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Daniele Banfi
pubblicato il 13-01-2022

ALC-0315 non è un componente cancerogeno del vaccino Pfizer-BioNTech



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Il componente incriminato non è altro che una molecola di grasso. Commercializzato sciolto in cloroformio ed etanolo, questi solventi non fanno parte della composizione finale del vaccino

ALC-0315 non è un componente cancerogeno del vaccino Pfizer-BioNTech

Nonostante il successo della vaccinazione contro Covid-19 -che ha ridotto enormemente il numero di ricoveri e decessi causati dal virus-, ciclicamente per ragioni che nulla hanno a che fare con la scienza vengono rilanciate notizie infondate sulla presunta pericolosità della vaccinazione. In questi giorni è la volta di ALC-0315 -un componente di Comirnaty, il vaccino sviluppato dalla BioNTech in collaborazione con Pfizer-, etichettato come cancerogeno. Una notizia totalmente infondata che potrebbe indurre in chi legge il timore nel sottoporsi alla vaccinazione.

L'INVOLUCRO A BASE DI GRASSI

I vaccini a mRNA stanno rivoluzionando l'approccio alla pandemia. La tecnologia consiste nell'iniettare all'interno della cellula le informazioni necessarie -sotto forma di mRNA- alla produzione della sola proteina spike in modo tale da innsecare una risposta immunitaria in previsione di un possibile futuro incontro con il virus. L'mRNA da solo, però, è una molecola molto instabile e per essere veicolata nelle cellule ha bisogno di un involucro che la protegga. Per diversi anni Ugur Sahin e Ozlem Tureci, i fondatori di BioNTech, sono stati al lavoro proprio per indentificare il miglior involcro in grado di portare l'mRNA all'interno della cellula con buona efficienza (studiando possibili vaccini terapeutici per il cancro). ALC-0315 è uno di questi. Si tratta di una molecola di grasso come ALC-0159 (altro grasso presente nel vaccino Comirnaty). Tante ALC formano le nanosfere in cui è contenuta la preziosa informazione a base di mRNA.

ASSENZA DI CONTESTO

Perché allora viene rilanciata la notizia sulla cancerogenicità di ALC-0315? La risposta è da ricercarsi direttamente nel documento illustrativo fornito dall'azienda citata nella news. Come tranquillamente verificabile, nulla c'è scritto relativamente alla cancerogenicità del prodotto che, ricordiamo, è una semplice molecola di grasso prodotta per via sintetica. Il prodotto, utilizzato per gli usi di ricerca più disparati, viene commercializzato sciolto nel cloroformio e nell'etanolo (l'alcol contenuto nelle bevande alcoliche). Sono queste ultime sostanze che vengono classificate come cancerogene. Nella produzione del vaccino però il cloroformio e l'etanolo non sono contenuti in quanto -posto che si usi come base di partenza il prodotto dell'azienda citata nella news- nel processo di produzione ALC-0315 viene estratto separandolo dal solvente in cui è immerso. Il prodotto finale, dunque, non contiene alcuna traccia di sostanza cancerogena come indicato chiaramente nel documento contenente le sostanze presenti all'interno del vaccino. Non solo, l'azienda in questione che non commercializza tale prodotto ai fini di produzione di farmaci ad uso umano, non è nemmeno il fornitore di Pfizer-BioNTech (ALC-0215 è commercializzata anche da altri produttori, per Pfizer-BioNTech è la canadese Acuitas). Questa fake news rappresenta dunque la tipica notizia decontestualizzata. Il vaccino, come ampiamente dimostrato attraverso la somministrazione di miliardi di dosi nel mondo, è estremamente sicuro ed efficace.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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