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Pediatria
Fabio Di Todaro
pubblicato il 25-10-2017

Quasi un bambino su tre ha un disturbo del sonno



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Nei primi tre anni di vita, quasi il trenta per cento dei bambini presenta un disturbo del sonno. Russamento, sonnambulismo e sindrome delle gambe senza riposo i più diffusi

Quasi un bambino su tre ha un disturbo del sonno

Siamo cresciuti sognando la loro spensieratezza, considerata necessaria per poter stendersi sul letto e lasciarsi andare a un riposo profondo e ristoratore. Ma ormai nemmeno i bambini sono così sicuri di poter dormire a lungo, se nei primi tre anni di vita quasi uno su tre presenta un disturbo del sonno. Una quota rilevante che, sebbene tenda a ridursi con gli anni che passano, viene tenuta in considerazione dagli esperti. Perché se in linea generale non c'è dubbio sul fatto che un riposo adeguato sia necessario al mantenimento di un buono stato di salute, la sua mancanza interferisce con quelle che sono considerate delle priorità per i più piccoli: processi di crescita, sviluppo delle difese immunitarie, aumento della concentrazione e delle capacità decisionali.


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IL RUSSAMENTO PRIMA CAUSA DI DISTURBO DEL SONNO

Tra i principali disturbi del sonno in età pediatrica, gli esperti segnalano i quelli respiratori notturni. «Un bambino su tre tra i due e i sei anni russa in maniera occasionale, ma c'è anche chi lo fa abitualmente», dichiara Luigi Ferini Strambi, direttore del centro di medicina del sonno e ordinario di neurologia all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Sono tre le cause che possono determinare il russamento nei più piccoli: l'ipertrofia delle tonsille, la presenza di malformazioni delle ossa facciali (micrognazia) o l'obesità. Tutte condizioni che possono sfumare nel tempo, sebbene diversi studi dimostrino comunque come i disturbi del sonno del bambino, se non trattati adeguatamente, possono perpetuarsi anche oltre la maggior età. Ma che nei primi anni di vita hanno un impatto deciso sul sonno dei più piccoli. Se non osservandolo durante la notte, come riconoscere la presenza di un disturbo respiratorio in un bambino? «Prestando attenzione sopratutto all'ipercinesia diurna, descrivibile con la tendenza a compiere movimenti involontari che denotano una scarsa applicazione mentale», prosegue l'esperto. Un aspetto che marca una differenza sostanziale tra il bambino e l'adulto, in cui invece il primo segno della presenza di un disturbo respiratorio notturno è dato dalla sonnolenza durante il giorno.  

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ALTRI DISTURBI DEL SONNO NEI BAMBINI

Altre problematiche del bambino correlate al momento del riposo sono il sonnambulismo e la sindrome delle gambe senza riposo. La loro frequenza risulta più alta nella tarda infanzia. «L’episodio sonnambulico si verifica in genere nella prima parte del sonno - prosegue Ferini Strambi -. Se gli episodi avvengono invece a distanza di qualche ora dall’inizio del sonno o si ripetono più volte nel corso della stessa notte, occorre approfondire le indagini per escludere altre condizioni: come per esempio la presenza di una epilessia del lobo notturno frontale». Si manifesta invece durante la fase di addormentamento la sindrome delle gambe senza riposo. Un disturbo neurologico che, come spiega Oliviero Bruni, direttore dell'unità operativa di neuropsichiatria infantile dell'ospedale Sant'Andrea di Roma e segretario della Società europea dei disturbi del sonno, è caratterizzato «dal movimento periodico delle gambe quando si è addormentati, che determina una cattiva qualità del sonno.  La persona che ne soffre avverte un fastidio come un bruciore o un formicolio o dei crampi e se si muove, se agita le gambe questo fastidio diminuisce».

I CONSIGLI PER I GENITORI

Lo scenario che emerge racconta come il sonno sia tutt'altro che un fenomeno spontaneo. La prima regola suggerita dagli esperti è quella di definire orari e metodi certi nel tempo. «Il bambino deve essere accompagnato dai genitori in questa fase mediante la messa in atto di alcuni rituali: come lavare i denti, mettere il pigiama, leggere o raccontare una fiaba - sostiene Susanna Esposito, direttore della clinica pediatrica all'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia e presidente dell'Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) -. Si tratta di semplici azioni che, ripetute ogni sera, aiutano a segnalare l'avvicinarsi del momento di andare a letto e tranquillizzano il bambino che si appresta ad affrontare la fase del sonno». Se il sonno non arriva allora sarà necessario allontanarsi, rimanere comunque nelle sue vicinanze e rassicurarlo dicendogli che non ce ne andremo finché non si addormenterà.

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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