Un test genetico basato su centinaia di varianti del DNA potrebbe aprire nuove prospettive nello screening del tumore della prostata, migliorando l’identificazione dei casi clinicamente rilevanti e superando parte dei limiti degli strumenti attuali. Il tumore della prostata è infatti tra le principali neoplasie maschili: se diagnosticato precocemente la sopravvivenza a 5 anni sfiora il 100%, mentre scende al 50% quando viene individuato in fase avanzata. Da qui l’urgenza di rendere sempre più efficaci i programmi di diagnosi precoce.
SCREENING E LIMITI ATTUALI
Attualmente, non esiste un programma di screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore della prostata riconosciuto a livello internazionale. L’utilità clinica del test dell’antigene prostatico specifico (PSA), una proteina prodotta dalla prostata e presente nel sangue e nel liquido seminale, è indiscutibile per monitorare la progressione della malattia. Tuttavia, il suo utilizzo come strumento di screening è ancora oggetto di dibattito, a causa della bassa specificità. Infatti, valori elevati di PSA possono indicare un tumore della prostata, ma anche condizioni benigne come iperplasia prostatica o infezioni, dando luogo a risultati falsi positivi. Per questo motivo, il dato deve necessariamente essere interpretato dal clinico, considerando età, familiarità, fattori di rischio e storia clinica di ogni paziente.
LO SCREENING IN EUROPA
A seguito della proposta della Commissione Europea di rafforzare la prevenzione del cancro attraverso la diagnosi precoce, a partire dal 2022, il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato un nuovo approccio allo screening oncologico. In particolare, per quanto riguarda il tumore della prostata, è stata proposta l’adozione di uno screening organizzato negli uomini, basato sul test dell’antigene prostatico specifico (PSA), in combinazione con la risonanza magnetica (MRI) come esame di follow-up.In Italia, dove secondo l’Istituto Superiore di Sanità, un uomo su 9 ha la probabilità teorica di ammalarsi di cancro della prostata nell'arco della propria vita, lo screening è offerto principalmente attraverso programmi regionali. La Regione Lombardia, ad esempio, ha recentemente avviato uno screening gratuito, basato sull'esame del PSA, che si rivolge a uomini di età compresa tra i 50 e i 69 anni. In altre regioni, i programmi possono avere criteri di accesso diversi, solitamente basati sull'età e sulla presenza di fattori di rischio.
MIGLIORARE L'EFFICACIA DELLO SCREENING
Per migliorare lo screening del tumore della prostata, la ricerca si sta concentrando su programmi che includono risonanza magnetica (MRI), biomarcatori (cioè l’identificazione di molecole specifiche per questo tipo di tumore) e modelli che integrano molteplici fattori di rischio. Tra questi, l’età avanzata e la storia familiare della malattia sono elementi ben noti che possono guidare le decisioni cliniche. Ma il rischio di sviluppare un tumore della prostata è influenzato anche da una componente genetica importante: studi condotti sui gemelli hanno rilevato una ereditabilità pari al 58%. Una parte di questo rischio è dovuta a rare mutazioni in geni coinvolti nella riparazione del DNA, come BRCA1 e BRCA2. Tuttavia, la quota maggiore deriva dalla combinazione di numerose piccole variazioni genetiche, chiamate polimorfismi a singolo nucleotide (SNP). Per questo motivo, alcuni studi si stanno focalizzando sugli SNP come strumento per stimare il rischio individuale di sviluppare la malattia. Sommando l'effetto di queste piccole variazioni genetiche, è possibile calcolare un punteggio di rischio detto “poligenico”, utile per personalizzare lo screening e intervenire in modo più mirato.
IL PUNTEGGIO DI RISCHIO POLIGENICO
Recenti evidenze derivanti da uno studio condotto nel Regno Unito hanno dimostrato l’efficacia del punteggio di rischio poligenico (basato su 130 varianti geniche associate al tumore della prostata) come strumento aggiuntivo nello screening. Lo studio ha coinvolto più di 6000 persone tra i 55 e i 69 anni, per le quali è stato calcolato il punteggio poligenico tramite analisi del DNA estratto dalla saliva. I partecipanti che presentavano un calcolo del rischio poligenico più alto sono stati invitati a sottoporsi a screening tramite risonanza magnetica (MRI) e biopsia prostatica, indipendentemente dai livelli di PSA. Tra i 745 soggetti con alto rischio genetico, il 40% ha ricevuto una diagnosi di tumore della prostata e oltre la metà di questi presentava una malattia a rischio intermedio o superiore, che richiedeva trattamento. Significativamente, circa il 72% dei tumori clinicamente rilevanti identificati con questo approccio non sarebbe stato rilevato utilizzando il percorso diagnostico tradizionale basato su PSA elevato e MRI positiva. Questi risultati dimostrerebbero, quindi, come l’integrazione del punteggio di rischio poligenico possa migliorare notevolmente l’identificazione precoce dei casi più significativi di tumore della prostata, superando le limitazioni degli strumenti di screening attualmente utilizzati.
DIAGNOSI PRECOCE PERSONALIZZATA
L’uso del punteggio di rischio poligenico come parte di un percorso di screening che combina più metodi rappresenta una promettente evoluzione nella diagnosi precoce del tumore della prostata. Un punteggio di rischio poligenico non fornisce una diagnosi di malattia, ma indica un fattore di rischio che può essere integrato in un programma di screening per individuare numerosi casi clinicamente significativi, che altrimenti potrebbero passare inosservati. Le analisi genetiche di questo tipo richiedono, inoltre, un solo prelievo nel corso della vita e hanno un costo contenuto. Sebbene il punteggio poligenico non possa sostituire gli strumenti già in uso, come il PSA o la risonanza magnetica, il suo impiego mirato potrebbe migliorare l’accuratezza dello screening, riducendo falsi positivi e procedure non necessarie. La strada verso uno screening più personalizzato è ancora lunga, ma i dati finora disponibili indicano che combinare genetica, fattori clinici e nuovi biomarcatori potrebbe rendere la prevenzione più efficace e su misura per ogni individuo.