L'esposizione all'inquinamento atmosferico diminuisce le probabilità di successo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita. A mostrarlo è uno studio presentato al recente congresso Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE). In particolare l'analisi ha evidenziato come l'esposizione al particolato fine (PM) possa ridurre significativamente le probabilità di successo della fecondazione in vitro con una diminuzione fino al 40% nel tasso di nascite.
GLI EFFETTI DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Che l'inquinamento atmosferico sia dannoso per i nostri polmoni non è certo una novità. Ma se questo è particolarmente evidente, c'è però un altro apparato -quello cardiovascolare- che risente fortemente dei danni dell'inquinamento. Vivere in zone inquinate -sono ormai moltissimi gli studi che lo dimostrano- aumenta significativamente il rischio di eventi cardiovascolari come infarti ed ictus. Ora sempre più studi stanno incominciando a dimostrare l'effetto deleterio del particolato atmosferico sulla salute riproduttiva.
GLI EFFETTI SULLA SALUTE RIPRODUTTIVA
L'esposizione al particolato fine come PM2.5 e PM10, ad esempio, è stata associata a disfunzioni del sistema endocrino che possono influenzare la regolazione degli ormoni riproduttivi. Questo può portare a cicli mestruali irregolari e problemi di ovulazione. Non solo, che l'inquinamento atmosferico può ridurre la riserva ovarica, diminuendo il numero e la qualità degli ovociti. Questi sono solo alcuni degli effetti. Più in generale diversi studi epidemiologici hanno confermato che l'esposizione cronica al particolato atmosferico è associata a una diminuzione della fertilità e a un aumento delle complicazioni in gravidanza.
GLI EFFETTI SULLE TECNICHE DI PMA
Ora l'analisi presentata in occasione del congresso ESHRE aggiunge un tassello ulteriore di conoscenza. Gli effetti deleteri dell'inquinamento sono tangibili anche in quelle persone che si sottopongono a procreazione medicalmente assistita. Lo studio, condotto da ricercatori australiani, rappresenta un’analisi dettagliata del legame tra inquinamento atmosferico e fertilità umana, focalizzandosi sull’effetto del particolato fine durante i cicli di fecondazione in vitro. Eseguito nell’arco di otto anni a Perth, ha coinvolto un campione significativo di 1.836 pazienti, con un totale di 3.659 trasferimenti di embrioni congelati. Le partecipanti allo studio avevano un’età media di 34,5 anni al momento del prelievo degli ovociti e di 36,1 anni al momento dell’impianto degli embrioni. L’analisi ha rivelato un chiaro trend negativo: maggiore è l’esposizione al particolato fine nelle due settimane precedenti all'impianto, minore è la probabilità di successo della gravidanza.