Chiudi
Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 14-09-2017

Attenzione al grasso addominale dopo la menopausa: c'è un legame con il cancro



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Il grasso addominale in post-menopausa più che il peso corporeo sembrerebbe un fattore di rischio per lo sviluppo di alcuni tumori. I dati presentati al congresso della società europea di oncologia medica (Esmo)

Attenzione al grasso addominale dopo la menopausa: c'è un legame con il cancro

In post-menopausa l'accumulo di grasso addominale - e in particolare a livello del girovita - rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di tumori quali quelli del polmone e quelli gastrointestinali. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio presentato nei giorni scorsi a Madrid nel corso del congresso ESMO (European Society for Medical Oncology), il più importante appuntamento europeo dedicato alla lotta ai tumori.

Con l'obesità cresce il rischio di ammalarsi di pancreatite acuta

Con l'obesità cresce il rischio di ammalarsi di pancreatite acuta

29-08-2017
IL PESO IN ECCESSO E' UN FATTORE DI RISCHIO PER IL CANCRO

Che i chili di troppo siano un problema per la salute cardiovascolare lo sappiamo da tempo. Con gli anni però sempre più numerosi studi cominciano ad indicare che l'eccessivo peso corporeo può essere considerato un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie oncologiche. Diverse analisi mostrano infatti che i chili di troppo sono un fattore di rischio per lo sviluppi di cancro al seno, endometrio (con una maggiore incidenza dopo la menopausa), colon-retto, fegato, pancreas, esofago e ovaie. 

Download

REGISTRATI

per scaricare o sfogliare il materiale

Menopausa. I consigli alimentari della Fondazione Veronesi

CONTENUTO PLUS

Contenuto
Plus

Sei già registrato? ACCEDI

TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

ATTENZIONE PIU' AL GRASSO ADDOMINALE CHE AL PESO

Lo studio da poco presentato si spinge però oltre e comincia a considerare anziché il peso corporeo il ruolo del grasso addominale. Nella ricerca emerge infatti che quest'ultimo è un fattore negativo più importante di quello determinato dal peso corporeo totale. Per arrivare a questo risultato gli autori dello studio, gli oncologi del Nordic Bioscience and ProScion di Herlev (Danimarca), hanno seguito per 12 anni oltre 8 mila donne dell'età media di 70 anni. Tramite un apposito esame è stata analizzata la distribuzione del grasso corporeo e la quantià di massa magra e grassa e i risultati sono stati incrociati con il registro tumori danese. Dalle analisi è emersa una particolare associazione tra il rischio di sviluppare tumori del polmone e gastrointestinali all'aumentare del grasso addominale e indipendentemente dal peso.

In Italia la cura dei tumori è tra le migliori d'Europa

In Italia la cura dei tumori è tra le migliori d'Europa

11-09-2017
IL RUOLO DELL'INSULINA 

«Il risultato, in particolare per quanto riguarda il tumore al polmone, è davvero interessante», commenta Andrea De Censi, direttore dell'unità di oncologia medica all'ospedale Galliera di Genova. Indiziata numero uno parrebbe l'insulina: in post menopausa l'insulina ha effetti negativi sulla produzione di ormoni e le cellule adipose nel tessuto grasso aumentano l'infiammazione cronica per tutto il corpo, un altro fattore di rischio per diversi tumori. «Questi dati aprono ora la porta a possibili interventi soprattutto nei pazienti obesi. Oltre alla perdita di grasso con la dieta e l'esercizio fisico, potrebbe esserci un ruolo potenziale per un farmaco antidiabetico (la metformina) che potrebbe ridurre gli effetti dell'insulina e contribuire alla prevenzione del cancro», conclude De Censi.

Sostieni la ricerca, sostieni la vita. Dona ora per la ricerca contro i tumori femminili

Per combattere i tumori femminili la ricerca ha bisogno di te

Per combattere i tumori femminili la ricerca ha bisogno di te

Sostieni la ricerca,
sostieni la vita


Scegli la tua donazione

Importo che vuoi donare

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina