Dona ora
Pink Ambassador

Contro la malattia ho deciso di “mordere la vita”

A 28 anni ho dovuto imparare due parole sconosciute: cancro e chemioterapia. Ma sono ancora qui. A chi devo dire grazie? Alla ricerca

Mi chiamo Alice e voglio raccontarvi un po' della mia storia, che per un periodo è stata come salire su una montagna russa: 3 interventi in 6 mesi e la diagnosi: carcinoma ovarico al terzo stadio. Avevo 28 anni e mi sono ritrovata a dover familiarizzare con due parole a me sconosciute: cancro e chemioterapia.
Ero spaventata? Certo. Arrabbiata? Ancora di più… e mi domandavo: perché a me?

Avevo due scelte in quel momento: lasciarmi andare o mordere la vita. Ho scelto la seconda. Non è stato un periodo facile: gli interventi, il dolore, la chemioterapia, le persone che ti compatiscono e dover accettare di non poter avere figli perché con l’ultimo intervento si è scelto di fare un'isterectomia. Niente più ovaie.

Per tanti anni mi sono quasi vergognata di avere avuto un cancro perché è vero che se ne parla tanto, ma è anche vero che le persone ti guardano con occhi diversi.

La svolta è arrivata nel 2020, quando, durante la pandemia, mi sono imbattuta in un post su Facebook che diceva: “Vuoi essere una Pink Ambassador della Fondazione Umberto Veronesi? Per candidarti, devi aver avuto un tumore al seno, all'utero o alle ovaie…”. Tac, ce l'ho! Ho cliccato e da lì tutto è cambiato…

Ho imparato a non vergognarmi più di quello che mi era accaduto, ma ad essere voce e testimone del fatto che c'è una vita dopo la diagnosi.

Quando mi sono ammalata, le informazioni erano scarse, e invece allo stesso tempo la ricerca si stava già orientando verso cure e prevenzione efficaci. Ricordo che allora mi dissero che il tumore ovarico era la quarta causa di morte per neoplasia maligna nelle donne nei paesi industrializzati. Ancora oggi credo di non essere stata fortunata, ma miracolata.

La storia della mia diagnosi è lunga, e non voglio trattenermi su quella, perché quel che veramente penso che conti è il qui e ora.

E qui e ora ci tengo innanzitutto a dire grazie: grazie ai ricercatori, grazie alla scienza e grazie ai donatori che permettono alla ricerca di non fermarsi mai. La scienza in tutti questi anni ha fatto passi da gigante, ha trovato cure innovative e sempre più efficaci, ha permesso a donne che hanno avuto il mio stesso problema di riuscire ad avere bambini.

Grazie alla ricerca, siamo in grado di prevenire e di arginare quello che ci può accadere. C’è poi la prevenzione che parte da noi: avere uno stile di vita sano, fare attività fisica, fare diagnosi precoce, ma anche saper ascoltarsi e conoscersi. Se noi facciamo questo, potremo aiutare a nostra volta, e nel nostro piccolo, i ricercatori che hanno dedicato la propria vita allo studio e alla cura dei tumori.

Prima di Natale ho fatto il test per la mutazione dei geni Brca1 e 2, spinta da due forti motivazioni: una è Anita, la mia nipotina di pochi mesi, l'altra è il desiderio di contribuire alla ricerca scientifica. Per fortuna non è stata trovata nessuna familiarità, quindi mi sono rassicurata sul futuro della piccola Anita.

Nel frattempo, appena finite tutte le mie terapie, era arrivato Guido. Proprio “arrivato”: ad abitare nello stesso palazzo. È stato 12 anni fa, da dieci siamo felicemente sposati, io di anni ora ne ho 42 e sono un’appassionata schermitrice.

È strano. Ci avevo provato da bambina a tirare di spada, e mi piaceva, ma la cosa era finita lì. Ma ecco che arriva Guido, maestro di scherma! Chiaro che ho ripreso la mia antica passione e qualche coppa in casa l’ho anche vinta io. Benché la campionessa di famiglia sia mia cognata.

La mia esperienza di malattia e di vita mi è molto utile nella mia attività di Pink Ambassador: sono ambasciatrice del messaggio che il tumore può essere soltanto una svolta nell’esistenza verso nuove prospettive e speranze. Senza dimenticare: grazie, ricerca.

NB: La testimonianza di Alice è stata pubblicata sulla rivista News, ottobre 2024

Fai una donazione regolare

Sostieni la ricerca, sostieni la vita

Frequenza di donazione
Importo della donazione