Andrea e Giacomo hanno trasformato il sogno di viaggiare in bicicletta in giro per il mondo in un atto di altruismo. La loro Torino–Adelaide non è solo un’avventura, ma una testimonianza di amicizia, resilienza e speranza, a sostegno della ricerca sui tumori femminili di Fondazione Veronesi.
IN VIAGGIO DA OLTRE 500 GIORNI
La storia della loro impresa parte il 21 aprile 2024 da Torino. L’obiettivo? Raggiungere Adelaide, in Australia, pedalando. La strada, però, non è mai lineare. Negli ultimi due mesi, una serie di sfortunati imprevisti li hanno costretti a fermarsi proprio quando si trovavano già in Australia, a Darwin, a circa 3000 Km dalla meta finale.
Il furto del telefono di Andrea, la caduta dal motorino e, infine, l’infortunio al piede di Giacomo. Un tendine reciso, un’operazione, settimane di immobilità. Il viaggio ha rischiato di interrompersi proprio alle soglie del traguardo ma i due amici hanno cercato nuove strade per portare a termine ciò che hanno iniziato. Rimosso il gesso, sono ripartiti in autostop qualche giorno fa, con le biciclette nel bagagliaio. Intorno al loro progetto, “Biking against cancer”, in questi mesi è nata una rete di contatti pronta a sostenerli.
LA NASCITA DELL'IMPRESA
Non è la prima volta che Andrea e Giacomo si reinventano. L’idea del viaggio in bici nasce quasi per gioco nel 2019 quando, ancora adolescenti, tentano la Torino–Venezia lungo la ciclovia del vento e ci riescono in una settimana. Poi l’idea: spingersi fino a Palermo durante le vacanze estive. Detto fatto, in soli venti giorni. È lì che si accende la scintilla che li porterà a sognare orizzonti sempre più lontani, fino ad Adelaide: il punto più distante da Torino, dall’altra parte del mondo, dove vive anche una parte della famiglia di Giacomo.
UN SOGNO RIMANDATO
Studiano di giorno e lavorano la sera per mettere da parte qualche soldo. Si fanno costruire biciclette adatte a lunghe distanze. La partenza si avvicina, ma nel gennaio 2021 Silia, la madre di Andrea, si ammala di tumore al seno metastatico. L’impresa è rimandata. Prima viene la famiglia, a cui dedicare tempo ed energie. Sono anni di speranza e terapie sperimentali.
Anni in cui il sogno del grande viaggio resta sospeso, sostituito momentaneamente da viaggi più brevi – come quello a Capo Nord – che diventano allenamento e conferma della loro voglia di pedalare.
L'IDEA DELLA RACCOLTA FONDI
Nel novembre 2023 mamma Silia viene a mancare, e la primavera successiva Andrea e Giacomo capiscono che è arrivato il momento di rimettersi in sella. Il viaggio diventa un modo per onorarne la memoria e restituire qualcosa. Nasce così la raccolta fondi a favore della ricerca scientifica di Fondazione Veronesi sui tumori femminili.
«Le cure che ha ricevuto mia madre esistono grazie al lavoro dei ricercatori, che con il loro operato e le loro scoperte regalano tempo a chi non desidera altro», racconta Andrea. «Ci piace l’idea di restituire almeno un pezzo di quel dono. Mamma non c’è più e anche se la ricerca è dedicata a lei, il progetto è pensato per tutte le persone che ora e in futuro avranno bisogno di cure, tempo e speranza».
«Molti ricercatori, quasi nostri coetanei, ci scrivono per ringraziarci ed è bellissimo avere un riscontro umano con delle persone e non solo con l’entità della ricerca. Ci motiviamo e carichiamo a vicenda», spiega Giacomo.
Grazie al progetto, “Biking against cancer” ogni chilometro ha un significato nuovo. Ogni mattina la prima azione non è controllare la strada, ma le donazioni arrivate. Gesti piccoli e grandi che si accumulano e li spingono avanti. «Non stiamo più pedalando solo per noi – spiegano – e questa è la parte più bella».
L' IMPERFETTA REALTÀ DEL VIAGGIO
La meta è ormai vicina, ma l’infortunio al piede di Giacomo ha reso tutto più complesso. Eppure i due ragazzi hanno saputo dare un senso nuovo e profondo anche a questa circostanza.
«Dopo 500 giorni abbiamo gli strumenti per vedere anche queste disavventure come singoli tasselli che danno forma al viaggio, rendendolo unico e irripetibile», raccontano i ragazzi sul loro profilo Instagram chiamato centoventuno_121, diario di bordo del loro viaggio. «Adelaide al giorno 0 era l’unica tappa scritta da “conquistare” carica di sogni e aspettative racchiuse in una sola meta, mentre oggi dopo 20.000km percorsi e centinaia di città raggiunte per noi ha un valore diverso. Un valore meno ingombrante perché tutte quelle aspettative e quei sogni si sono concretizzati giorno dopo giorno lungo la strada. Ancora non sappiamo come raggiungeremo Adelaide ma, anche se non sarà in bicicletta, siamo contenti di aver smesso di sognarla scegliendo di vivere l’imperfetta realtà del nostro viaggio».