Negli Stati Uniti cresce il numero di sei tumori correlati all'obesità. Malattie peculiari della terza età oggi si riscontrano (sempre più spesso) anche prima dei 50 anni
I tumori del colon, dell'utero, del rene, del pancreas e della cistifellea, oltre al mieloma multiplo, fino a pochi anni fa raramente si riscontravano in persone con meno di 50 anni.
Per questo erano considerati - come la maggior parte dei tumori, inizialmente - malattie peculiari della terza età.
Cosa che invece non si può più dire oggi, almeno nella società occidentale. Preoccupano i dati che giungono dagli Stati Uniti, secondo cui «l'epidemia di obesità registrata negli ultimi quattro decenni ha fatto crescere i numeri di queste neoplasie anche tra i giovani adulti», è la sintesi di uno studio che porta la firma di quattro epidemiologi d'Oltreoceano, pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health.
COME QUEL CHE MANGIAMO PUO' RENDERCI MALATI?
PIU' TUMORI CON I CHILI DI TROPPO
Il lavoro certifica dunque quello che, da tempo, ripetono gli specialisti impegnati su più fronti nella battaglia contro i chili di troppo: nutrizionisti, pediatri, gastroenterologi, cardiologi e oncologi. Dal documento si evince infatti che tra 1995 e il 2014 - ventennio a cui fanno riferimento i dati passati in rassegna, relativi esclusivamente a persone di età compresa tra 25 e 84 anni - è cresciuto il numero dei giovani ammalatisi di una delle forme di cancro sopra indicate.
I ricercatori hanno osservato un trend di crescita variabile, ma in alcuni casi prossimo al cento per cento: come per il tumore del rene negli adulti di età compresa tra i 45 e i 49 anni.
Nonostante gli aumenti, il totale delle diagnosi di queste tumori rientra ancora nei valori di guardia.
Ma considerando che, anche quando curate, queste persone vanno incontro alla vecchiaia con una diagnosi di cancro alle spalle, gli esperti non escludono che questo trend possa arrestare o far regredire la prospettiva di vita (oltre ad accrescere i costi per la spesa sanitaria) di chi oggi, negli Stati Uniti, è un adulto in sovrappeso o obeso.
Senza considerare - perché al momento non vi sono gli elementi - quelle che potrebbero essere le ricadute per chi in questo ventennio caratterizzato da una maggiore diffusione dell'eccesso di peso è nato e cresciuto.
PRIMI RISCONTRI ANCHE IN EUROPA
Quello dell'obesità, negli Stati Uniti, è un vero e proprio problema nazionale.
Secondo i dati raccolti nel National Health and Nutrition Examination Survey (Nhanes), più del quaranta per cento degli americani è obeso.
In particolare, ogni sei bambini e ragazzi tra i 2 e i 19 anni, uno è gravemente in sovrappeso. L'obesità, in altre parole, rischia di minare parte delle importanti conquiste degli ultimi decenni nella lotta contro il cancro.
Il lavoro ha rilevato l'aumento di incidenza di 6 dei 12 tumori oggi associati all'obesità: fuori dall'elenco sono rimasti quelli che colpiscono l'esofago, lo stomaco, la tiroide, il seno, l'ovaio e il fegato.
Questo non vuol dire che però nel tempo un analogo andamento delle nuove diagnosi non possa riguardare anche queste malattie.
Cosa lega la dieta ai processi di formazione dei tumori? Le persone in sovrappeso o obese vedono circolare nel proprio sangue una maggiore quantità di molecole pro-infiammatorie, come l’interleuchina e il fattore di crescita degli epatociti (Hgf), che rendono più probabile la «conversione» di una cellula da normale a tumorale.
Anche l'aumento degli ormoni steroidei, altra variabile che si registra in presenza di un eccesso di peso, rappresenta un fattore di rischio per diverse malattie oncologiche.
L’obesità è inoltre correlata alla resistenza all'insulina: tra le cause di insorgenza del diabete di tipo 2, altro fattore di rischio per molteplici neoplasie.
C'è poi da considerare un altro aspetto, che riguarda le persone già alle prese con un tumore. Mangiando «alimentiamo» il nostro corpo, ma anche le cellule tumorali, dotate di recettori in grado di captare ormoni e nutrienti.
L’eccesso di cibo offre al tumore la possibilità di crescere più velocemente: ecco perché occorre tenere comunque il peso sotto controllo, anche se si è già in cura per una malattia oncologica.
Meglio dissetarsi con l'acqua Alcuni studi hanno messo in evidenza una correlazione tra il consumo di bevande zuccherate e il tumore del pancreas. Più in generale, questi drink concorrono all'aumento del peso corporeo: quanto più da evitare per non aumentare il rischio di andare incontro ai tumori e alle malattie cardiovascolari
I salumi una tantum Carne rossa con prudenza. Insaccati da evitare. I consumi eccessivi di carne sono considerati un fattore di rischio per diversi tumori (stomaco, pancreas, colon-retto. Nel caso delle carni lavorate, il rischio sarebbe accresciuto dai composti potenzialmente cancerogeni (sale, nitrati) impiegati nelle preparazioni per aumentarne la conservazione
Via libera alle fibre Le fibre vegetali favoriscono la fermentazione dei batteri anaerobi dell'intestino. Questo processo porta alla sintesi di acidi grassi a catena corta (acetato, propionato, butirrato) che riducono la proliferazione cellulare e inducono la morte delle cellule. Sono considerate agenti protettivi rispetto ai tumori al seno, al colon-retto, allo stomaco, all'ovaio e alla prostata
Colori a volontà Il consumo di almeno 400 grammi al giorno (suddivisi in cinque porzioni) di frutta e verdura riduce il rischio di andare incontro a qualsiasi forma di cancro. I dati più solidi riguardano i tumori del cavo orale, alla laringe, alla faringe, all'esofago, allo stomaco, all'endometrio e al colon-retto
Sale con prudenza Il consumo eccessivo è stato associato a un aumentato rischio di insorgenza del tumore allo stomaco. Il sale aumenterebbe gli effetti carcinogenici dei nitrati e garantirebbe un effetto sinergico all'helycobacter pylori, il batterio ritenuto responsabile della maggior parte dei casi di linfoma gastrico e adenocarcinoma dello stomaco
No alla sedentarietà Con almeno trenta minuti di cammino al giorno si contribuisce a mantenere il peso forma. Il sovrappeso e l'obesità sono considerati un fattore di rischio per almeno quindici forme di cancro
Una poppata almeno per sei mesi Oltre a favorire il corretto sviluppo del neonato, l'allattamento al seno - raccomandato in maniera esclusiva dall'organizzazione Mondiale della Sanità almeno per sei mesi - è considerato un fattore protettivo anche per la mamma (riduce il rischio di sviluppare in futuro un tumore al seno)
Alcol: evitarlo è meglio Non vi è dubbio che il consumo di bevande alcoliche sia responsabile di almeno sette tipi di cancro: quelli della bocca, all'esofago, alla gola (faringe e laringe), al fegato, al colon-retto e al seno. Più alcol si consuma, più il rischio aumenta