I vaccini da fare se si ha una malattia infiammatoria intestinale
I vaccini sono importanti se si scopre di avere il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa. Ma sono pochi i medici che li consigliano ai pazienti
Le persone che soffrono di una malattia infiammatoria cronica intestinale - morbo di Crohn o rettocolite ulcerosa - hanno maggiori rischi di avere complicanze infettive se curati con farmaci che possono deprimere la risposta immunitaria. Per questa ragione, indipendentemente dalla loro età, rientrano tra le persone che dovrebbero essere vaccinate rispetto a sette diverse malattie: le epatiti virali (A e B), l'Herpes Zoster, la polmonite, l'influenza, il meningococco e l'Hpv. Il problema, però, è che sono ancora pochi i medici consapevoli (6 su 10) dell'importanza di promuovere le vaccinazioni tra questi pazienti. Una profilassi che dovrebbe essere gratuita, ma che in realtà tale non è in tutte le regioni italiane.
CON LE MALATTIE INFIAMMATORIE INTESTINALI AUMENTA IL RISCHIO DI AVERE UN TUMORE DEL COLON?
MEDICI POCO INFORMATI
Ad accendere i riflettori sui bisogni irrisolti di questi pazienti sono i risultati di un'indagine condotta tra i gastroenterologi del Gruppo Italiano per lo Studio delle Malattie Infiammatorie Intestinali (Ig-Ibd), pubblicati sulla rivista Digestion. Gli autori hanno inviato un questionario a 198 specialisti, ai quali è stato stato chiesto di rispondere a 24 domande relative all'importanza della profilassi nelle persone alle prese con il morbo di Crohn o con la rettocolite ulcerosa e di riportare i dati delle vaccinazioni tra i loro assistiti. Se l'83 per cento degli specialisti considerava «molto importante» eseguire le vaccinazioni raccomandate nelle linee guida destinate a questi pazienti, soltanto il 55,6 per cento dei gastroenterologi aveva effettivamente dato l'indicazione alla profilassi al momento della diagnosi. I numeri sono risultati variabili anche a seconda della malattia da prevenire: con l'influenza in cima ai pensieri degli specialisti, al contrario dell'epatite A, delle infezioni da Hpv (negli uomini) e da pneumococco. Tra di loro, i gastroenterologi pediatri sono risultati più attenti all'argomento: per una maggiore dimestichezza con le vaccinazioni, rispetto a coloro che sono abituati a prendersi cura degli adulti.
Se curate con farmaci immunomodulatori, le malattie infiammatorie croniche dell'intestino determinano una compromissione del sistema immunitario: da qui l'aumentato rischio di infezioni virali e batteriche. «Perciò le vaccinazioni andrebbero pertanto effettuate subito dopo la diagnosi e prima comunque di iniziare una terapia con il cortisone, con i farmaci biologici o con le thiopurine», afferma Giovanni Mazzola, responsabile dell'unità operativa semplice di co-infezioni del policlinico Giaccone di Palermo, tra gli autori dell'indagine. Anche la malnutrizione, comune in questa tipologia di pazienti, può spianare la strada al diffondersi di batteri e virus. Oltre alle malattie sopra citate, attenzione va posta nei confronti di eventuali infezioni latenti (riscontrabili al momento della diagnosi) da Hcv (l'agente eziologico dell'epatite C) e mycobacterium tubercolosis (la causa della tubercolosi). Nel primo caso, non esistendo un vaccino, in caso di presenza degli anticorpi specifici c'è l'indicazione ad avviare il trattamento con gli antivirali di ultima generazione (debellano la malattia in sole 8-12 settimane). La vaccinazione antitubercolare invece esiste, ma la sua efficacia e’ piuttosto bassa. Per cui, soltanto dopo aver riscontrato l'infezione, il paziente viene sottoposto alla profilassi antibiotica (isoniazide).
UN RICOVERO SU 4 DOVUTO A UN'INFEZIONE
Il rispetto dei tempi è fondamentale, poiché prima dell'inizio delle terapie immunosoppressive i vaccini sono più efficaci e perché quello contro l'Herpes Zoster (è vivo attenuato) non può essere effettuato durante le cure. Oltre che per l'aumentato rischio di contrarre infezioni, la profilassi garantisce una maggiore sicurezza delle terapie. Rispetto a coloro che non hanno una malattia infiammatoria intestinale, e che non assumono i farmaci biologici nemmeno per curare altre condizioni, «in queste persone i vaccini a volte necessitano di cicli più intensi e duraturi», aggiunge Mazzola. Anche per questo la strategia ideale è quella di vaccinare tutti i pazienti affetti dal morbo di Crohn o dalla rettocolite ulcerosa al momento della diagnosi. In questo modo si ridurrebbero i ricoveri (uno su quattro di quelli che riguardano questi pazienti sono dovuti a infezioni) e li si proteggerebbe dagli eventuali rischi infettivi che accompagnano l'intervento chirurgico (a cui nell'arco di dieci è costretto a ricorrere un paziente su 3).
