21-11-2016

#NothingStopsPink: Angela

Io mi chiamo Angela io, ho 59 anni compiuti da poco, nel mese di maggio. Corro perché la corsa mi permette di essere me stessa, con i miei capelli non troppo in ordine, senza trucco, i miei pantaloncini corti, con qualche smagliatura qua e là. Mi sento proprio io. La mia storia è iniziata vent'anni fa. Premetto che mi ritengo una donna fortunata, perché la vita mi ha regalato vent'anni dal mio primo intervento. Sono stata operata nel '94 di un tumore al seno e l'intervento è stato un intervento di quadrantectomia. Sono stata bene per 12 anni, poi una mattina sotto la doccia ho sentito di nuovo un gonfiore al seno, nel giro di tre settimane sono stata operata di nuovo, di mastectomia. Questa volta non avevo solo un nodulo, ma ne avevo due, uno addirittura nascosto sotto il capezzolo e dalla mammografia addirittura non si vedeva. Dopo due anni fortunatamente, sono caduta sui gradini della scuola e sono andata in ospedale e ho fatto la radiografia e la radiologa mi chiama e mi dice: “Angela purtroppo abbiamo notato che al polmone destro c'è qualcosa di particolare, infatti era una metastasi. Quindi sono stata operata al polmone destro, mi hanno tolto due lobi. Lì, altra chemioterapia fortissima e negli esami successivi poi, mi hanno trovato anche delle metastasi alle vertebre lombari e siamo così arrivati al 2010. Dal 2010 tutto è tranquillo. Cosa è successo in questi anni? Allora, intanto ho deciso che qualche mio nodulo, nodo poteva anche essere sciolto finalmente e quindi ho deciso di essere estremamente reattiva, ho deciso di separarmi da mio marito. È stata una cosa faticosissima, ma in questo caso ne valeva veramente la pena. Ho avuto delle difficoltà notevoli con mia figlia, perché allora aveva 16 anni, non ha capito la mia scelta e sono stati due anni di silenzio. Lei non riusciva a guardarmi in faccia, io non sapevo più da che parte prenderla. Ho avuto però un grande sostegno da parte del mio compagno, il quale mi ha sempre detto che prima o poi, essendo una donna mia figlia, ci saremmo capite. In realtà questo è successo, ma io in questi anni sono anche molto cambiata, ho trovato il mio codice, quindi il mio corpo che parla. Mi sento bene, mi sento me stessa, mi sento bella, proprio serena. Allora, ho scelto la maratona perché: intanto ne ho già fatta una. Pensavo che quella fosse la prima e ultima e invece ecco una nuova sfida. Io sento la fatica, ma è una compagnia, perché io ho capito che senza fatica, io non sono mai riuscita a raggiungere nulla. Probabilmente io e la fatica andiamo avanti a volte in modo parallelo e la mia curiosità era veramente scoprire che cosa succedesse dopo il 30esimo chilometro, il famoso muro, che è arrivato al 35esimo. Ma la maratona significa arrivare al traguardo e la vita è fatta di tanti traguardi per iniziare un nuovo progetto, una nuova attività, una nuova strada. Non ci si può mai fermare, mai. Quindi quando si arriva poi al traguardo, veramente si dimentica tutta la fatica. New York non deve essere il traguardo, deve essere l'inizio di un progetto molto più ampio e a me piacerebbe far parte di questo. Ce la farò? Ce la farò. Niente ci può fermare, niente. La vita ci regala sempre così tanto, che cosa ci può fermare?

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