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Redazione
pubblicato il 02-09-2013

Come proteggersi dal tabagismo terziario?



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E' chiamato il fumo che deposita sostanze nocive derivate da nicotina su letti, coperte, tende, mobili. Dati impressionanti rilevati in alberghi che hanno camere distinte per fumatori e non

Come proteggersi dal tabagismo terziario?

E’ così chiamato il fumo che deposita sostanze nocive derivate da nicotina su letti, coperte, tende, mobili. Una ricerca americana mostra dati esplosivi della concentrazione elevata di derivati del fumo in alberghi che hanno camere distinte per fumatori e non

Tempi duri per i fumatori. E’ probabile che tra poco non troveranno nemmeno un albergo dove dormire. Secondo uno studio apparso su una delle pubblicazioni del British Medical Journal, la separazione (per stanze o per piani) tra fumatori e non fumatori non è affatto efficace. Per la prima volta, è stato mostrato che le interdizioni parziali non proteggono totalmente dai componenti nocivi delle sigarette.

LO STUDIO- L’inchiesta è stata effettuata in alberghi della California, ed è consistita nel confrontare l’impregnazione di nicotina e derivati del fumo di tabacco nelle camere per fumatori e non fumatori negli alberghi in cui c’era la separazione. Non solo sono stati fatti esami dell’aria nelle camere, ma sono stati anche praticati esami a volontari che avevano accettato di dormire per una notte in ciascun albergo. Quali sono stati i risultati? Quando diciamo “Questa stanza sa di fumo”, pensiamo di riferire una semplice sensazione olfattiva, ma non immaginiamo le cifre di quello che è stato chiamato il “tabagismo terziario”, cioè il fumo che deposita sostanze nocive su mobili, letti, pareti e tendaggi. Cifre preoccupanti: nelle camere per fumatori la concentrazione di 3-etinilpiridina (3EP) nell’aria era 10 volte più elevata che nelle vicine camere per non fumatori, e ben 75 volte più alta che nelle camere degli alberghi con divieto totale di fumo.

I RISULTATI- Sui volontari che hanno partecipato alla ricerca sono stati praticati due tipi di esami: prelievi di urina per misurare la cotinina (un metabolita della nicotina), e test cutanei su un dito per misurare la nicotina e la 3-EP. I risultati mostrano che il fatto di aver pernottato in una camera non-fumatori non protegge totalmente: la polluzione di tabacco c’è ugualmente. Non solo in camera, ma nell’atrio dell’albergo, sulle finestre e all’interno dei sistemi di ventilazione. Quanto alle camere per fumatori, hanno ovviamente concentrazioni elevate di derivati del fumo di tabacco, paragonabili a quelle del domicilio degli autentici e incalliti fumatori.  

Antonella Cremonese


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