Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.
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MagazinePiù infarti e ictus se si è depressi da anziani
Un’indagine lunga dieci anni ha mostrato un’incidenza più alta di problemi cardio e cerebrovascolari MagazineL’ossitocina rafforza la socialità (come la marijuana)
L’ormone stimola nel cervello la creazione di neurotrasmettitori simili a quelli prodotti dalla droga. In futuro forse un aiuto per l’autismo MagazineParkinson, fra i possibili segnali anche le cadute
Chi è colpito dalla malattia ha un rischio di cadere più alto della media, anche 10 anni prima della diagnosi. I ricercatori a caccia di biomarker per migliorare la diagnosi Magazine«Dopo il tumore resta la paura, ma si è più forti»
Camilla, 26 anni, racconta la sua storia di coraggio contro l’osteosarcoma che l’aveva colpita quando era appena una ragazzina MagazineTumore al seno: meno stress, più sopravvivenza
Provato a Miami uno speciale trattamento cognitivo-comportamentale che prolunga la vita alle donne operate MagazineMeno testosterone aumenta il rischio di Alzheimer?
Sotto esame i possibili effetti cognitivi della deprivazione androgenica utilizzata contro il tumore della prostata Magazine«Mio figlio ha un tumore». Cosa può fare un genitore?
Incredulità, dolore, sensi di colpa. I consigli di Carlo Clerici, specialista che lavora a fianco di ragazzi e famiglie. «Difendete la normalità, per quanto possibile» MagazineTumore al seno, le insidie della depressione
Due recenti ricerche confermano la pericolosità del “male oscuro” e liberano da gravi sospetti gli psicofarmaci. Lo psiconcologo: «Non trascuriamo la psicoterapia» MagazineLa dipendenza dal cibo si può “vedere” nel cervello
Nelle persone obese si attivano aree cerebrali differenti rispetto ai normopeso, implicate nel sistema di gratificazione e ricompensa. Possibile aiuto nelle cure MagazineCosì i grassi nella dieta favoriscono il declino cognitivo
La "responsabilità" è dell'azione inibitoria nei confronti delle cellule immunitarie del cervello, che finiscono per danneggiare le sinapsi. Il dato, per ora testato in laboratorio, è però reversibile