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Fonti inquinanti outdoor e indoor

Inquinamento outdoor e indoor

L’inquinamento dell’aria può avere origine sia all’aperto (outdoor) sia in ambienti chiusi (indoor). Sebbene si tenda a pensare che l’aria esterna sia sempre più inquinata di quella che respiriamo in casa, in realtà anche gli spazi interni possono contenere concentrazioni elevate di sostanze nocive, talvolta superiori a quelle dell’ambiente esterno. Considerare entrambe le tipologie di fonti è fondamentale per valutare il rischio a cui siamo esposti, poiché, generalmente, trascorriamo gran parte della nostra giornata in spazi chiusi.

Fonti inquinanti outdoor (all’aperto)

Le fonti esterne di inquinamento atmosferico si dividono in naturali e antropiche, a seconda che derivino da processi spontanei presenti in natura o da attività svolte dall’uomo. In entrambi i casi, le sostanze rilasciate nell’aria possono contribuire in modo significativo al degrado della qualità dell’atmosfera, influenzando la salute umana, gli ecosistemi e il clima.

Le fonti naturali operano da sempre e fanno parte degli equilibri del pianeta, ma possono avere effetti localmente intensi o, in particolari condizioni, contribuire a fenomeni su larga scala.

Le fonti antropiche, invece, sono perlopiù concentrate nelle aree urbane e industriali e sono caratterizzate da emissioni continue o frequenti, legate alla produzione di energia, ai trasporti, ai processi industriali, all’agricoltura e alle attività domestiche. Comprendere la differenza tra queste due categorie è fondamentale per individuare strategie efficaci di monitoraggio e riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Fonti naturali

Alcuni inquinanti sono prodotti da processi naturali che avvengono sulla Terra indipendentemente dalle attività umane e che, in certi casi, esistono da milioni di anni. Si tratta di fenomeni legati alla geologia, al clima e alla biologia del pianeta, che possono liberare nell’atmosfera quantità significative di gas e particolato. Le eruzioni vulcaniche, ad esempio, immettono nell’aria anidride solforosa, anidride carbonica, ceneri e polveri sottili, che possono disperdersi anche a migliaia di chilometri dal punto di origine. Le tempeste di sabbia e polveri, tipiche delle aree aride e desertiche, sollevano grandi quantità di particelle minerali che, trasportate dal vento, possono raggiungere anche zone lontane e densamente popolate. Gli incendi boschivi, seppur talvolta innescati dall’uomo, sono anche eventi naturali che rilasciano fumo e sostanze tossiche derivanti dalla combustione di biomassa. Lo spray marino contribuisce alla presenza in atmosfera di particelle saline, soprattutto nelle zone costiere e oceaniche. Infine, alcune piante rilasciano naturalmente composti organici volatili (VOCs) come i terpeni, che in determinate condizioni possono reagire con altri inquinanti atmosferici e contribuire alla formazione di ozono troposferico.

Fonti antropiche

La maggior parte delle emissioni nocive nelle aree urbane e industriali è strettamente legata alle attività umane, in particolare ai processi di combustione e alla produzione e trasformazione di beni e servizi. Queste fonti, spesso concentrate nei centri abitati o nelle aree ad alta densità produttiva, sono responsabili di una quota significativa dell’inquinamento atmosferico globale e locale. Il traffico veicolare rappresenta una delle principali cause di emissioni di ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO) e particolato, derivante non solo dai gas di scarico ma anche dall’usura di freni e pneumatici e dal sollevamento di polveri stradali. Il riscaldamento domestico, soprattutto quando si utilizzano combustibili solidi come legna e pellet in apparecchi non certificati o obsoleti, rilascia particolato fine e composti tossici. I processi industriali e la produzione di energia da combustibili fossili, come carbone, petrolio e gas naturale, contribuiscono con emissioni di gas serra, ossidi di zolfo (SOx), metalli pesanti e altri inquinanti. Anche il settore agricolo e zootecnico ha un impatto rilevante: l’uso di fertilizzanti e la gestione degli allevamenti rilasciano ammoniaca (NH₃) e metano (CH₄), che partecipano alla formazione di particolato secondario e all’effetto serra. Infine, le attività di gestione e smaltimento dei rifiuti, così come l’impiego di solventi e prodotti chimici in ambito produttivo e artigianale, liberano nell’aria sostanze volatili nocive per la salute e per l’ambiente.

Fonti inquinanti indoor (ambienti chiusi)

Gli ambienti interni possono contenere inquinanti provenienti dall’esterno, ma spesso sono le attività domestiche e l’uso di alcuni prodotti a determinare una qualità dell’aria scadente. Di seguito sono elencati e descritti i principali agenti inquinanti indoor.

Composti organici volatili (VOCs)

Sono sostanze chimiche caratterizzate da un’elevata volatilità, emesse da numerosi prodotti e materiali di uso comune: vernici e smalti, colle e solventi, detergenti, profumatori per ambienti, cosmetici, stampanti e fotocopiatrici, materiali da costruzione e arredi. In spazi chiusi possono raggiungere concentrazioni significative, causando disturbi e, in alcuni casi, effetti nocivi per la salute.

Fonti di combustione

Camini aperti, stufe non a norma, forni a legna, candele e incensi producono particolato (PM) e monossido di carbonio (CO), oltre ad altre sostanze irritanti per le vie respiratorie.

Fumo di sigaretta

È la principale fonte di inquinamento indoor. Durante la combustione del tabacco vengono liberati oltre 8.000 composti, tra cui oltre 70 cancerogeni e oltre 250 sostanze tossiche. Il fumo non colpisce solo i fumatori: le particelle si depositano su pareti, mobili e tessuti, generando il cosiddetto “fumo di terza mano”.

Radon

È un gas radioattivo di origine naturale, prodotto dal decadimento dell’uranio presente in alcune rocce e nel suolo. Può infiltrarsi negli edifici attraverso crepe o aperture nelle fondamenta e accumularsi in ambienti poco ventilati, in particolare nei piani interrati e seminterrati.

Perché è importante distinguere le fonti

Le fonti outdoor e indoor differiscono per tipologia e concentrazione degli inquinanti, ma entrambe possono avere un impatto rilevante sulla salute. Negli spazi interni, l’accumulo di sostanze nocive può essere favorito dalla scarsa ventilazione, mentre all’aperto le emissioni si sommano su vasta scala, influenzando intere aree urbane o regioni. Monitorare e ridurre le emissioni in entrambi i contesti è essenziale per migliorare la qualità dell’aria e ridurre il rischio di malattie.

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