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Oncologia

Gli italiani e la prevenzione: tutti la conoscono, pochi la praticano

Quattro italiani su dieci non riescono a rispettare i buoni propositi e a mantenere abitudini salutari. Gli ultimi dati su stili di vita, screening, fiducia nei medici e nell'AI

La consapevolezza e l’azione spesso non sono la stessa cosa. Se conoscere l’importanza della prevenzione e di un corretto stile di vita costituiscono conditio sine qua non per il proprio benessere, se non si passa all’azione concreta, di fatto poco cambia.

Dati alla mano, quelli dell’edizione 2025 dello STADA Health Report, ossia un’ampia ricerca online sullo stato di salute e benessere in Europa, condotta in 22 Paesi, tra cui l’Italia e per un totale di oltre 27.000 intervistati, quattro italiani su dieci non riescono a rispettare i buoni propositi e a mantenere abitudini salutari. 

E se il 98% degli italiani è consapevole dell’importanza di uno stile di vita sano, allora quali sono le ragioni che rendono i propositi solamente teorici?

Come sempre, le ragioni sono varie.

  • il 39% dichiara di non avere una motivazione per farlo
  • il 36% mette l’accento sulla mancanza di tempo
  • il 29% fa riferimento a problemi economici che costituirebbero dunque un deterrente
  • il 14% ritiene che avrebbe la necessità di un personal trainer
  • il 12% adduce motivazioni varie.

IL CAPITOLO ALIMENTAZIONE

La conoscenza dell’importanza di una dieta equilibrata e la sua effettiva realizzazione è un esempio emblematico della distanza tra teoria e realtà.

Il 91% degli italiani intervistati pensa, infatti, che una sana alimentazione possa prevenire le malattie, ma solo il 64% si nutre in modo sano.

Per quanto concerne l’assunzione di integratori (vitamine e sali minerali), invece, li assume il 59% degli italiani. Le ragioni sono molteplici: il 32% li prende per sostenere il sistema immunitario; il 31% li assume con lo scopo di aumentare l’energia e la vitalità; il 20% con il fine di colmare i vuoti di un’alimentazione non propriamente bilanciata; il 19% per migliorare l’aspetto di pelle e capelli.

CHECK UP E CONTROLLI

Seppur nel corso degli ultimi due anni si sia registrata una maggiore adesione ai programmi di screening (68% nel 2025, rispetto al 7% nel 2023), un terzo degli intervistati (32%) non effettua alcun controllo.  

Le donne, come sempre sono le più attente e partecipi. Il 77% delle donne con un’età superiore ai 35 anni partecipa, infatti, in maniera ad alcuni o a tutti gli screening disponibili.

E chi non partecipa, che ragioni ha?

  • il 28% li ritiene troppo onerosi dal punto di vista economico
  • il 24% non sa quali fare e dove
  • il 20% afferma di non eseguirli per difficoltà di accesso e posti disponibili
  • c’è poi chi sente di non averne bisogno (18%)
  • chi non riesce mai a trovare il tempo (16%)
  • una percentuale non del tutto insignificante (13%) afferma di avere paura di ricevere una diagnosi negativa
  • il 9% si sente a disagio a eseguire gli screening.

LA SALUTE MENTALE

Problemi psicologici e una condizione mentale di fragilità impattano sicuramente sulla propensione a sottoporsi ai check up e, più in generale, a condurre uno stile di vita sano, anche perché, tra coloro che hanno problematiche psicologiche, solo una piccola percentuale (8%) accede a un supporto terapeutico adeguato. 

Le motivazioni sono molteplici, tra i cui i principali sono: ragioni economiche (58%), dubbi sull’efficacia delle cure (19%) o il peso emotivo che comporta il ricorso a un sostegno psicologico (16%).

I fattori che impattano in maniera più significativa sulle problematiche psicologiche sono: preoccupazioni economiche, isolamento sociale e stress lavorativo, tutte equamente ripartite e intorno al 23%.

Gli italiani, in altissima percentuale (83%), ritengono inoltre che la salute mentale non riceva la stessa attenzione che viene data alle patologie fisiche.

SISTEMA SANITARIO, MEDICI E FARMACISTI

La sensazione di fiducia nei confronti del Sistema Sanitario rimane stabile (48%) rispetto a quanto emerso lo scorso anno, anche se al di sotto della media europea (56% nel 2024 e 58% nel 2025).  Solo il 43% degli intervistati italiani ritiene però che l'accesso alle cure mediche sia garantito in modo equo a tutta la popolazione (contro una media europea del 51%).

Rimane solida la fiducia nei confronti del Medico di Medicina Generale e del farmacista. Il 58% della popolazione si affida, infatti, al proprio medico o al farmacista. Il 39% chiede regolarmente consigli al farmacista circa gli effetti collaterali dei medicinali o le modalità di assunzione.

E L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE?

L’intelligenza artificiale desta ancora sospetti, ma gli italiani che dichiarano di rivolgersi all’AI per un consulto medico non sono pochissimi (43%).

Le motivazioni principali che spingono al suo utilizzo sono: la disponibilità temporale continua (46%), la convenienza in termini di risparmio di tempo (42%), la "ritenuta oggettività” (34%) .

Il 48% degli intervistati ritiene comunque che il consulto di un medico/psicologo rimanga imprescindibile e costituisca una componente fondamentale di confronto e comprensione.

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