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Oncologia
Francesca Morelli
pubblicato il 28-02-2014

La vitamina C per vena combatte il tumore ovarico?



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Studi di laboratorio, per ora ancora preliminari, attestano esiti positivi nel potenziare l’efficacia della chemio e ridurre gli effetti collaterali

La vitamina C per vena combatte il tumore ovarico?

La vitamina C, ad alte dosi, somministrata per via endovenosa potrebbe aiutare non soltanto a potenziare l’azione della chemioterapia ma anche a ridurre gli effetti collaterali nel tumore dell’ovaio. I primi promettenti risultati, pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine, sono attestati da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università del Kansas con la collaborazione del National Institute of Diabetes and Diagestive and Kidney Diseases.

 

LA VITAMINA C

L’acido ascorbico (Vitamina C), come ‘strategia’ contro i tumori, era già stato sperimentato in passato per via orale ma senza beneficio. Oggi però nuove ricerche di laboratorio attesterebbero la capacità di questa sostanza, iniettata in vena, di raggiungere ad alte concentrazioni non solo il sangue ma anche i tessuti, contribuendo ad uccidere le cellule malate e risparmiando invece i tessuti sani.

«Abbiamo potuto osservare che la vitamina C combinata alla chemioterapia – dichiara Mark Levin , autore della ricerca – una volta pervaso il fluido che circonda e separa una cellula dall’altra, non solo agisce da potente antiossidante con la produzione di perossido di idrogeno (acqua ossigenata) che distrugge le cellule del tumore ovarico e potenzia l’azione antitumorale della chemioterapia, ma sarebbe anche in grado di limitare gli effetti collaterali del trattamento rispetto a una chemioterapia standard (carboplatino e paclitaxel) senza aggiunta di vitamina C».

È ancora presto per trarre conclusioni definitive, ma visti i primi risultati positivi (anche su un ridottissimo numero di pazienti affette da tumore ovarico), secondo i ricercatori americani vi sarebbero i presupposti per avviare trial clinici su larga scala e testare la reale efficacia del cocktail.

 

IL PARERE ITALIANO

La notizia è accolta positivamente anche dal mondo accademico fuori confine. «I 10 mg al giorno di vitamina C devono essere iniettati per via endovena – dichiara il professor Nicola Surico, presidente uscente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) ed attuale Presidente dei chirurghi italiani - dunque in una maniera più invasiva per la paziente ma, se così facendo gli effetti sono migliorativi sia ai fini del trattamento che della qualità della vita, è una strada da perseguire».

In Italia il ‘trattamento’ con vitamina C, secondo questa metodica (stante anche lo studio pubblicato solo di recente), non è ancora in uso. Vanno tuttavia menzionati anche alcuni studi contrastanti sulla vitamina C: in passato, infatti, veniva considerata come un potente antiossidante, mentre ricerche più attuali ne hanno evidenziato anche un effetto pro-ossidativo che favorirebbe la continuità di azione nei processi degenerativi. Da qui la reale necessità di vagliare con ulteriori studi le effettive proprietà e/o vantaggi di questa vitamina.


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