrezioni che normalmente si accumulano e che vengono prodotte naturalmente dal nostro corpo.
MENO RICOVERI
«Quando c’è una problematicità, come ad esempio un raffreddore e un virus, questa capacità di movimento delle ciglia e di pulizia è sensibilmente rallentata ma lavaggi nasali, spray, instillazioni o lavaggi con sacche nasali, effettuati con particolari soluzioni, a seconda dell’età del bambino e della problematica, possono contribuire a ripristinare il normale equilibrio idroelettrolitico, richiamando la presenza di acqua che rappresenta il motore per il buon funzionamento delle ciglia, dando anche sollievo alla respirazione del piccolo. Un dato solo a supporto: nei bambini con bronchiolite i lavaggi nasali riducono significativamente il numero di re-ospedalizzazioni dovuti all’infezione» spiega Cutrera.
NESSUNA CONTROINDICAZIONE
In particolar modo nel lattante o nel bambino sotto l’anno –ed è questo il caso della piccola deceduta - sono indicate le instillazioni, piccoli lavaggi effettuati con gocce di soluzione normosalina (composta da acqua e da una soluzione fisiologica con basse percentuali (0.9%) di cloruro di sodio utile a idratare le vie aeree. I rischi della procedura sono totalmente assenti. «Anche nell’evenienza che una parte dell’acqua utilizzata finisca in gola non c’è da preoccuparsi. Quando effettuiamo alcuni esami come la broncoscopia instilliamo della fisiologica per meglio effettuare la procedura e questa (almeno il 30%) non viene riaspirata. Eppure non accade nulla. Ecco perché non ha nessun senso parlare di decesso dovuto al lavaggio nasale. Il fatto che poco prima era stato effettuato il lavaggio non significa che questo sia la causa» conclude Cutrera.