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Ginecologia

HPV e condilomi: studio italiano conferma l’efficacia del vaccino

I dati del San Gallicano di Roma su 30 anni mostrano un forte calo dei condilomi genitali nei giovani. Un effetto del vaccino HPV (anche sui maschi)

I casi di condilomi anogenitali stanno diminuendo nelle generazioni vaccinate contro l’HPV. Dai dati di uno degli ospedali italiani con il bacino di utenza più ampio nel centro-sud, l’Istituto Regina Elena San Gallicano di Roma, emerge infatti una riduzione drastica dei casi di condilomatosi fra il 2013 e il 2022.

LO STUDIO

Il team di esperti ha esaminato 9.781 diagnosi di condilomi anogenitali effettuate nell’arco di trent’anni (dal 1991 al 2022) presso il San Gallicano, che fa parte della Rete nazionale di sorveglianza sulle infezioni sessualmente trasmesse. I risultati mostrano una modesta riduzione dei casi fra il 1991 e il 2004, seguita da un aumento fino ad un picco nel 2013. Poi, un progressivo ed evidente declino fino al 2022, quando si sono contate circa un terzo delle diagnosi registrate nel 2013, in modo particolarmente evidente nei giovani maschi eterosessuali e nelle giovani donne sotto i 24 anni.

IL RUOLO DELL'HPV

I condilomi, conosciuti anche come verruche genitali, sono lesioni benigne provocate da alcuni tipi Papilloma virus (HPV 6 e HPV 11). Il virus si trasmette con contatti sessuali, l’infezione è molto comune e perlopiù asintomatica; nella maggior parte dei casi l’organismo se ne libera, ma in alcuni casi invece diventa persistente. Nel tempo, a seconda della tipologia di virus, l'infezione cronica può dare luogo a disturbi benigni ma fastidiosi, come i condilomi, e anche a tumori della cervice uterina, dell’area genitale maschile e femminile, dell’orofaringe.

L'EFFETTO DELLA VACCINAZIONE

Nella pubblicazione del lavoro, sul Journal of Clinical Medicine, i ricercatori sottolineano un più che probabile nesso fra il calo delle diagnosi di condilomi e la copertura vaccinale contro il Papilloma virus. Sebbene non ci siano informazioni fra lo status vaccinale delle persone coinvolte nell’indagine, le tempistiche coincidono.

«Due vaccini profilattici sono disponibili per la prevenzione delle infezioni da HPV 6 e HPV 11, con un'efficacia vicina al 100% contro i condilomi genitali – hanno spiegato - . In Italia, un programma nazionale di vaccinazione gratuito e attivo per le ragazze di 12 anni è stato avviato nel 2007/2008. Questo potrebbe aver contribuito alla tendenza osservata nei condilomi anogenitali tra le donne che hanno rapporti sessuali con uomini, per le quali si è registrato un progressivo calo delle diagnosi a partire dal 2014». C’è ragione quindi di credere che i dati siano «i primi effetti visibili della campagna di immunizzazione femminile sull’andamento dei condilomi anogenitali, sebbene con una copertura regionale non ottimale». Il dato fra l’altro è coerente con quanto rilevato da altri studi condotti in Paesi che hanno avviato la vaccinazione HPV molto prima dell’Italia.

UN BENEFICIO VISIBILE ANCHE SUI MASCHI

E il calo dei condilomi nei giovani maschi? «L’offerta gratuita e attiva del vaccino HPV è stata estesa ai ragazzi di 12 anni solo nel 2017, secondo il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017–2019 -  ricordano ancora gli autori -. Pertanto, è improbabile che si sia potuto osservare un impatto diretto della vaccinazione maschile sulle nostre diagnosi di condilomi anogenitali, poiché l’avvio della campagna nazionale rivolta ai ragazzi è avvenuto quasi alla fine del periodo di studio. Tuttavia, tra i maschi eterosessuali di età fino a 24 anni si è registrato il calo più marcato nelle diagnosi nell’ultimo decennio rispetto agli anni precedenti, suggerendo un possibile effetto gregge derivante dall’immunizzazione delle ragazze».

IDENTIKIT

Il monitoraggio ha anche evidenziato che, a differenza di altre malattie sessualmente trasmesse, i condilomi anogenitali si manifestano soprattutto in persone eterosessuali con un limitato numero di partner (oltre la metà dei pazienti ha dichiarato di avere avuto solo un partner) e senza una storia di pregresse infezioni sessuali. Da sottolineare che circa un terzo dei pazienti ha dichiarato di avere usato un profilattico. «I preservativi non proteggono al 100 per cento contro le infezioni genitali da HPV e la loro efficacia contro il Papilloma virus sembra essere più bassa di quella contro altre infezioni sessualmente trasmesse».

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