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Perché la Scienza dice no alla guerra oggi in Siria

Il Movimento Science for Peace intende far sentire la propria voce nei confronti della questione siriana

Perché la Scienza dice no alla guerra oggi in Siria

Il  Movimento Science for Peace  è nato per riunire e dare  voce ai  numerosi scienziati,  di varie discipline del pensiero,  che nel mondo si impegnano per  l’utilizzo della scienza a favore della Pace.

Oggi il Movimento Science for Peace intende far sentire la propria voce nei confronti della questione siriana. Il Movimento condanna fermamente l’uso delle armi chimiche avvenuto in territorio siriano in quanto utilizzo aberrante dei risultati della ricerca scientifica che deve sempre tutelare la vita umana. Allo stesso tempo, ogni ipotesi di intervento militare indiscriminato è privo di qualsiasi prospettiva politica - potrà solo peggiorare la situazione del popolo siriano.

Il popolo siriano ha già sofferto molto e non è giusto che agli oltre 90.000 morti di questo sciagurato periodo si aggiungano altri morti causati da missili lanciati da paesi che paradossalmente si battono per la fine delle ostilità. La violenza genera violenza in una tragica spirale che potrebbe innescare un allargamento del conflitto ai paesi confinanti o anche lontani e come affermò Giovanni XXIII nell’enciclica Pacem in Terris:  “non esistono guerre giuste”.

In questo frangente, preoccupa inoltra fortemente l’assenza di una voce coesa dell’Europa, all’interno della quale prevalgono invece posizioni nazionali. La mancanza di un’Europa unita è ostacolo alla ricerca di una soluzione politica e diplomatica della crisi che eviterebbe le tragiche conseguenze di un intervento militare, a cui si oppone con fermezza il Movimento Science for Peace.

Qualsiasi azione dovrà in ogni caso attendere e tenere conto di quanto deciderà il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e si dovrà tenere conto anche di tutte le responsabilità che hanno portato a questa situazione. Nel caso dell’Europa, in particolare, non dimenticando la copiosa fornitura di armamenti alla regione che è partita anche dal Paesi dell’Unione Europea. Nelle emergenze non va dimenticato mai, se si vuole una vera risoluzione del problema, il percorso che le ha fatte nascere.

Il Movimento si appella alle Autorità e all’opinione pubblica affinché il nostro Paese possa continuare a essere promotore in Europa della ricerca di una soluzione politica. La posizione espressa dal Ministro Emma Bonino possa condurre a una risoluzione che tuteli in prima istanza la popolazione siriana, unica vera vittima di questa situazione cruenta e non più tollerabile.

Umberto Veronesi

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