Sono 8 i bambini nati completamente sani grazie alla tecnica della sostituzione mitocondriale (MRT, dall'inglese mitochondrial replacement therapy). Si tratta del primo dato concreto a supporto dell’efficacia della terapia un approccio sviluppato per impedire la trasmissione di malattie genetiche rare e gravi legate al DNA mitocondriale. A pubblicare i risultati, frutto di una sperimentazione avvenuta in Inghilterra ad opera dei ricercatori della Newcastle University, è stato il New England Journal of Medicine.
COSA SONO LE MALATTIE MITOCONDRIALI?
Le malattie mitocondriali sono patologie genetiche rare causate da mutazioni nel DNA contenuto nei mitocondri, strutture responsabili della produzione di energia nelle cellule. A differenza del DNA nucleare, che ereditiamo da entrambi i genitori, quello mitocondriale si trasmette solo per via materna. Quando presenta alterazioni, può compromettere il funzionamento di organi e tessuti ad alta richiesta energetica come cervello, muscoli e cuore. Alcune forme portano a gravi deficit neuromuscolari e possono manifestarsi già nei primi mesi di vita, risultando spesso fatali. In altri casi i sintomi sono meno evidenti, ma comunque progressivi e debilitanti. Ecco perché, provare a sostituire il DNA "difettoso", rappresenta una delle possibili "cure" di questa condizione.
COME FUNZIONA LA MRT?
Il principio alla base della MRT è semplice: permettere a donne portatrici di mutazioni mitocondriali di avere figli biologicamente propri senza trasmettere le alterazioni genetiche responsabili di malattie spesso letali o altamente invalidanti. Per farlo, si utilizza il DNA nucleare di madre e padre e lo si inserisce in un ovocita donato, privo di nucleo ma dotato di mitocondri sani. La tecnica impiegata nei casi descritti dallo studio -il "trasferimento pronucleare"- prevede che, dopo la fecondazione dell’ovulo materno, i due pronuclei (materno e paterno) vengano trasferiti nell’ovocita donato. Ne risulta un embrione con DNA nucleare dei genitori e DNA mitocondriale del donatore.
I RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE
Dei primi embrioni ottenuti, otto hanno portato a gravidanza e nascita di bambini sani. Si tratta di quattro maschi e quattro femmine, oggi con età comprese tra pochi mesi e due anni. È in corso un’ulteriore gravidanza. In cinque di questi bambini non è stata rilevata alcuna traccia di DNA mitocondriale patologico. Negli altri tre, invece, le analisi hanno mostrato la presenza di varianti mutanti in percentuali comprese tra il 5% e il 16% del DNA mitocondriale. Un dato superiore a quanto atteso, ma ancora ben al di sotto della soglia considerata rischiosa per lo sviluppo di malattia (stimata attorno all’80%).
UNA TECNICA NON PER TUTTI
Attenzione però a pensare che si tratti della soluzione definitiva alle malattie mitocondriali. La MRT non è indicata per tutte le donne portatrici di mutazioni. Alcune producono ovociti con livelli molto bassi di varianti patologiche, che possono essere selezionati già con la diagnosi genetica preimpianto. La sostituzione mitocondriale è invece riservata ai casi in cui tutte le copie di DNA mitocondriale risultano alterate. È questo il gruppo di pazienti incluso nello studio inglese.
DOVE SI UTILIZZA?
Ad oggi, solo Regno Unito e Australia hanno legalizzato esplicitamente l’uso della MRT, e solo per prevenire patologie mitocondriali ereditarie. Negli Stati Uniti la procedura è vietata dal 2015, mentre in altri paesi -come Messico, Grecia, Ucraina e Cipro- è stata utilizzata senza un chiaro quadro normativo, anche per trattare l’infertilità. Un uso controverso e non sostenuto da solide evidenze scientifiche.