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Daniele Banfi
pubblicato il 09-04-2019

Candida auris: no all'allarmismo



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Resistente ai più comuni antimicrobici, Candida auris è un fungo che può essere molto pericoloso per gli individui immunocompromessi. Non è da sottovalutare, ma la vera emergenza è per i microrganismi multiresistenti agli antibiotici

Candida auris: no all'allarmismo

Negli ultimi giorni a contribuire alla notorietà di Candida auris ci ha pensato la prestigiosa testata "The New York Times" con una serie di approfondimenti sulla sua pericolosità. Descritto per la prima volta nel 2009, questo fungo è stato inserito dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitense tra le principali minacce per la salute globale. Una preoccupazione lecita che non deve però far dimenticare che il fungo in questione può essere letale nelle persone immunocompromesse

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CHE COS'E' CANDIDA AURIS?

Candida auris è un fungo isolato per la prima volta nel 2009 in Giappone dall'orecchio -da qui il nome auris che, in latino, significa orecchio- di una donna. Capace di creare infezioni a livello sanguigno e in particolare nelle ferite cutanee, il fungo  ha una mortalità che varia tra il 30% e il 75%. Decessi che avvengono mediamente in 3 settimane dall'infezione. In particolare si tratta di un lievito strettamente imparentato con la più nota Candida albicans. Entrambi questi funghi sono opportunisti, ovvero forme di vita che non hanno alcun impatto sull'ospite in cui vivono -in questo caso noi umani- fino al momento in cui per varie ragioni il sistema immunitario viene impegnato su altri fronti e così non può più controllarne la crescita causando un'infezione.

PERICOLOSA NELLE PERSONE IN PRECARIO STATO DI SALUTE

Proprio per la vaghezza dei sintomi -come febbre, stanchezza e dolori muscolari- e la difficoltà a ricercarne la presenza attraverso indagini diagnostiche, è complicato stimare quante persone abbiano contratto un'infezione da Candida auris. Ad oggi negli Stati Uniti le diagnosi confermate sono di poche centinaia. Proprio per la caratteristica di essere opportunista, Candida auris è risultata fatale in persone dal quadro clinico ampiamente compromesso. Il colpo finale rispetto ad una situazione non buona in partenza.

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LA VERA EMERGENZA E' L'ANTIBIOTICORESISTENZA

Resistente ai più comuni farmaci contro i funghi -gli antimicotici- Candida auris è oggi "curabile", secondo le linee guida emanate già lo scorso anno dal CDC, attraverso la somministrazione di echinocandine -una nuova classe di farmaci- o con un mix di antimicotici ad alte dosi. La guardia di certo non va abbassata ma ad oggi la vera minaccia è rappresentata dai microrganismi multiresistenti. In Italia le infezioni correlate all’assistenza intra-ospedaliera colpiscono ogni anno circa 284.000 persone, pari al 10% dei ricoveri. Di queste un numero che oscilla tra i 4.500 e i 7.000 sfociano in decessi. Secondo l'ormai nota analisi Review on Antimicrobial Resistance, datata 2016, entro il 2050, a queste condizioni, le infezioni batteriche causeranno più morti del cancro (quasi 10 milioni di decessi l'anno). Uno scenario evitabile attraverso un miglior utilizzo degli antibiotici a nostra disposizione, alla prevenzione delle infezioni a livello nosocomiale e alla ricerca di nuove molecole efficaci.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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