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Fumo
Daniele Banfi
pubblicato il 28-05-2013

Fumo: gli italiani provano a smettere con la sigaretta elettronica



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Secondo un sondaggio realizzato dalla Fondazione Veronesi in collaborazione con ISPO, il 65% dei fumatori tenta di smettere. Più della metà con le sigarette elettroniche

Fumo: gli italiani provano a smettere con la sigaretta elettronica

Secondo un sondaggio realizzato dalla Fondazione Veronesi in collaborazione con ISPO, il 65% dei fumatori tenta di cessare la cattiva abitudine. Più della metà  con il nuovo metodo.

Di fronte a messaggi come “Il fumo uccide” in molti, almeno una volta nella vita, avranno pensato di mettere fine al diabolico vizio. Quanti però ci hanno provato seriamente? Secondo il nostro sondaggio, realizzato in collaborazione con ISPO, il 65% degli italiani che fumano dichiara di aver fatto un tentativo. Sperimentati i cerotti alla nicotina e le gomme da masticare, oggi la nuova tendenza per provare a smettere è rappresentata dall’utilizzo della sigaretta elettronica: il 57% degli italiani che fumano l’ha provata. A sperimentarla sono soprattutto i giovani e il picco massimo lo si raggiunge nelle regioni del Nord-ovest con il 69%.

COME FUNZIONA?- A differenza di quella normale la sigaretta elettronica è uno strumento che, attraverso una batteria ricaricabile, consente all’individuo che la utilizza di inalare vapore di una soluzione composta da acqua, glicole propilenico, glicerolo e aromi alimentari. In aggiunta è possibile regolare la quantità di nicotina da aggiungere alla soluzione da vaporizzare. All’apparenza assomiglia ad una sigaretta vera e propria in tutto e per tutto.

QUANDO SI USA?- Una moda, quella della sigaretta elettronica, sempre più diffusa ma non ancora quanto le classiche “bionde”. Dai dati emerge infatti che il suo utilizzo non è esclusivo. Ben il 44% dichiara di alternarla alle sigarette tradizionali e di aver ridotto l’utilizzo di queste ultime. Addirittura un 8% ha cambiato completamente abitudini e fuma solo quella elettronica. Rimane poi una buona fetta di popolazione, il 22%, che pur avendole provate ha deciso di non continuare bensì di tornare alle vecchie abitudini.

LA PERCEZIONE- Le ragioni della sua rapida diffusione sono principalmente dovuti ai benefici che i fumatori percepiscono. Secondo il sondaggio infatti l’83% delle persone che la utilizzano si dicono soddisfatte della scelta. Una percentuale che supera il 90% tra le donne. Le ragioni? Secondo la popolazione le sigarette elettroniche fanno risparmiare soldi e sono meno nocive delle tradizionali. Chi invece si dichiara contrario al loro utilizzo crede (33%) che questo nuovo modo di fumare non garantisca le stesse sensazioni della classica “bionda”.

IL PARERE- Come dichiara Paolo Veronesi, presidente della Fondazione, «Fumare è un’abitudine difficile da sradicare. In tanti hanno tentato ripetutamente di smettere senza tuttavia riuscirci in modo definitivo. Ciò accade perché la nicotina, dal punto di vista farmacologico, è una sostanza in grado di creare dipendenza». Ma l’altra dipendenza, forse ancor più forte, è quella legata alla gestualità.  «Proprio qui, a mio parere, si inserisce il vero potenziale della sigaretta elettronica: può agire sulla gestualità, che è un elemento chiave di quel complesso di fragilità, ansia, insicurezza che crea il bisogno psicologico di fumare» continua Veronesi. Ecco perché studiarne gli effetti può diventare interessante nella lotta al fumo. Le ricerche internazionali condotte, sebbene siano limitate, hanno dimostrato una buona efficacia della sigaretta elettronica nell’abbandono del tabagismo. «L’importante –conclude Veronesi- è che i dispositivi utilizzati siano senza nicotina e presentino le massime garanzie tecniche. Non solo, questo oggetto non è una panacea per tutti ma uno strumento che si deve inserire all’interno di un percorso di disassuefazione».

Daniele Banfi

@danielebanfi83

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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