Di seguito l'elenco delle vaccinazioni raccomandate dopo la diagnosi di una malattia infiammatoria cronica intestinale:
- Antinfluenzale (ogni anno)
- Anti-epatite B (se alla diagnosi non si rilevano gli anticorpi nel sangue)
- Anti-pneumococcica
- Anti-Hpv (nei pazienti under 26)
- Anti-Herpes Zoster (se non si è avuta la varicella o il Fuoco di Sant'Antonio, almeno tre settimane prima della terapia immunosoppressiva)
- Anti-epatite A (se non si è mai avuta prima l'infezione)
- Anti-meningococco C (solo se si risiede in zone a più alta endemia)
Vero e falso sui vaccini dall'Istituto Superiore di Sanità
I vaccini possono indebolire il sistema immunitario e portare alla comparsa di malattie autoimmuni - FALSO La nostra capacità di rispondere agli antigeni si sviluppa prima ancora della nascita e il sistema immunitario di un neonato è perfettamente capace di rispondere ogni giorno a migliaia di antigeni, molti di più di quelli contenuti nei vaccini
I vaccini contengono sostanze tossiche e pericolose come mercurio, formaldeide, alluminio - FALSO Nessuno dei vaccini commercializzati in Europa contiene da diversi anni derivati del mercurio, di cui peraltro non è mai stata dimostrata la pericolosità nelle quantità e nelle forme contenute nei vaccini. Le quantità di formaldeide, alluminio e altre sostanze sono minime e tali da non causare alcun danno alla salute.
I vaccini, in particolare quello contro Morbillo, Parotite e Rosolia (MPR), causano l’autismo - FALSO Dai numerosi studi effettuati non emerge alcuna correlazione tra il vaccino MPR e l’autismo. Lo studio erroneamente citato a sostegno di questo presunto legame, pubblicato su Lancet, è stato infatti ritirato dalla rivista perché dimostrato fraudolento e l’autore è stato, inoltre, radiato dall’albo dei medici del Regno Unito
A causa del decreto sull’obbligo aumentano i vaccini somministrati ai bimbi nel primo anno di vita - FALSO Il decreto non modifica il calendario vaccinale, le immunizzazioni e la scansione temporale restano le stesse. I genitori che negli anni passati hanno fatto fare ai figli sia quelle obbligatorie che le raccomandate al momento del loro ingresso a scuola li avevano protetti dalle 10 malattie previste dalla legge in discussione, e in alcune Regioni anche da altre, ad esempio lo pneumococco
Esistono degli esami che possono predire eventuali effetti collaterali dei vaccini - FALSO Non esiste nessun test in grado di predire gli effetti collaterali dei vaccini
La riduzione delle coperture vaccinali ha provocato la recrudescenza di malattie come il morbillo - VERO L’attuale riduzione delle coperture vaccinali ha provocato la recrudescenza di alcune malattie come il morbillo, e potrebbe portare al ritorno di patologie ormai assenti dal nostro paese, come la polio o la difterite, ma non ancora debellate dal resto del mondo
Il morbillo può essere causa di gravi complicanze - VERO Il morbillo può essere causa di gravi complicanze e danneggiare temporaneamente le difese immunitarie. Tutto ciò può essere prevenuto dal vaccino
La sicurezza dei vaccini è ben documentata - VERO La sicurezza dei vaccini è documentata da milioni di dosi somministrate, dalla costante attività di sorveglianza dei possibili eventi avversi e dagli studi di sicurezza che vengono effettuati sia prima dell’autorizzazione che dopo l’immissione in commercio di ogni vaccino. Gli effetti collaterali gravi da vaccino hanno una frequenza estremamente più bassa di quelli delle malattie da cui proteggono
L’Italia è uno dei 14 Paesi dove il morbillo è ancora endemico - VERO L’Italia è uno dei 14 Paesi dove il morbillo è ancora endemico ed è nella “top ten” dei paesi che hanno segnalato più casi a livello mondiale da Novembre 2016 ad Aprile 2017. Dall’inizio del 2017 sono stati notificati oltre 3.500 casi, molte complicanze gravi inclusi casi di polmonite, 2 casi di encefalite e 2 decessi. Il 40% circa dei casi è stato ricoverato in ospedale, a conferma della gravità della malattia. Il 35% circa dei casi ha riportato almeno una complicanza
La malattia impegna il sistema immunitario molto di più della corrispondente vaccinazione - VERO Inoltre nella composizione dei vaccini attuali gli antigeni presenti sono molti meno rispetto a quelli che venivano somministrati trenta anni fa