Il Parlamento europeo ha pubblicato un nuovo studio che valuta a che punto siamo nella lotta contro il cancro. A vent’anni dall’avvio del primo coordinamento europeo e a quattro anni dal lancio dell’Europe’s Beating Cancer Plan, emerge un quadro in chiaroscuro: progressi importanti su vaccinazione HPV e reti di cura, ma ritardi significativi nella prevenzione primaria e nella partecipazione agli screening oncologici. Si tratta del più ampio monitoraggio finora realizzato sull’attuazione del piano, un programma da 4 miliardi di euro che punta a costruire un approccio coordinato e condiviso alla prevenzione e alla cura del cancro in Europa.
I NODI ANCORA IRRISOLTI: TABACCO, ALCOL E ALIMENTAZIONE SANA
Tra i risultati più tangibili raggiunti finora, il rapporto segnala l’ampliamento dei programmi di vaccinazione contro l’HPV e l’estensione degli screening oncologici nei Paesi membri.
Tuttavia, dietro questi traguardi emergono ombre e disuguaglianze persistenti. Il documento parla di ritardi significativi nella prevenzione primaria, in particolare sul fronte del tabacco, dell’alcol e dell’alimentazione.
LE SFIDE DELLA PREVENZIONE: TABACCO, ALCOL E ALIMENTAZIONE RESTANO NODI IRRISOLTI
Nonostante l’obiettivo ambizioso di creare una “generazione libera dal tabacco entro il 2040”, l’Europa procede a passo lento. Lo studio parla chiaramente di una “mancanza di iniziativa legislativa” e di un’attuazione frammentata tra i diversi Paesi. Mentre la Commissione ha proposto la revisione della direttiva sulla tassazione dei prodotti del tabacco, l’aggiornamento complessivo della direttiva sui prodotti del tabacco – che regola produzione e vendita – non si è ancora concretizzato.
Anche sull’alcol il bilancio è deludente. L’obiettivo di ridurre del 10% il consumo nocivo entro il 2025 appare ormai fuori portata: la riforma delle regole fiscali è ferma, e le avvertenze sanitarie obbligatorie sulle etichette non hanno fatto progressi. “Il tema della tassazione – sottolineano gli autori – resta politicamente sensibile”.
A complicare il quadro si aggiunge lo stallo sull’etichettatura nutrizionale fronte-pacco, che avrebbe dovuto armonizzare a livello UE le informazioni sugli alimenti per guidare scelte più sane. La Commissione, nel bilancio di febbraio, ha segnalato anche difficoltà finanziarie nell’attuazione delle misure nazionali e incertezze sulla copertura economica del piano nel prossimo bilancio pluriennale.
L’ITALIA NE ESCE BENE, ANCHE SE DOBBIAMO LAVORARE SULLE DISUGUAGLIANZE
Lo studio confronta i piani nazionali contro il cancro di molti paesi e l’Italia emerge tra gli esempi più virtuosi, soprattutto per la qualità e l’organizzazione delle sue reti di assistenza oncologica.
Il Piano Oncologico Nazionale 2023–2027, adottato all’inizio del 2023, è pienamente allineato con gli obiettivi dell’EBCP. Il documento punta a rafforzare la prevenzione, ridurre le disparità territoriali e consolidare il modello di presa in carico basato sulle reti di cura regionali. Il Ministero della Salute ha stanziato 50 milioni di euro per renderlo operativo.
Il cuore del sistema italiano è il modello “hub-and-spoke”, che prevede centri “hub” altamente specializzati collegati a strutture “spoke” territoriali. Questo schema, ormai consolidato, permette di garantire percorsi di cura standardizzati, ridurre la migrazione sanitaria e migliorare la qualità delle cure attraverso la collaborazione tra ospedali e l’uso della telemedicina.
Tuttavia, i ricercatori e gli stakeholder intervistati segnalano criticità strutturali: la mancanza di finanziamenti sostenibili, la complessità dei rapporti tra livelli nazionali e comunitari, e la difficoltà di promuovere ricerca congiunta per via dei costi e delle procedure amministrative. Molti esperti chiedono di trasformare le reti nate da progetti temporanei in strutture stabili e istituzionalizzate, sostenute da fondi europei permanenti e da una governance più chiara.
LE RETI EUROPEE DI ECCELLENZA: UN MODELLO ANCORA DA CONSOLIDARE
Le reti sono una delle colonne portanti dell’Europe’s Beating Cancer Plan. Il piano mira infatti a costruire nuove forme di collaborazione transnazionale, come le Reti di Centri Comprehensivi di Cura (CCC) e le Reti di Esperti (Networks of Expertise, NoE), accanto alle Reti di Riferimento Europee (ERN) già attive per i tumori rari.
In questo campo, l’Italia gioca un ruolo di primo piano: l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano coordina infatti la Joint Action JANE II, dedicata alla creazione di sette Reti di Esperti europee su diversi aspetti dell’oncologia.
L’obiettivo è ambizioso: garantire che ogni paziente europeo possa accedere a cure di alta qualità, indipendentemente dal Paese di residenza.
SCREENING E DISUGUAGLIANZE: CHE PROGRAMMI STA METTENDO IN CAMPO L’EUROPA
Ridurre le disuguaglianze nell’accesso alla prevenzione e alla diagnosi precoce è un obiettivo cardine dell’EBCP. Ma i numeri raccontano una realtà ancora diseguale. Secondo l’EU Country Cancer Profile Synthesis Report 2025, solo il 56% della popolazione europea partecipa ai programmi di screening per il tumore al seno, il 55% per quello della cervice uterina e appena il 42% per il colon-retto. Solo il 10–20% conosce l’associazione tra consumo di alcol e tumore al seno, e circa il 40% quella con il tumore al fegato.
Il Codice Europeo contro il Cancro, aggiornato l’ultima volta nel 2014, non è mai diventato patrimonio comune della popolazione. Dietro le medie europee si nascondono differenze sociali e territoriali profonde. Le persone con basso livello di istruzione hanno fino a 2,6 volte più probabilità di morire di tumore al polmone rispetto a chi ha studiato di più. Gruppi vulnerabili – come persone migranti o cittadini delle aree rurali – hanno tassi di partecipazione più bassi agli screening e alla vaccinazione anti-HPV.
Per colmare queste lacune, nel 2022 il Consiglio dell’UE ha approvato una nuova Raccomandazione sugli screening oncologici, che punta a offrire test di qualità ad almeno il 90% della popolazione idonea entro il 2025. La raccomandazione include, oltre a seno, colon e cervice, anche programmi pilota per il polmone, la prostata e lo stomaco.


