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Oncologia

Dalle proteine del sangue un aiuto contro i tumori del seno luminali

Le nuove frontiere nella lotta al tumore al seno passano anche dalla genetica e dalla medicina di precisione. L’analisi di alcune proteine nel plasma sanguigno potrebbe guidare le cure dei tumori del seno Luminal A e B

Come può la genetica guidare la medicina di precisione contro i tumori? Un esempio concreto arriva da una recente pubblicazione sulla rivista Communication Biology, che ha gettato nuova luce sulla complessa relazione tra il tumore al seno e le proteine che si trovano nel plasma sanguigno. Utilizzando un approccio genetico innovativo e multidimensionale, i ricercatori hanno studiato 62 proteine plasmatiche, e fra queste 9 hanno mostrato un’associazione particolarmente robusta con il carcinoma mammario dei sottotipi Luminal A e Luminal B.

UN POSSIBILE AIUTO PER NUOVE TERAPIE

Lo studio non si è fermato alla scoperta delle associazioni genetiche, ma ha spinto l’analisi verso possibili implicazioni terapeutiche. Incrociando i dati raccolti con quelli di database farmacologici, sono emersi tre farmaci già esistenti che mostrano connessioni con le proteine emerse come rilevanti in questo studio, rappresentando così interessanti punti di partenza per studi futuri.

Un’altra grossa novità dello studio è l’ampiezza del campione. Sono stati analizzati dati genetici e proteomici su quasi 250.000 partecipanti: un balzo in avanti rispetto a studi precedenti, spesso limitati per dimensione e durata.

PERCHÉ ANALIZZARE LE PROTEINE È IMPORTANTE?

Le proteine plasmatiche comprendono sia quelle secrete attivamente, come ormoni e citochine, sia proteine rilasciate passivamente da cellule danneggiate o sottoposte a stress, che quindi riflettono lo stato fisiopatologico dei diversi organi e tessuti. Rivestono un ruolo cruciale come biomarcatori. Vale a dire che alterazioni nei loro livelli o nella loro struttura possono indicare la presenza, la progressione o la risposta terapeutica di numerose patologie, tra cui malattie cardiovascolari, neurodegenerative, infiammatorie e anche tumori.

Negli ultimi anni, l'analisi proteomica ad alta risoluzione – resa possibile grazie a tecnologie come la spettrometria di massa e i microarray proteici – ha permesso l’identificazione di firme proteiche specifiche associate a malattie complesse, migliorando l'accuratezza diagnostica e prognostica.

Dal punto di vista terapeutico, le proteine circolanti rappresentano bersagli ideali per l’intervento farmacologico. Essendo accessibili nel sangue, possono essere modulate con facilità mediante piccole molecole o farmaci biologici come gli anticorpi monoclonali, attualmente utilizzati con successo in diverse aree cliniche (ad esempio anti-HER2 per alcuni tumori della mammella). Inoltre, l’analisi longitudinale del proteoma consente di monitorare in tempo reale l’efficacia di un trattamento o l’insorgenza di effetti avversi.

CHE COSA SONO I TUMORI LUMINAL A E B?

Il carcinoma mammario è una neoplasia maligna che trae origine dalle cellule del tessuto mammario. Rappresenta il tumore più diffuso nelle donne e costituisce anche la principale causa di mortalità per cancro nel genere femminile a livello globale. Esistono quattro sottotipi di carcinoma mammario: HER2-positivo, luminale A, luminale B e il carcinoma mammario triplo negativo (TNBC).

  • Il carcinoma mammario di tipo Luminal A è caratterizzato dalla sua sensibilità agli ormoni, manifestata dalla presenza di recettori per estrogeni (ER+) e progestinici (PR+). Questa peculiarità lo rende suscettibile a trattamenti anti-ormonali, in aggiunta alla chemioterapia convenzionale.
  • Il sottotipo Luminal B condivide la positività ai recettori ormonali (ER+, PR+), ma presenta anche una sovraespressione del recettore Her2 (Her2+). Quest'ultimo, recettore per il fattore di crescita epidermico, lo distingue dalle cellule sane e lo rende vulnerabile a farmaci specifici mirati proprio al recettore Her2.

UNA FINESTRA SUI MECCANISMI BIOLOGICI DEI TUMORI MAMMARI

Uno dei risultati più promettenti di questa ricerca riguarda l’espressione di una proteina in particolare chiamata ULK3. Livelli più alti di ULK3 nelle cellule tumorali hanno inibito la proliferazione e la migrazione, due caratteristiche fondamentali nella crescita del tumore. Inoltre, un'elevata espressione di ULK3 è stata associata a una maggiore sopravvivenza libera da recidive, in particolare nel sottotipo Luminal A, suggerendone un potenziale valore prognostico. In altre parole, questa proteina potrebbe aiutare i medici a predire l’andamento della malattia e la risposta alle terapie.

Attraverso analisi di arricchimento genetico e funzionale, i ricercatori hanno iniziato a ricostruire i meccanismi biologici sottostanti a questo processo, notando come le proteine studiate risultano implicate in processi cruciali come il trasporto nucleare, la coagulazione del sangue e il metabolismo lipidico.

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