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Perché non esiste la scienza senza l’etica

Con la rivista «The Future of Science and Ethics» la Fondazione Veronesi vuole recitare un ruolo di primo piano nel dibattito sui dilemmi morali che riguardano le grandi tematiche della medicina e della società

Perché non esiste la scienza senza l’etica

«Le magnifiche sorti e progressive». Uno dei nostri più grandi poeti, Giacomo Leopardi, lo diceva con amara ironia, criticando l’ottimismo dell’Ottocento, secolo «superbo e sciocco» che proprio nel progresso scientifico vedeva il futuro dell’umanità. Ma il Novecento, secolo «breve» e terribile che ha visto due guerre mondiali, la bomba atomica e gli sterminii di massa, ci ha guarito per sempre dalla superbia e dallo sciocco ottimismo.  Negli ultimi settant’anni c’è stata un’esaltante accelerazione delle scoperte scientifiche, ma la scienza ha trovato proprio nel metodo scientifico l’antidoto ai trionfalismi: la scienza procede per tentativi e per errori, si appoggia al dubbio sistematico, non si stanca di verifiche che possono anche far crollare i presupposti di un percorso completato con fatica. Infine, la scienza riflette su se stessa. 

È in questa linea di pensiero che, con il comitato ecientifico della Fondazione, abbiamo ideato l’iniziativa della rivista semestrale «The Future of Science and Ethics». Perché la scienza non esiste senza etica, e ha il dovere d’interrogarsi sui dilemmi morali che si presentano quando si affrontano le grandi tematiche della medicina moderna e della nostra società: il consenso informato, il diritto all’autodeterminazione, il testamento biologico, la libertà riproduttiva senza che lo Stato o la società se n’immischino dettando un profilo morale cui attenersi.

Come ha scritto John Stuart Mill, «il solo aspetto della propria condotta di cui ciascuno deve rendere conto alla società è quello riguardante gli altri. Per l’aspetto che riguarda soltanto lui, la sua indipendenza è, di diritto, assoluta. Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l’individuo  è sovrano». È il principio di autodeterminazione, colonna portante del pensiero filosofico e politico moderno, laico perché libertario e libertario perché laico. In una  visione religiosa, incentrata su «valori» che sono al di fuori della persona, non sono ammissibili la libertà individuale di decidere sulla paternità e maternità consapevoli (contraccezione), sul desiderio riproduttivo (procreazione medicalmente assistita), sulla sessualità accordata con l’identità vissuta (non discriminazione degli omosessuali),  sulle  cure di fine vita (testamento biologico), sull’eutanasia (il diritto di morire, perché vivere non è un dovere), e così via. 

Va da sé che in una società che stenta ad uscire dalle strade battute e ad adeguarsi alla trasformazione dei costumi sociali, tutte queste sono tematiche «divisive». Per promuovere  un confronto, la nuova rivista si propone di esaminare senza paraocchi ideologici e con equità gli argomenti favorevoli o contrari, sottoponendoli infine all’analisi di esperti. Ha detto la presidente del Comitato Etico, Cinzia Caporale: «Ogni volta che nasce una nuova rivista è comunque una buona notizia, un antidoto al degrado e alla sfiducia. Tanto più una rivista che unisce il rigore scientifico alla libertà di pubblicare idee coraggiose e all’onestà intellettuale di un confronto realmente aperto. Questo ci interessa, credere nella possibilità di contribuire al cambiamento e non rinunciare mai a sperimentare».

Umberto Veronesi 



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