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Ginecologia
Serena Zoli
pubblicato il 05-07-2022

D'estate sesso più libero, ma occhio alle infezioni



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Quali sono le infezioni sessualmente trasmesse più comuni? Come si riconoscono? Parliamo di sesso e di prevenzione. Anche d'estate

D'estate sesso più libero, ma occhio alle infezioni

Estate, vacanze, viaggi, sesso. Più contatti, più voglia di abbandonarsi, più sono le occasioni di rapporti intimi. Purtroppo anche più possibilità di contagiarsi con infezioni sessualmente trasmisse (Ist) che comportano alti rischi. Perché con il caldo e la voglia di lasciarsi andare cala anche l’impegno a curarsi della prevenzione.

 

NEL 2020 INFEZIONI IN CALO

A dire il vero l’Istituto superiore di Sanità (Iss) ha appena pubblicato il rapporto annuale della sorveglianza sentinella delle Ist annunciando che nel 2020 sono calate le infezioni accertate. Va tuttavia tenuto presente che il 2020 è stato il primo anno ‘bloccato’ dal Covid dove le persone sono rimaste chiuse in casa per lunghi periodi e minori del 35 per cento sono stati gli esami compiuti per le infezioni sessualmente trasmissibili.

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Papillomavirus. Un nemico subdolo per la nostra salute

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MENO INFEZIONI TRA LE DONNE

Questa diminuzione tra 2019 e 2020 è la prima che si registra dal 2004 ed è addirittura del 22,9 per cento. Il calo è molto evidente tra le donne (-29,1 per cento rispetto al 2019) mentre tra gli uomini eterosessuali è del 15,5 per cento. Al contrario, tra i maschi che fanno sesso con maschi c’è stato un incremento di Ist del 17,4 per cento, in particolare sono cresciute clamidia, gonorrea, sifilide ed herpes genitale. Dal 2008 si è assistito a un incremento progressivo della prevalenza Hiv in soggetti con Ist, con un primo picco di 11,7 per cento nel 2016 e un secondo picco di 15,0 per cento nel 2020.

 

HIV: PREVENZIONE A PORTATA DI MANO

L’Hiv, il temibile virus che può condurre all’Aids, negli ultimi anni risulta in leggero calo nei grandi centri. Spiega l’infettivologo Nicola Squillace, dell’Ospedale San Gerardo di Monza, che questo sarebbe principalmente dovuto al fatto che chi è in cura per il virus non lo trasmette e che esiste la PrEP (profilassi pre-esposizione con antivirali) a scopo preventivo che bloccano la possibilità di infettarsi del 99 per cento. «La PrEP in molti paesi d’ Europa è gratis, in Italia si paga: se preso tutti i giorni, sono 60 euro. Il PrEP viene prescritto in genere – dice Squillace - alle persone più a rischio: quelli che hanno rapporti multipli, che fanno sesso non protetto…. Prescrivere gratis queste pillole costituirebbe un gran risparmio per lo stato rispetto a dover curare un’infezione da Hiv per tutta la vita».

 

FATE I TEST HIV, LA DIAGNOSI PRECOCE FA LA DIFFERENZA

Con la possibilità di una prevenzione così valida ci sono, tuttavia, tanti che arrivano direttamente in ospedale con patologie gravi. «Sono i tanti che non si sentono a rischio – racconta l’infettivologo - e non fanno mai l’esame per l’Hiv. Come per i tumori, anche qui conta molto la diagnosi precoce. Scoprire presto il virus e curarsi con le terapie di oggi che sono molto molto migliorate permette di condurre una vita normale. Si può anche avere un figlio per via naturale se la carica virale è non rilevabile da almeno 6 mesi. Tutte le donne in terapia efficace per Hiv non trasmettono l’infezione ai loro figli». Dicono all’Istituto superiore di Sanità: «Occorre promuovere il test Hiv a tutti i pazienti con una Ist, per ogni infezione sessualmente trasmissibile».

