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Tumore del pene

Informazioni su sintomi, diagnosi, cura e prevenzione del tumore del pene.

Il tumore del pene è una forma rara di cancro maschile che colpisce quasi sempre uomini sopra i 50 anni. Nella maggior parte dei casi si tratta di carcinomi che originano da cellule squamose superficiali, ma può anche manifestarsi come adenocarcinoma (dalle cellule ghiandolari del pene), melanoma o carcinoma in situ. La malattia può invadere i tessuti circostanti e diffondersi attraverso i linfonodi o il sangue verso altri organi. Rappresenta soltanto lo 0,4-0,6% di tutte le neoplasie negli Stati Uniti e in Europa, ma la sua incidenza raggiunge valori molto più elevati – fino al 20-30% di tutti i tumori maschili – in alcune aree di Asia, Africa e Sud America.

Fattori di rischio e prevenzione

L’infezione persistente da papillomavirus (HPV) è il principale fattore di rischio per lo sviluppo del tumore del pene. Altri fattori associati includono la fimosi (prepuzio stretto), le infezioni croniche, comportamenti sessuali che aumentano il rischio di infezione da HPV (ad esempio cambio frequente di partner), l’età avanzata, il fumo, la scarsa igiene genitale e alcune condizioni infiammatorie come il lichen sclerosus. La vaccinazione contro HPV, l’uso del preservativo per una sessualità sicura, una corretta igiene genitale e l'astensione dal fumo sono azioni che riducono il rischio di tumore al pene.

Sintomi

Il tumore del pene può manifestarsi con una serie di segnali spesso ingannevoli: un rigonfiamento o dolore persistente per diverse settimane, sanguinamento dal pene o prepuzio, secrezioni maleodoranti, ispessimento o ulcerazioni sulla pelle del glande o del prepuzio. La comparsa di piccole lesioni, placche o un colore diverso della cute possono essere i primi segnali da non sottovalutare. In presenza di tali sintomi, è fondamentale consultare rapidamente uno specialista.

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Diagnosi

Per diagnosticare il tumore del pene, il medico – che può essere il medico di base o lo specialista urologo – inizia raccogliendo informazioni dettagliate sui sintomi, sulla storia clinica del paziente, su eventuali casi di tumore nei familiari stretti e sulle abitudini di vita. Durante la visita viene effettuata un’attenta analisi del pene e della regione genitale, alla ricerca di eventuali lesioni, noduli o alterazioni cutanee che possano far sospettare la presenza di un tumore.

Se dall’esame clinico emerge un sospetto, il passo successivo è la biopsia, ovvero il prelievo di un piccolo campione di tessuto da analizzare al microscopio per confermare la natura tumorale della lesione. La biopsia può essere di due tipi: incisionale, quando viene asportata solo una parte del nodulo o del tessuto anomalo; oppure escissionale, quando si rimuove un intero frammento di tessuto sospetto.

Una volta confermata la diagnosi, è necessario stabilire l’estensione della malattia, cioè se le cellule tumorali sono presenti solo nel pene o si sono diffuse ad altre parti del corpo. A questo scopo si ricorre a esami di imaging, tra cui:

  • Tomografia Assiale Computerizzata (TAC), che utilizza radiazioni ionizzanti per ottenere immagini dettagliate delle strutture interne da diverse angolazioni, permettendo di rilevare eventuali metastasi in altre sedi.
  • Risonanza Magnetica Nucleare (RMN), che sfrutta radiazioni non ionizzanti e può essere ripetuta a brevi intervalli di tempo, consentendo di monitorare l’evoluzione della malattia.
  • Tomografia a Emissione di Positroni (PET), che evidenzia la presenza di cellule maligne eventualmente diffuse nell’organismo.

L’insieme di questi accertamenti consente di definire con precisione lo stadio del tumore e la sua eventuale diffusione, informazioni essenziali per scegliere la strategia terapeutica più appropriata.

Cure e trattamenti

Il trattamento del tumore del pene viene scelto in base a diversi fattori, tra cui lo stadio della malattia, le dimensioni e la posizione della lesione, l’eventuale diffusione alle strutture circostanti o ad altre parti del corpo, oltre alle condizioni generali di salute del paziente. L’obiettivo principale è rimuovere il tumore preservando, quando possibile, la funzionalità e l’aspetto estetico del pene.

