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Pediatria
Fabio Di Todaro
pubblicato il 09-01-2018

In Italia l'obbligo vaccinale funziona



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Quasi un bambino su tre di quelli che non erano vaccinati ha eseguito la profilassi prevista per l'iscrizione a scuola. Sull'obbligo vaccinale italiano un editoriale su The Lancet

In Italia l'obbligo vaccinale funziona

A tre mesi dall'introduzione dell'obbligo vaccinale per l'iscrizione a scuola, i risultati sono già confortanti: il trenta per cento dei bambini nati tra il 2011 e il 2015 che non erano stati vaccinati sono stati immunizzati. Segno che «la legge è uno strumento potente a disposizione degli Stati per arginare la diffusione di malattie infettive prevenibili», è quanto dichiarato dai tre autori italiani dell'editoriale pubblicato sulla rivista The Lancet Infectious DiseasesCarlo Signorelli, Anna Odone (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) e Stefania Iannazzo (ministero della Salute).

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RECUPERATO (QUASI) UN BAMBINO ITALIANO SU TRE

Un primo bilancio relativo alla copertura vaccinale in Italia giunge dai dati preliminari raccolti in cinque regioni italiane dal Ministero della Salute. «I numeri relativi alla fase successiva all'approvazione del decreto indicano tra giugno e ottobre un aumento dell'un per cento per l'esavalente e  del 2,9 per cento per il vaccino Mpr - afferma Signorelli, ordinario di igiene e sanità pubblica -. Il recupero dei bambini non vaccinati è stato del 29,8 per cento». Ciò vuol dire che quasi un bambino su tre di quelli che non erano vaccinati ha eseguito la profilassi prevista per la sua età e per l'iscrizione al nido, alla scuola materna o primaria. I vaccini citati da Signorelli proteggono complessivamente da nove malattie infettive: la difterite, il tetano, la pertosse, l'epatite B, la poliomielite, l'haemophilus influenzae B (coperti con l'esavalente), il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr). Del «pacchetto-scuola» fa parte anche il vaccino contro la varicella, a differenza degli altri obbligatorio però soltanto per i nati dal 2017 in poi. 

 

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IL SOSTEGNO DELLA COMUNITA' SCIENTIFICA

Il dibattito sulla legge non può comunque limitarsi al solo monitoraggio delle coperture. «Se in Australia gli esperti si chiedono se le iniziative statali si siano spinte troppo in là, trasformare l'obbligo vaccinale in legge in Italia ha ricevuto un forte supporto dalla comunità scientifica», affermano gli autori del documento. Come interpretare il passo compiuto dall'Italia dopo aver registrato il progressivo crollo delle vaccinazioni, in particolare di quella contro il morbillo, per via della (falsa) correlazione con l'autismo? S'è trattato di un atto di rassegnazione? O di un'ammissione di colpa per non aver saputo promuovere con le buone il valore sociale della profilassi vaccinale? Gli scienziati non si sbilanciano. Mentre un passo in avanti lo azzarda Roberto Burioni, docente di microbiologia al San Raffaele e tra i più strenui sostenitori dell'obbligo vaccinale. «I più pessimisti temevano che si sarebbe ottenuto l'effetto opposto, invece i primi dati ci autorizzano a sperare che in Italia stia accadendo quello che è già accaduto in California, dove in due anni di obbligo la copertura è aumentata di più del cinque per cento».


Dai vaccini una lezione sulla comunicazione della scienza

COMUNICAZIONE E SOCIAL NETWORK

Anche l'attività di comunicazione portata avanti attraverso il web ha premiato le parti convinte dell'importanza delle vaccinazioni e della necessità di ricorrere all'obbligo per l'iscrizione a scuola. Questo è quanto s'evince dall'indagine condotta da «Voices from the blogs», spin-off dell'Università degli Studi di Milano, che ha analizzato 530.000 commenti pubblicati da circa 60.000 utenti su Twitter e Facebook tra settembre del 2015 e marzo del 2017. I contrari ai vaccini sono risultati più autoreferenziali e in difficoltà nell'attrarre condivisioni, a differenza di chi invece negli ultimi mesi ha sempre fatto sentire la sua voce a favore.

 

I VACCINI SONO SICURI? ECCO I DATI

A spezzare una lancia nei confronti delle vaccinazioni è anche l'ultimo rapporto sulla sorveglianza post-marketing dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Il documento, relativo al 2016, descrive i risultati delle analisi condotte per tipologia di vaccino sulle segnalazioni inserite nella rete nazionale di farmacovigilanza. «Non sono emerse problematiche di sicurezza che possano modificare il rapporto tra beneficio e rischio dei vaccini utilizzati - afferma il direttore generale, Mario Melazzini -. La maggior parte delle reazioni segnalate, pari circa all'84 per cento, sono state definite non gravi. Tra queste, le più comuni sono state febbre, reazioni nel punto di iniezione, irritabilità, malessere, pianto, cefalea». Le segnalazioni su vaccini inserite in Rete nel 2016 sono state 4.766. Le segnalazioni di sospette reazioni avverse considerate gravi sono state rare e nella maggior parte dei casi sono risultate a carattere transitorio, con risoluzione completa dell’evento segnalato e non correlabili alla vaccinazione. Dei sette casi con esito fatale descritti nel dossier, nessuno è risultato correlabile con la vaccinazione tra quelli per i quali è stato possibile valutare il nesso di causalità.

 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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