La salute è fatta anche di silenzio. E il traffico urbano rappresenta una fonte di rumore eccessivo che nelle città europee espone 60 milioni di persone a livelli nocivi di inquinamento acustico. Il prezzo? Problemi fisici e mentali, oltre ad alcune migliaia di decessi evitabili provocati da malattie ischemiche.
L'INQUINAMENTO ACUSTICO IN EUROPA
A misurare la diffusione e l’impatto dell’inquinamento acustico è stato un gruppo internazionale di ricercatori che ha esaminato i dati relativi a 749 città europee. Si tratta di uno dei primi lavori così estesi e con un metodo di studio robusto su questo tema. I dati sul livello di rumore in città causato prevalentemente dai mezzi di trasporto sono stati raccolti nell’ambito dell’Urban Audit 2018 o da iniziative locali. Quasi la metà della popolazione adulta che abita nelle città considerate è risultata esposta a livelli di inquinamento acustico superiore alle soglie indicate dall’Organizzazione mondiale della sanità.
LA RICERCA
Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Institute for Global Health di Barcellona. Nelle 749 città considerate, il 48 per cento degli adulti, ovvero poco meno di 60 milioni di persone, risulta esposta a livelli di inquinamento acustico che superano le raccomandazioni contenute nelle linee guida dell’OMS, ovvero superiori a 53 decibel di media nell’arco delle 24 ore. Qualche esempio? Decisamente tranquille Berlino e Bruxelles, dove la quota di persone sovraesposte si aggira intorno al 30 per cento; fra il 40 e il 47 per cento a Lisbona, Madrid, Amsterdam e Copenhagen; sopra il 60 per cento a Roma (60,5 per cento), Oslo e Parigi; ben 86,5 per cento a Vienna.
GLI EFFETTI SULLA SALUTE
Cosa significa essere costantemente esposti a troppo rumore? Gli autori dello studio richiamano i dati di precedenti lavori scientifici, che stabiliscono un nesso fra inquinamento acustico e problemi di salute come disturbi del sonno, stress, malattie cardiovascolari e metaboliche, problemi ostetrici, cognitivi, compromissione del benessere e della salute mentale e anche mortalità precoce. «L’esposizione prolungata al rumore ambientale può provocare una reazione allo stress continuativo che porta all’attivazione del sistema nervoso simpatico e del sistema endocrino» scrivono i ricercatori. Con quali conseguenze? Ciò porta «al rilascio di ormoni dello stress, all’aumento della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna e della vasocostrizione, che possono anche portare a patologie croniche come quelle cardiovascolari» oltre che a «depressione e disturbi d’ansia». Infine, «il disturbo del sonno impedisce un riposo adeguato ed è il precursore di molte malattie come l’obesità, il diabete, l’ipertensione e la demenza». Tirate le somme, gli autori della ricerca stimano che se ci si attenesse ai limiti suggeriti dall’OMS si eviterebbero 3.600 morti l’anno solo per malattie cardiovascolari ischemiche.
