Tumore del colon-retto: Stati Uniti verso lo screening dai 45 anni
L'indicazione della task force per la prevenzione. Anticipare l'avvio dello screening per il tumore del colon-retto efficace per ridurre diagnosi e mortalità
Resta una malattia che colpisce soprattutto gli over 50. Ma da un po' di tempo a questa parte le diagnosi di tumore del colon sono in aumento anche tra i più giovani, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 40 e i 49 anni. Ragion per cui, a fronte di una stima che vede ricadere in questo range poco più del dieci per cento dei nuovi casi di cancro, gli Stati Uniti sono pronti ad adottare una contromisura: l’anticipo dell'avvio dello screening. L’indagine diagnostica di massa - in Italia costituita dalla ricerca del sangueocculto nelle feci, in caso di positività seguita dalla colonscopia - sarà «allargata» nei prossimi mesi. Secondo le ultime raccomandazioni della task-force sui servizi per la prevenzione (USPSTF), l’estensione dello screening a partire dai 45 anni «apporterebbe un beneficio da moderato a sostanziale». Tradotto: una riduzione dell’incidenza e un aumento delle diagnosi precoci, primo passo per garantire maggiori tassi di cura a chi si ammala.
PERCHÈ LO SCREENING PER IL TUMORE DEL COLON-RETTO PUÒ SALVARE LA VITA?
TUMORE DEL COLON-RETTO: SCREENING EFFICACE A PARTIRE DAI 45 ANNI
È questa la novità più significativa del documento, aggiornato per la prima volta dopo cinque anni. Passando in rassegna gli studi pubblicati su questo argomento, gli esperti riuniti dall’Agenzia per la Ricerca e la Qualità dei Servizi Sanitari del Governo Statunitense hanno confermato l'efficacia dello screening per il tumore del colon-retto tra i 50 e i 75 anni: nel rilevare diagnosi clinicamente significative e nel determinare una riduzione della mortalità per quella che è la seconda forma di cancro più frequente nel nostro Paese (11 per cento del totale delle nuove diagnosi). Ma non solo. Il beneficio risulta infatti esteso anche a chi ha tra 45 e 49 anni e agli anziani (76-85 anni) già o mai seguiti in passato con lo screening. E riguarda diversi test in uso oltreoceano per la diagnosi del cancro del colon-retto: come la colonscopia tradizionale, quella virtuale e la sigmoidoscopia. Esclusa, per il momento, la ricerca di biomarcatori nel siero, nelle urine e il ricorso alla videocapsula. «Limitate» sono state considerate le evidenze di efficacia disponibili.
Sulla base di queste indicazioni, le assicurazioni sanitarie dovranno prevedere la rimborsabilità degli esami diagnostici indicati a partire dai 45 anni. L’obbiettivo è quello di offrire ai cittadini statunitensi l’opportunità di diagnosticare in tempo utile una malattia che, nei pazienti più giovani, risulta peraltro spesso piùaggressiva. Un aspetto su cui potrebbe incidere anche il ritardo diagnostico che sovente riguarda uomini e donne più giovani. Ma diversi studi retrospettivi hanno suggerito che questa ipotesi non basterebbe a giustificare le caratteristiche dimalignità che appartengono alla malattia riscontrabile nei pazienti con meno di 50 anni. «Il cancro del colon-retto nei più giovani è un sottoinsieme di malattie che potrebbero avere origine da alcune anomalie genetiche e con caratteristiche ancora da studiare», è la considerazione fatta da DavidStewart (a capo della struttura di chirurgia del colon-retto del Banner Medical Center, Università dell’Arizona) in un editoriale pubblicato sulla rivista Jama Surgery. La raccomandazione della task force statunitense riguarda tutti gli over 45 asintomatici e senza un rischio aumentato di ammalarsi. Esclusi dunque - perché già monitorati da prima in maniera più stringente - coloro che hanno altri casi in famiglia di tumore del colon, chi ha una predisposizione a sviluppare questa forma di cancro (in quanto affetto da poliposi adenomatosa famigliare o dalla sindrome di Lynch), chi ha subìto l’asportazione di polipi intestinali e convive con una malattia infiammatoria cronica intestinale come il Crohn e la rettocolite ulcerosa.
La notizia che giunge dagli Stati Uniti è destinata ad aprire il dibattito sull'opportunità di anticipare lo screening di massa anche in Italia. Negli ultimi anni, d’altra parte, alcuni segnali di un aumento delle diagnosi di tumore del colon in uomini e donne più giovani sono giunti anche dal nostro Paese. «Lungo la Penisola le diagnosi di tumore del colon tra chi ha meno di 50 anni riguardano soltanto il cinque per cento del totale dei casi - afferma l'epidemiologo Marco Zappa, fino a pochi mesi fa alla guida dell'Osservatorio Nazionale Screening -. Fatta questa premessa, l'efficacia della strategia ipotizzata dai colleghi statunitensi non è in discussione: anticipando lo screening si intercettebbero dei polipi o delle lesioni prima che evolvano in un tumore del colon o del retto. La scelta di partire dai 50 anni è puramente organizzativa. Cominciando prima, aumenterebbe il numero delle colonscopie da effettuare. E, di conseguenza, si allungherebbero le liste di attesa».
