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Oggi quello che conta è il fatturato e non la cura dei pazienti

Il sistema sanitario lombardo premia chi produce di più. Così l'allungamento della vita, considerato un successo della scienza, diventa motivo di crisi per la finanza

Oggi quello che conta è il fatturato e non la cura dei pazienti

La logica è ormai quella: viene premiato non chi cura meglio, ma chi produce di più. È questo, stando alle cronache, il criterio che ha utilizzato la regione Lombardia per decidere in quali ospedali rimpiazzare il personale che va in pensione. Il massimo previsto per la sostituzione dei fuoriusciti è  del 65%.  In alcuni casi è ridotto al 50 o al 40 , per arrivare in un buon numero di ospedali allo zero assoluto.

La  logica economicistica ha dunque qui raggiunto il suo apice. Nonostante  i  proclami regionali in cui si magnifica il “prendersi cura del malato”, il rapporto medico paziente, la  volontà di dare una risposta  anche ai suoi  bisogni sociali, è il fatturato a farla da padrone. Così un ospedale in cui si è sempre lavorato  con perizia e coscienza, viene a trovarsi con personale ridotto perché quello che ha fatto non ha reso economicamente. A cosa servono i successi della scienza medica  se poi si ragiona con questi criteri? A cosa serve essere riusciti ad allungare la vita delle persone se poi si mettono in atto questi orpelli? Anacronisticamente quello che la scienza chiama successo, l’allungamento della vita, per la finanza diventa motivo di crisi.

In attesa che esperti economisti mettano a punto qualche strategia che non riduca gli organici e costringa gli ospedali a fare salti mortali per offrire quello che hanno sempre dato, si isparmi altrove: stipendi faraonici, auto blu, consulenze, sprechi per la casta. La colpa non è dei troppi medici o infermieri!

Alberto Scanni
@AlbertoScanni 

 

 

 

 



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