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Biossido di azoto

Biossido di azoto
 

COS'È

Il biossido di azoto (NO2) è un gas di colore bruno-rossastro con un caratteristico odore pungente. Si forma spontaneamente per esposizione del monossido di azoto (NO) all’aria. Ha un forte potere ossidante. È in grado di reagire con l’acqua per dare origine ad acido nitrico (H2NO3). Il biossido di azoto è un importante componente dell’inquinamento atmosferico. Al di là degli effetti sulla salute umana di cui si parlerà più avanti, ha un forte impatto ambientale. Assorbendo i raggi solari visibili, contribuisce a limitare la visibilità atmosferica e può svolgere un ruolo nei cambiamenti climatici che si stanno verificando in questi anni. Assieme al monossido di azoto controlla la generazione e il destino dei radicali (molecole molto reattive ad azione ossidante) che si formano nella troposfera (lo strato dell’atmosfera a diretto contatto con la superficie terrestre). La decomposizione del biossido di azoto ad opera della luce solare (fotolisi) è poi il passaggio chiave per la formazione dell’ozono nella troposfera.

All’interno dell’atmosfera il biossido di azoto si trasforma in acido nitrico, in più le molecole fortemente ossidanti che derivano da ulteriori reazioni che coinvolgono il biossido di azoto contribuiscono alla trasformazione del biossido di zolfo (o anidride solforosa, SO2) in acido solforico (H2SO4): queste reazioni sono alla base delle cosiddette piogge acide. Dato che gli acidi vengono successivamente convertiti in sali di ammonio, la reazione fotochimica che avviene tra luce solare e biossido di azoto ha un ruolo cruciale nella formazione delle particelle organiche inquinanti che vanno sotto il nome di “polveri sottili”. Il biossido di azoto rappresenta perciò un importante precursore di diversi inquinanti atmosferici secondari che hanno effetti nocivi sulla salute umana.

 

DOVE SI TROVA

Il biossido di azoto è presente nell’aria che respiriamo. Gli ossidi di azoto sono generati da processi di combustione ad alta temperatura, principalmente per ossidazione dell’azoto presente nell’atmosfera, e in misura minore per ossidazione dei composti dell’azoto presenti nei combustibili. Il biossido di azoto viene prodotto quando vengono bruciati combustibili fossili nei motori dei mezzi di trasporto, nei processi industriali, nelle centrali energetiche, negli impianti di riscaldamento, ecc. Viene emesso anche dalle apparecchiature a gas ed è un componente del fumo di tabacco. Sebbene le sorgenti siano molteplici le emissioni dei motoveicoli rappresentano la fonte principale del biossido di azoto ambientale, perciò i livelli di concentrazione di biossido di azoto sono considerati un indicatore dell’inquinamento generato dal traffico.

 

LE VIE DI ESPOSIZIONE

Il biossido di azoto penetra nell’organismo per via inalatoria. Rispetto ad altri gas molto solubili in acqua, come il biossido di zolfo, che raggiungono e danneggiano soprattutto le prime vie respiratorie, il biossido di azoto, meno solubile, riesce a penetrare più in profondità nei polmoni.

 

GLI EFFETTI SULLA SALUTE

L’esposizione acuta ad elevate concentrazioni di biossido di azoto può irritare le vie respiratorie andando ad aggravare patologie respiratorie come l’asma, causando sintomi come tosse, respiro sibilante e fiato corto, così intensi da richiedere assistenza medica. Esposizioni più lunghe contribuiscono all’insorgenza dell’asma e possono aumentare la frequenza delle infezioni respiratorie. Bambini, anziani e persone asmatiche tendono ad essere più sensibili agli effetti del biossido di azoto.

In base ai dati raccolti dalla letteratura scientifica l’esposizione prolungata al biossido di azoto si associa a un aumento della mortalità per ogni causa, della mortalità per cause cardiovascolari e della mortalità per patologie respiratorie. Dal momento che nell’aria il biossido di azoto non è presente da solo, ma assieme ad altri agenti inquinanti come l’ozono, il biossido di zolfo e le polveri sottili, resta tuttavia difficile stabilire in modo inequivocabile che si tratti di un rapporto causa-effetto che riguarda in modo univoco questo gas. Gli studi tossicologici hanno suggerito alcuni possibili meccanismi attraverso cui il biossido di azoto potrebbe contribuire all’aumento di mortalità. Per esempio, è stato osservato che con il biossido di azoto aumentano i livelli di radicali liberi e l’infiammazione ed è noto che i radicali dell’ossigeno e le molecole pro-infiammatorie promuovono processi che portano all’aterosclerosi.

 

COME DIFENDERSI

Per prevenire i danni provocati dal biossido di azoto bisogna cercare di esporsi il meno possibile all’inquinamento atmosferico. In particolare, è importante evitare le zone trafficate, specialmente negli orari di punta, ed è bene evitare di aprire le finestre quando l’inquinamento esterno è più alto. Il biossido di azoto è presente anche nel fumo di tabacco, perciò bisogna evitare di fumare.

La concentrazione di biossido di azoto è misurata dalle centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria. Il Decreto Legge 155/2010 fissa in 40 microgrammi per metro cubo di media il limite annuale di esposizione al biossido di azoto e in 200 microgrammi per metro cubo la media oraria da non superare per più di 18 volte l’anno. Una concentrazione di 400 microgrammi per metro cubo misurata su 3 ore consecutive è considerata una soglia di allarme.


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