Cannabis sempre più potente: rischi più alti per gli adolescenti?
Due nuovi studi indagano il potenziale effetto di un aumento del Thc nella cannabis cervello: pochi spinelli sono sufficienti ad alterare il cervello degli adolescenti
La cannabis è, da decenni, la droga più consumata dai giovani. Ma rispetto al passato, la resina prodotta oggi in tutta Europa è molto più «potente». Contiene cioè un quantitativo di tetraidrocannabinolo (Thc), il principio attivo più presente nella cannabis, quasi doppio (dall'8 al 17 per cento) rispetto a dieci anni fa. Un aspetto che preoccupa gli esperti, perché al momento non è possibile immaginare le possibili conseguenze per chi l'assume: dallo sviluppo di una dipendenza al maggiore rischio di sviluppare un disturbo psicotico.
CANNABIS TERAPEUTICA E A USO RICREATIVO: QUALI SONO LE DIFFERENZE?
CANNABIS SEMPRE PIU' POTENTE
L'ipotesi emerge da uno studio - primo nel suo genere - pubblicato sulla rivista Addiction. I ricercatori dell'Università di Bath e del King's College di Londra hanno raccolto - dai 28 Stati membri dell'Unione Europea, oltre che da Norvegia e Turchia - i dati dell'Osservatorio europeo per i medicinali e tossicodipendenza. In questo modo è stato possibile ricostruire il trend di composizione della cannabis nei diversi Paesi europei, nell'arco del decennio compreso tra il 2006 e il 2016. Senza addentrarsi nelle differenze rilevate tra i singoli Stati, è emerso un progressivo aumento della quantità di Thc (principale componente psicoattivo della cannabis) a fronte di una progressiva riduzione del cannabidiolo (Cbd). Un riscontro che, oltre l'aspetto epidemiologico, ha messo in allerta i ricercatori, dal momento che livelli più bassi di quest'ultima sostanza sono stati collegati a maggiori danni a lungo termine. Questo perché il cannabidiolo, quando è presente, può compensare alcuni degli effetti dannosi del tetraidrocannabinolo.
LE INSIDIE MAGGIORI PER GLI ADOLESCENTI
Se ce n'è di meno, di conseguenza, il rischio è quello di avere una sostanza più aggressiva. «Il tetraidrocannabinolo va ad agire su recettori specifici che si trovano in aree del cervello che hanno a che fare con funzioni complesse: come la formazione di un giudizio, la percezione di piaceri, la capacità di apprendere o di memorizzare e il movimento - afferma Riccardo Gatti, direttore del dipartimento dipendenze dell'Asst Santi Paolo e Carlo di Milano -. Il risultato complessivo, per molti piacevole, è in realtà dettato da un disequilibrio del funzionamento generale del cervello. Un aspetto che risulta ancora più pericoloso tra gli adolescenti, dal momento che la struttura risulta ancora in formazione e può accumulare danni permanenti».
POCHI SPINELLI MODIFICANO IL CERVELLO
Ma è possibile definire una soglia al di sotto della quale un consumo di spinelli può essere divenuto «innocuo»? No, leggendo le conclusioni di un altro studio appena apparso sulle colonne del Journal of Neuroscience, secondo cui «sono sufficienti pochi spinelli per alterare la struttura del cervello negli adolescenti», come peraltro accade anche con l'alcol. I ricercatori hanno osservato le variazioni nei volumi cerebrali di 46 quattordicenni che avevano fatto uso di cannabis soltanto in un paio di occasioni. Questo non è bastato per tenerli al riparo da alcune alterazioni a livello dell'amigdala (legata alla paura e altri processi emotivi) e dell'ippocampo (memoria e abilità spaziali). Rimane da capire quale sia il significato di queste alterazioni strutturali - non è da escludere che la cannabis condizioni il «pruning», ovvero il processo di rimodellamento neuronale che si registra almeno fino ai 18 anni - e se le stesse siano osservabili a distanza di tempo.
MEGLIO EVITARE
In attesa di chiarire questi punti, rimane dunque valido l'invito alla prudenza. «Rispetto alla cannabis, si sta diffondendo un approccio soft che rischia di sminuirne i rischi - chiosa Gatti -. Si preferisce parlare di danno acuto, sapendo che altre droghe hanno conseguenze più gravi. Così si sposta l'attenzione dal danno cronico provocato dagli spinelli, oltre alla combinazione con altre sostanze. E si trascura, volutamente, la presenza di un ampio spettro di condizioni comprese tra un danno pari a zero e una forma di psicosi grave».
Le droghe più consumate dai giovani italiani
Cocaina La cocaina agisce come stimolante del sistema nervoso centrale. Viene assunta principalmente per via inalatoria, ma può essere pure fumata o iniettata. Euforia, apatia e psicosi sono gli effetti più frequenti registrati tra gli assuntori
Eroina Si tratta della droga meno diffusa tra i giovani di oggi, anche se le cronache raccontano di diverse recrudescenze. La sua assunzione avviene principalmente per via iniettiva. A seguire: inalazione diretta o dei fumi derivanti dalla combustione. Gli effetti: euforia, vampate di calore, confusione mentale, depressione respiratoria, costrizione delle pupille, sviluppo della dipendenza e aumento della tolleranza
Marijuana La marijuana è una sostanza psicoattiva che si ottiene dalle infiorescenze essiccate delle piante femminili di canapa. Al suo interno ci sono diverse sostanze psicoattive, stupefacenti e non, tra cui la principale è il delta-9-tetraidrocannabinolo (comunemente detto Thc)
Allucinogeni Si tratta sopratutto di sostanze alcaloidi che portano chi le assume a vedere immagini, sentire suoni e avvertire sensazioni riconosciute come reali, che nella realtà però non esistono
Stimolanti Le sostanze più diffuse di questo tipo, in questo caso, sono le amfetamine e i suoi derivati (ecstasy), smart-drugs, antidepressivi e acido gamma idrossibutirrico)
«Spice» La «spice» è diventata la droga più diffusa tra i giovanissimi, dopo l’erba vera e propria: a cui assomiglia, pur essendo però di produzione sintetica
Nuove sostanze psicoattive Ketamina, oppioidi, triptamine, fentanili, cannabinoidi e catinoni sintetici sono le più diffuse. Le nuove sostanze psicoattive possono comportare rischi per la salute individuale e pubblica e rischi sociali che colpiscono tutta la comunità, ma è ancora carente l'informazione sui rischi a esse associati
Energy drink Si tratta di bibite analcoliche contenenti in genere caffeina, taurina, vitamina B12, carnitina ed eccitanti naturali come zenzero, ginseng, ginkgo biloba, guaranà, tè verde oltre, ovviamente, a dolcificanti, anidride carbonica, coloranti e conservanti e vengono presentate come bevande che danno energia psico-fisica. Diverse ricerche hanno evidenziato il loro potenziale nocivo - indotto da caffeina e altre sostanze psicoattive in esse contenute - e una forte associazione da parte dei giovani con alcol e tabacco
Alcol Il consumo di bevande alcoliche caratterizza la maggior parte degli studenti, senza grandi differenze di genere per quanto riguarda il consumo nella vita. Anche tra minorenni e maggiorenni non si evidenziano grandi differenze, sebbene per i secondi l'acquisto di bevande alcoliche non rappresenti una violazione della legge
Fumo Il 43,8 per cento degli adolescenti ha fumato nel corso dell’ultimo anno e per il 24,4 per cento il consumo di sigarette nel 2016 è stato quotidiano. Sono le ragazze a far segnare valori superiori ai coetanei, anche se i valori risultano pressoché sovrapponibili