 

ATTENZIONE ALLA CLAMIDIA, ANCHE ASINTOMATICA

Queste malattie legate al sesso sono state l’oggetto di un recente Congresso Icar, che si è tenuto a Bergamo, dove Icar sta per Italian Conference on Aids and Antiviral Research. Gli infettivologi si sono mostrati preoccupati per un decennio di costante aumento di clamidia, gonorrea, sifilide e tra le cause hanno indicato una migliorata sensibilità diagnostica che dunque fa emergere più casi, una elevata trasmissibilità del virus e la limitata prevenzione. Lucia Taramasso, infettivologa presso l’Irccs San Martino di Genova ha detto della clamidia: «È in aumento in tutto il mondo ed è difficile da individuare perché può essere asintomatica, ma può provocare gravi conseguenze. Fino al 30 per cento delle donne con questa infezione non trattata possono sviluppare la malattia infiammatoria pelvica che a sua volta può influire sulla fertilità o complicare la gravidanza. La clamidia si può manifestare con uretrite, cervicite, proctite e faringiti. Per fortuna esiste un trattamento antibiotico ampiamente disponibile».

 

GONORREA SECONDA PER DIFFUSIONE

L’infezione trasmessa sessualmente seconda per diffusione globale è quella dal batterio gonococco, la gonorrea. In Italia dai 573 casi del 2013 si è passati agli 850 del 2017. Sempre Lucia Taramasso informa che le conseguenze possono essere gravidanze extrauterine, infertilità, aumento di trasmissibilità di altre Ist come Hiv, uretriti, infiammazioni della mucosa del retto (proctiti), faringiti. «La preoccupazione principale viene dagli Stati Uniti – conclude la dottoressa genovese - dove si verifica una crescente resistenza del batterio a diverse classi di antibiotici, dunque una riduzione delle terapie efficaci».

 

LA SIFILIDE NON SPAVENTA PIÙ

Preoccupante anche l’andamento della sifilide, che se non è più quella malattia tremenda e inarrestabile di una volta, nelle sue varie fasi può arrivare a colpire il sistema nervoso centrale. In Italia è la Ist più diffusa con 1631 casi nel 2017, con un aumento del 35 per cento rispetto al 2015. La buona notizia è che esiste una terapia antibiotica efficace che tronca le possibili conseguenze a lungo termine.

 

HPV: UN VACCINO NEGLI ADOLESCENTI

Invece di una cura valida, dispone di un vaccino in grado di evitarla l’infezione da Hpv, sigla per papilloma virus, la Ist più diffusa al mondo perché con grandissima contagiosità: basta anche un rapporto incompleto. Questo vaccino è particolarmente efficace se fatto in età pre-adolescenziale, a 12-13 anni. Dal 2007 è in corso un programma di vaccinazione a livello mondiale, i cui effetti si vedono già nel calo delle lesioni preneoplasie provocate dall’Hpv nelle donne che hanno fatto il vaccino prima dei 26 anni. Purtroppo nel 2020 in Italia si è registrato un calo delle vaccinazioni Hpv e il Ministero della Salute ha constatato che la copertura media nelle ragazze è al di sotto della soglia ottimale fissata nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale (95 per cento nel dodicesimo anno di vita) e ancor più lontana è quella dei ragazzi. «L’importanza del vaccino la sottolineano le possibili conseguenze. L’Hpv è un virus oncogeno, che stimola la formazione di tumori: vi sono associati il 99 per cento dei tumori della cervice uterina, il 90 per cento del canale anale, il 75 per cento dei vaginali e vulvari, il 70 per cento di testa e collo e il 60 per cento del pene». Aggiunge Nicola Squillace: «L’Australia ha cominciato come noi e altri paesi un piano di vaccinazione nazionale nel 2007, ma lo ha fatto rapidissimamente, a tappeto. E lì si può già vedere che sono in diminuzione i tumori sopra elencati nelle persone che hanno fatto il vaccino prima dei 20 anni».

 

CHEMSEX: SESSOMATTO PER 24 ORE

Infine, parliamo del Chemsex? Invenzione di quelli che il sesso non eccita se non è estremo, è fenomeno sommerso - spiegano gli espetrti - che si pensa più praticato nelle metropoli. Si tratta di imbottirsi di sostanze tossiche stimolanti per aumentare la durata dei rapporti sessuali. Fino a 24 o anche 48 ore. Il problema essenziale è che queste sostanze danno dipendenza per cui si può difficilmente tornare a un sesso normale. Inoltre in tanto orgasmo più che facilmente ci si dimentica della prevenzione. Le possibili Ist in agguato sono più di una. 

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Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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