LE COPERTURE DELLO SCREENING NEL NOSTRO PAESE
In Italia lo screening per il tumore del colon rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), come quello per il tumore al seno e il tumore della cervice uterina. L'approccio in uso nel nostro Paese - per le persone sane e non considerate a rischio - prevede che, tra i 50 e i 69 anni, a cadenza biennale, uomini e donne effettuino su invito della propria Asl il test del sangue occulto nelle feci. Fa eccezione soltanto il Piemonte, che ha scelto una strada alternativa: rettosigmoidoscopia per tutti a 58 anni o ricerca del sangue occulto nelle feci (fino a 69 anni). L’adesione, però, rimane ancora piuttosto bassa. Sulla base dei dati raccolti dal sistema di sorveglianza Passi, si stima che in Italia nel 2016-2018 il 47 per cento delle persone intervistate nella fascia di età 50-69 anni ha eseguito un esame a scopo preventivo per la diagnosi precoce dei tumori del colon (ricerca del sangue occulto negli ultimi due anni o colonscopia negli ultimi cinque anni). E sfogliando i dati in possesso dell’Osservatorio Nazionale Screening, emerge anche che la copertura per la diagnosi precoce dei tumori del colon-retto mostra un marcato gradiente geografico: 67 per cento al Nord, 53 per cento al Centro e 26 per cento al Sud. Significative le differenze regionali, con un range che va dal 12 per cento della Puglia al 75 per cento della Lombardia.
IL COINVOLGIMENTO DELLE FARMACIE NEI PROGRAMMI DI DIAGNOSI PRECOCE
Per potenziare l'adesione allo screening, negli ultimi anni, in Italia sono stati avviati diversi progetti a livello locale che prevedono il coinvolgimento delle farmacie: anello di congiunzione tra la cittadinanza e il servizio sanitario, attraverso la distribuzione e la successiva raccolta dei kit per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Una scelta che inizia a dare i primi frutti, come documenta uno studio pubblicato sulla rivista Preventive Medicine. Indagando l'impatto della stessa strategia adottata nell'area metropolitana di Barcellona, gli autori hanno scoperto che l'adesione delle farmacie al programma è molto elevata (82.4 per cento). Come tale risulta pure la quota di persone che riconsegna i kit distribuiti (93.5 per cento). Un'iniziativa analoga risulta attualmente attiva in nove Regioni italiane. I campioni raccolti vengono inviati alle Asl per essere analizzati. E, in caso di un sospetto diagnostico, è la Asl a richiamare il paziente per ulteriori accertamenti. Secondo l'Osservatorio Nazionale Screening, «affidare alle farmacie una funzione non soltanto organizzativa, ma di counselling potrebbe avere un impatto positivo sul superamento delle barriere comunicative e culturali nell’adesione. Questo sarebbe favorito dalla capillare diffusione delle farmacie sul territorio, anche nelle zone a maggiore deprivazione di servizi, e dal ruolo che già svolgono dimediazione tra i cittadini e i servizi sanitari pubblici».
Dieci buone regole per prevenire il tumore al colon-retto
Non trascurarti Se avverti alcuni sintomi, come cambiamenti nelle tue abitudini intestinali, sangue nelle feci, frequenti dolori addominali, avvisa il tuo medico di fiducia: individuare questo tumore in fase iniziale può fare davvero la differenza
L'importanza degli screening Non saltare gli screening previsti per questa forma di tumore. Se ricevi l’avviso a casa, fai gli esami, sono gratuiti. Se uno dei tuoi familiari è stato colpito da un tumore al colon-retto, segui l’iter di diagnosi precoce previsto per i casi come il tuo
Proteggi la flora batterica dell'intestino È indispensabile per mantenere tutto l’organismo in salute: consuma alimenti che contengono elementi probiotici, come lo yogurt e altri cibi fermentati come miso (derivata da soia gialla) e prodotti da forno con lievito madre
Non trascurare la predisposizione Se ti hanno diagnosticato malattie che aumentano il rischio per il tumore al colon-retto, come la poliposi adenomatosa familiare (FAP), la sindrome di Lynch o la retto-colite ulcerosa, segui le indicazioni del medico e sottoponiti a tutti gli esami consigliati
Segui la dieta mediterranea Consuma tutti i giorni frutta, verdura, cereali, legumi, pesce, olio extravergine di oliva e limita i grassi saturi (al di sotto del 10% dell’energia quotidiana), le carni rosse (1-2 porzioni da 100g a settimana) e conservate (1 porzione o meno da 50g a settimana)
e gli zuccheri semplici (al di sotto del 15% dell’energia quotidiana).
Non fumare Meglio non iniziare. O, se già si fumare, smettere subito. Chi fuma rischia di ammalarsi il 27% in più rispetto a chi non fuma
Scegli alimenti ricchi di fibre A tavola via libera al consumo di verdure, cereali, legumi, frutta secca, che aiutano a mantenere libero l’intestino
Muoviti tutti i giorni Almeno 30 minuti di attività fisica moderata. Se non hai tempo per lo sport, prendi le scale al posto dell’ascensore, usa meno l’auto, cammina
Mantieni il tuo peso forma Un indice di massa corporea adeguato deve essere tra 18,5 e 25. Va inoltre contenuto il grasso sull’addome (circonferenza vita al di sotto degli 80 centimetri per le donne e dei
94 per l’uomo). Esso è correlato con l’insorgere di molte malattie, non soltanto il tumore al colon-retto
Evita l'alcol Mantieniti su un consumo correlato a un basso rischio (un bicchiere di vino al giorno per le donne, due per gli uomini)