Un antibiotico preso pochi giorni dopo il ciclo di immunoterapia (per 5 giorni) e poi ancora assunto (per altri 6 giorni) una settimana prima del successivo ciclo di immunoterapia… può causare un rallentamento o un non corretto sviluppo della cura immunoterapeutica?
(C. domanda pervenuta tramite il form L'esperto risponde)
Risponde la prof.ssa Anna Maria Di Giacomo (professore ordinario di Oncologia Medica presso l’Università di Siena)
La prima cosa da chiarire è perché sia stato necessario assumere un antibiotico in due momenti così ravvicinati e di quale molecola si trattasse. La prescrizione di un antibiotico avviene sempre per un motivo preciso, cioè la presenza di un’infezione, e in quel caso è corretto e opportuno proseguire la terapia anche se si è in trattamento con immunoterapia.
Sappiamo da diversi studi che l’assunzione di antibiotici può modificare in modo temporaneo la composizione del microbiota intestinale. Il microbiota ha un ruolo importante anche nella modulazione della risposta immunitaria, per questo motivo è stato ipotizzato che gli antibiotici possano in qualche misura influenzare l’efficacia delle cure immunoterapiche. Tuttavia, le evidenze oggi disponibili non dimostrano in modo chiaro e definitivo che l’uso di antibiotici comprometta il buon esito della terapia.
In pratica, ciò significa che se un paziente necessita di un antibiotico, deve assumerlo senza esitazione, perché curare correttamente un’infezione resta la priorità assoluta. È esattamente quello che facciamo nella pratica clinica quotidiana: trattare l’infezione per proteggere la salute del paziente e, al tempo stesso, proseguire con l’immunoterapia nei tempi e nei modi stabiliti.

