Nel caso di leucemia linfatica cronica con sanguinamento dal naso si può ipotizzare un abbassamento delle piastrine? In questo caso cosa si può fare?
G. (domanda pervenuta tramite il form L’esperto risponde)
Risponde il professor Paolo Corradini, Direttore della Divisione di Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Professore di Ematologia alla Università Statale di Milano.
Un paziente con leucemia linfatica cronica (LLC) può talvolta andare incontro a una riduzione del numero di piastrine nel sangue, una condizione che prende il nome di piastrinopenia.
Quando le piastrine si abbassano, possono comparire sanguinamenti a livello della pelle e delle mucose. I segnali tipici di una riduzione della conta piastrinica possono essere:
- petecchie sulla cute, ovvero puntini rossi che non scompaiono alla pressione
- sanguinamento dalle gengive durante il lavaggio dei denti
- piccole epistassi, ovvero perdite di sangue dal naso.
PERCHÈ LE PIASTRINE POSSONO DIMINUIRE?
Il calo delle piastrine nella leucemia linfatica cronica può avere diverse cause:
- Invasione midollare da parte della malattia. Nelle forme più avanzate, il midollo osseo produce meno piastrine e si possono avere i sintomi tipici appena descritti
- Cause autoimmuni. In alcuni casi, la LLC stimola la produzione di anticorpi diretti contro le piastrine – o anche contro i globuli rossi –, che vengono così distrutte prematuramente.
- Effetto della chemioterapia. In passato, durante la chemio-immunoterapia, poteva verificarsi un abbassamento transitorio delle piastrine. Tuttavia, oggi questa terapia è quasi del tutto sostituita da nuovi farmaci mirati, motivo per cui questa causa è diventata rara.
- Effetti collaterali dei nuovi farmaci. Alcuni farmaci innovativi, come gli inibitori della Bruton's tyrosine kinase (BTK) possono ridurre leggermente il numero o la funzionalità delle piastrine, poiché hanno anche un certo effetto antiaggregante, rendendo la coagulazione del sangue meno efficiente. L’effetto collaterale è più evidente con la prima molecola sviluppata con questa attività, l’ibrutinib, e più contenuto con le successive – acalabrutinib e zanubrutinib –, che sono meglio tollerate. Altri farmaci disponibili per la leucemia linfatica cronica, come venetoclax (inibitore di BCL-2), hanno invece un impatto minore sulla conta piastrinica.
COSA FARE IN CASO DI PIASTRINOPENIA?
Grazie ai nuovi farmaci mirati, che possono essere combinati agli anticorpi monoclonali anti-CD20, la terapia della leucemia linfatica cronica è molto più efficace e tollerata rispetto al passato, e la maggior parte dei pazienti non presenta alcun effetto collaterale a carico delle piastrine. I pazienti interessati, infatti, rappresentano circa il 5 – 15%, con effetti molto variabili, che nella maggior parte dei casi non provocano sintomi rilevanti.
Tuttavia, un eventuale calo delle piastrine va sempre valutato con attenzione dall’ematologo, perché in rari casi può comportare sanguinamenti interni, più rari ma potenzialmente gravi.
È bene ricordare anche che alcuni medicinali di uso comune sono antiaggreganti, come l’aspirina o gli antinfiammatori usati per dolori articolari o mal di testa, e quindi possono ridurre la funzionalità delle piastrine e aumentare il rischio di sanguinamento.
In caso di LLC, specialmente quando si ha una riduzione delle piastrine, è fondamentale non assumere farmaci di propria iniziativa, ma consultare l’ematologo, che saprà indicare alternative più sicure che non impattano con l’aggregazione piastrinica, come tachipirina o tachidol.

