Cerimonia dei Finanziamenti alla ricerca scientifica di Fondazione Veronesi: il resoconto della giornata

Premiati 165 ricercatori e assegnata alla Fondazione la medaglia del Presidente della Repubblica

Da un lato il rigore della scienza, dall’altro l’umanità delle storie. La cerimonia di consegna dei finanziamenti alla ricerca scientifica di Fondazione Umberto Veronesi – tenutasi oggi, 6 giugno 2025 nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano – ha unito questi due mondi nel segno dell’impegno, della fiducia e della speranza.

Sono stati 165 i giovani ricercatori premiati – selezionati tra oltre 260 candidature – che nel 2025 potranno proseguire o iniziare il proprio percorso di ricerca grazie alle borse e ai progetti finanziati dalla Fondazione.

A testimoniare il valore di questo appuntamento, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha destinato a Fondazione Umberto Veronesi, quale suo premio di rappresentanza, la medaglia della Presidenza della Repubblica. Un riconoscimento che sottolinea l’importanza del sostegno alla scienza come leva per un futuro più giusto e umano.

Ad aprire la cerimonia è stata Marina Brambilla, rettrice dell’Università degli Studi di Milano, che ha accolto il pubblico sottolineando «l’importanza della ricerca scientifica come motore di progresso» e l’urgenza di «migliorare la percezione della figura del ricercatore, valorizzandone il ruolo nella società e riconoscendone il contributo fondamentale per il bene collettivo».

Ha poi preso la parola il presidente della Fondazione, Paolo Veronesi, che ha ricordato come questo appuntamento rappresenti «il momento più importante dell’anno, un’occasione per celebrare la scienza, il talento e il legame profondo tra ricerca e speranza». Nel suo intervento ha ripercorso l’eredità scientifica e umana del padre, Umberto Veronesi, sottolineando quanto la sua visione continui a ispirare il lavoro quotidiano della Fondazione: «Ha insegnato a guardare al malato, non solo alla malattia. A considerare la cura come un insieme di competenze ma anche di attenzione, ascolto, umanità». E rivolgendosi direttamente ai premiati, ha aggiunto: «So che la strada che avete scelto non è facile, ma il vostro lavoro costruisce futuro. La scienza è quella strada, e voi ne siete la dimostrazione concreta».

Anche il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha fatto arrivare il proprio messaggio, riconoscendo il ruolo strategico della Fondazione: «Fondazione Umberto Veronesi ha contribuito in modo concreto al progresso della ricerca grazie alla visione del suo fondatore. Come istituzioni abbiamo il dovere di investire su realtà come la vostra, che uniscono competenza, impegno e capacità di generare impatto».

Tra le voci istituzionali, anche quella del professor Franco Locatelli, past president del Consiglio Superiore di Sanità e direttore del Dipartimento di Oncoematologia e Terapie Cellulari e Geniche dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, che ha definito la Fondazione «una realtà unica nel panorama italiano, capace di coniugare visione di ampio respiro e progettualità a lungo termine, elementi essenziali per incidere concretamente sul futuro della ricerca scientifica».

A valutare le proposte è stato, come sempre, il Comitato Scientifico, presieduto dalla professoressa Chiara Tonelli, che ha dichiarato: «Fondazione Veronesi finanzia da anni una ricerca scientifica di alto livello, che include sia lo studio delle cure oncologiche sia strategie innovative di prevenzione. Sosteniamo i ricercatori più qualificati, selezionandoli in base alla qualità del curriculum, all’impatto delle pubblicazioni e alla capacità dei laboratori di trasformare rapidamente i risultati in applicazioni cliniche».

La cerimonia, però, non è stata solo celebrazione della scienza, ma anche occasione per ascoltare le storie di chi con la scienza ha incrociato il proprio cammino. Giulia, colpita da un tumore al seno a soli 31 anni, ha raccontato la sua esperienza: la scoperta improvvisa durante una vacanza, sotto la doccia, l’inizio di un percorso lungo e impegnativo, fatto di mastectomia, radioterapia e terapia ormonale. «Ma non sono mai stata sola – ha detto – ho avuto accanto la mia famiglia e, soprattutto, ho potuto contare su cure sempre più efficaci, personalizzate e accessibili. Se oggi sono qui, lo devo anche al lavoro instancabile dei ricercatori».

A portare sul palco la voce delle famiglie è stato Marco, papà di Alessandro, oggi quattordicenne. «All’inizio non sapevamo cosa avesse. Poi è arrivata la diagnosi: un sarcoma osseo, raro, senza un protocollo terapeutico definito. In quel momento, la parola chiave è diventata fiducia: fiducia nei medici, nel percorso scelto, nella ricerca». Al termine del suo racconto, Alessandro è salito sul palco per ringraziare personalmente i ricercatori, emozionando tutti i presenti.

Simbolico e potente anche il contributo di Andrea e Giacomo, intervenuti in diretta da Giacarta. I due ragazzi, partiti in bicicletta da Torino con l’obiettivo di raggiungere la Malesia e poi l’Australia, hanno raccontato il loro viaggio in memoria della madre di Andrea, scomparsa per un tumore al seno. Il loro impegno si è trasformato in una raccolta fondi per sostenere la ricerca. «La ricerca fa guadagnare tempo – hanno detto – tempo prezioso per tutti i malati e per le loro famiglie». Il loro obiettivo è finanziare una borsa di ricerca: il traguardo è ormai vicino.

Durante la cerimonia si è tenuta anche la consegna dell’ottavo Fondazione Umberto Veronesi Award, riconoscimento alle tre migliori pubblicazioni scientifiche firmate da ricercatori e ricercatrici sostenuti dalla Fondazione e pubblicate nel 2024. Le vincitrici dell’edizione 2025 sono: Elena Daveri, sostenuta dalla Fondazione dal 2022 al 2025, ha svolto la sua attività presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano; Sara Zumerle, sostenuta nel 2022, ha lavorato presso il Veneto Institute of Molecular Medicine (VIMM) di Padova; Silvia D’Amico, sostenuta nel 2023, ha condotto la propria ricerca presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Il suo contributo è stato premiato in memoria di Letizia Granieri, ricercatrice sostenuta dalla Fondazione e scomparsa prematuramente nel 2024. Il premio è stato donato dalla famiglia Granieri per onorarne il ricordo.

Una giornata intensa, fatta di riconoscimenti, racconti e futuro. La cerimonia 2025 ha rinnovato l’impegno della Fondazione a sostenere la scienza che cura e a dare voce a chi, grazie alla ricerca, può guardare avanti con fiducia.

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