Nanoplastiche: il punto di vista delle cellule ossee
- DoveUniversità degli studi di Milano
- Durata12 mesi
- Area di ricercaNon definito
La dispersione della plastica è diventato un importante problema mondiale per la salute dell’ambiente e degli esseri viventi. In particolare le nanoplastiche, derivanti dalla degradazione della plastica diffusa soprattutto nell’ecosistema acquatico, sono in grado di entrare nella catena alimentare ed entrare in contatto con l’uomo.
Gli studi sulla salute umana sono oggi limitati. In alcuni di questi si è osservato come le nanoplastiche siano in grado di indurre stress ossidativo (un eccesso di radicali liberi), un meccanismo coinvolto nell’alterazione della funzionalità ossea. Scopo del progetto è valutare l’effetto delle nanoplastiche sulle componenti cellulari dell’osso (osteoblasti, osteociti e osteoclasti), analizzando la vitalità e la mortalità delle cellule stesse.
Verranno studiati i meccanismi molecolari, i geni e i meccanismi epigenetici (modificazioni temporanee al DNA in risposta agli stimoli esterni) coinvolti nel rimodellamento osseo. I risultati permetteranno valutare l’impatto delle microplastiche sull’accrescimento scheletrico in età pediatrica e sulle patologie legate all’invecchiamento osseo – come l’osteoporosi.
Dove svolgerà il progetto:
Università degli studi di Milano
Nanoplastiche, salute e osteosarcoma: un possibile effetto “Giano”?
- DoveUniversità degli Studi di Milano
- Durata12 mesi
- Area di ricercaNon definito
Oggi più che mai siamo consapevoli dell’impatto che ambiente e inquinamento possono avere sulle nostre vite. Le nanoplastiche, frammenti di plastica derivanti dalla degradazione dei rifiuti del diametro di un miliardesimo di metro, sono in grado di entrare in circolo nel nostro organismo mediante la catena alimentare.
Durante il progetto, giunto al secondo anno, sono stati valutati gli effetti delle nanoplastiche sulle cellule responsabili della formazione e del rimodellamento dell’osso (osteoblasti, osteociti e osteoclasti) in condizioni fisiologiche, evidenziando un effetto tossico dovuto allo stress ossidativo. Sarebbe possibile utilizzare la tossicità della nanoplastiche per combattere la progressione del tumore dell’osso (osteosarcoma)?
Obiettivo del progetto sarà analizzare questo potenziale effetto “Giano Bifronte” (la divinità latina dalle due facce contrapposte, bene e male), sia in condizioni fisiologiche (usando cellule ossee sane) sia in condizioni patologiche (utilizzando linee cellulari di osteosarcoma). In particolare verranno analizzati gli effetti delle nanoplastiche sull’epigenoma, l’insieme delle molecole che funzionano come “segnalibri” sul DNA per attivare o spegnere specifici geni.
Dove svilupperà il progetto:
Università degli Studi di Milano