Negli anziani dormire male può danneggiare la memoria perché interrompe il “sistema delle pulizie” del cervello. A queste conclusioni è arrivato uno studio dell’Università di Hong Kong diretto dalla professoressa Tatia M. C. Lee, cattedratica di Psicologia, e pubblicato su Molecular Psychiatry. Molti studi hanno legato il cattivo sonno con un declino cognitivo della mente. La professoressa Lee e il suo gruppo hanno focalizzato la loro attenzione sul sistema glinfatico, che svolge il ruolo vitale di liberare il cervello dai rifiuti. L’efficienza di questo sistema è determinante per la salute del cervello, in particolare nelle persone anziane.
SI ACCUMULANO PROTEINE TOSSICHE
Nello studio di Hong Kong si ricorda che le disfunzioni del sistema glinfatico portano all’accumulo di proteine tossiche e tale processo di recente è stato messo in relazione con parecchi disturbi neurologici tipo l’Alzheimer, il Parkinson e l’epilessia. La professoressa Lee ha detto: «La qualità del sonno, le attività cerebrali, il funzionamento glinfatico sono correlati. Capire come la qualità del sonno influenzi il sistema glinfatico e le reti del cervello umano offre un importante sguardo dal di dentro sui meccanismi neurofisiologici che sostengono il cambiamento della memoria correlato all'età». L’équipe di Hong Kong ha esaminato 72 anziani impiegando la risonanza magnetica e le registrazioni del sonno. I risultati indicano che la cattiva qualità del dormire contrasta con la normale funzione cerebrale disattivando la capacità di ripulire del sistema glinfatico.
IMPORTANTE È INVECCHIARE BENE
«Mantenere efficiente il sistema glinfatico appare, dunque, fondamentale per sostenere un invecchiamento in salute», commenta la professoressa Tatia M.C. Lee. I risultati della ricerca aggiungono un’importante evidenza sul fatto che la qualità del sonno interferisce con la salute cognitiva attraverso i sottostanti rapporti neurali. «Su questo tema si stanno esercitando da una decina di anni sia gli studiosi del sonno sia i geriatri — interviene il professor Liborio Parrino, direttore della struttura complessa di Neurologia e responsabile del Centro di Medicina del sonno all’Università di Parma. — Pare che durante il giorno accumuliamo delle sostanze tossiche come effetto collaterale di tutte le nostre attività, e in particolare, sembrerebbe, la proteina beta amiloide, che è un marker intrigante: negli esami con la Pet da vivi e con l’autopsia da morti si trova in abbondanza nelle persone colpite da Alzheimer».
SE SI DORME POCO SI INVECCHIA DI PIÙ
Continua il professor Parrino, che ha appena pubblicato il libro Dormire dall’accattivante sottotitolo Il fascino enigmatico del sonno (ed. Carocci): «Nel sonno, soprattutto nel sonno profondo, nel nostro cervello agiscono degli “spazzini” (appunto il sistema glinfatico) che lavorano di più rispetto a quando siamo svegli, è un po’ come se noi mettessimo l’immondizia fuori dalla porta e i camion della nettezza urbana passino a portarla via».
Racconta che già nel ’99 a Chicago esperti del settore fecero un esperimento con un gruppo di giovani sottoponendoli a deprivazione del sonno: «Li tennero svegli per ore, neanche tante, tolsero 4 ore al dormire, e la mattina li sottoposero agli esami del sangue. Ebbene, cortisolo (ormone dello stress), insulina, glicemia e altri valori erano tutti sballati, simili a quelli di una persona di 70 anni. Già allora si cominciava a dire: se dormi poco, invecchi di più. Come se il sonno rallentasse il tempo».
“NOI DORMIAMO E L’ANIMA SI DESTA”
Un’altra scoperta il professor Parrino la data a una decina di anni fa: «Si è arrivati a capire che, se dormi bene, in particolare nel sonno profondo, migliorano le tue abilità cognitive. È come se di notte il sistema glinfatico le rimettesse a nuovo. Anche questo conferma come sia importante dormire bene e per il tempo necessario: gli “spazzini” lavorano meglio. A parte questa attività, di notte il cervello si libera anche delle memorie inutili, selezionando quello che abbiamo vissuto o appreso durante la giornata». Per concludere: «Insomma aveva già visto tutto Ippocrate 24 secoli fa. Diceva: quando noi dormiamo, l’anima si desta e mette in ordine la casa.»