Nelle fasi iniziali della malattia, quando la neoplasia è circoscritta e non ha ancora invaso profondamente i tessuti, è possibile ricorrere a interventi chirurgici conservativi. Questi includono l’asportazione locale della lesione o la chirurgia laser, che permette di rimuovere il tumore limitando al minimo il danno ai tessuti sani circostanti. In alcuni casi selezionati può essere utilizzata anche la crioablazione, una tecnica che sfrutta temperature molto basse per distruggere le cellule tumorali senza ricorrere a un intervento chirurgico esteso.

Se il tumore è più esteso, si può rendere necessaria una penectomia parziale, cioè l’asportazione di una parte del pene, oppure, nei casi più gravi, una penectomia totale, con la rimozione completa dell’organo. In entrambe le situazioni si cerca di garantire al paziente la possibilità di urinare in posizione eretta e di mantenere, per quanto possibile, una vita sessuale soddisfacente.

Quando vi è coinvolgimento dei linfonodi inguinali, può essere indicata la loro asportazione chirurgica, anche a scopo preventivo, per ridurre il rischio di diffusione della malattia.

La radioterapia può essere utilizzata come trattamento principale nei tumori piccoli o come opzione alternativa alla chirurgia nei pazienti che non possono o non vogliono essere operati. Può anche essere impiegata dopo l’intervento chirurgico per distruggere eventuali cellule tumorali residue.

La chemioterapia trova indicazione soprattutto nei casi avanzati o metastatici, oppure come terapia neoadiuvante (prima della chirurgia) per ridurre le dimensioni del tumore e facilitarne la rimozione. Nei casi in cui il tumore si sia diffuso a distanza, la chemioterapia viene somministrata con finalità palliative, allo scopo di rallentare la progressione della malattia e alleviare i sintomi.

La scelta del trattamento viene sempre effettuata da un team multidisciplinare di specialisti, che valuta attentamente i rischi e i benefici di ogni opzione terapeutica, tenendo conto non solo dell’efficacia clinica, ma anche della qualità di vita del paziente dopo le cure.

Prognosi e sopravvivenza

La prognosi del tumore del pene dipende in gran parte dallo stadio alla diagnosi. Quando il tumore viene individuato in fase precoce e non ha ancora raggiunto i linfonodi o altre parti del corpo, le possibilità di guarigione sono molto elevate. In questi casi, gli interventi chirurgici conservativi o localmente invasivi permettono non solo di eliminare la malattia, ma anche di preservare in buona parte la funzionalità del pene.

Quando invece la diagnosi avviene in una fase più avanzata, con interessamento dei linfonodi o metastasi a distanza, la prognosi peggiora. In queste situazioni, anche se le terapie possono rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità di vita, le probabilità di guarigione completa sono più basse.

Un elemento cruciale per migliorare la sopravvivenza è la diagnosi tempestiva: riconoscere subito i sintomi sospetti e rivolgersi al medico senza ritardi può fare la differenza tra un trattamento conservativo e uno più invasivo.

Le 5 domande più frequenti sul tumore al pene

I segnali iniziali possono includere la comparsa di noduli, ulcere o aree arrossate sulla pelle del pene, spesso indolori nelle fasi precoci. Possono comparire anche secrezioni, sanguinamenti, cattivo odore o ingrossamento dei linfonodi inguinali. Qualsiasi lesione persistente dovrebbe essere valutata da un medico.

No. È un tumore raro nei paesi occidentali, ma il rischio di contrarlo aumenta in presenza di fattori di rischio come infezione da HPV, scarsa igiene intima, fimosi non trattata o fumo.

La diagnosi parte da una visita medica con anamnesi e ispezione della zona genitale. Se si sospetta un tumore, si procede con una biopsia per confermare la natura della lesione e analizzarne le caratteristiche. Successivamente, esami come TAC, risonanza magnetica o PET aiutano a determinare l’estensione della malattia.

Il trattamento può includere chirurgia conservativa, penectomia parziale o totale nei casi avanzati, radioterapia o chemioterapia. La scelta dipende dallo stadio della malattia, dall’estensione del tumore e dalle condizioni generali del paziente.

Se diagnosticato precocemente, il tumore del pene può essere curato con ottime probabilità di guarigione. Nei casi più avanzati, le terapie mirano a rallentare la progressione e mantenere la migliore qualità di vita possibile.

NOTA BENE: Le informazioni contenute in questa pagina non sostituiscono il parere e le spiegazioni del tuo medico.

Ultimo aggiornamento:02.10.2025

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