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Risonanza magnetica funzionale (fMRI)

Risonanza magnetica funzionale (fMRI)
 

CHE COS’È

Un’applicazione più sofisticata della Rm è la Risonanza magnetica funzionale, un esame strumentale che serve a registrare come variano i livelli del flusso sanguigno e dell’ossigenazione cerebrale nel distretto encefalico in risposta a diversi stimoli. La risonanza magnetica funzionale é attualmente una delle tecniche più suggestive e indicate per studiare a fondo e dettagliatamente la complessa attività cerebrale nell’uomo, consentendo di elaborare mappe assai affidabili dei vari modelli d’attivazione delle aree neuronali. 

L'esame genera immagini del flusso ematico e dell’ossigenazione nei distretti encefalici studiati. Per verificare la funzionalità dei flussi ematici, il paziente viene sottoposto a una serie di stimoli sensoriali (visivi o auditivi) o invitato a effettuare una serie di compiti motori (per esempio, muovere le dita di una mano) e cognitivi (richiamare alla mente quante più parole possibile che inizino con una determinata lettera dell’alfabeto).

 

A COSA SERVE?

Da un punto di vista clinico la fMRI serve per rilevare quali aree cerebrali si attivano durante l'esecuzione di un determinato compito. Ciò è utile per comprendere ad esempio, in fase pre-operatoria, se nell'area interessata da una lesione cerebrale persiste un'attività funzionale importante per poterla così preservare. Non solo, la tecnica può essere utilizzata in fase intraoperatoria per verificare la funzionalità cerebrale. Infine la fMRI può essere utilizzata per valutare nel tempo il recupero in seguito a lesioni che interessano il cervello come, ad esempio, dopo un ictus.

 

COME SI EFFETTUA?

Il paziente, per sottoporsi all'esame diagnostico, viene introdotto nel tunnel dello scanner. L’esame viene eseguito mostrando alla persona alcune immagini, grazie a un sistema ottico di proiezione; un comando manuale, poi, consentirà di rispondere alle richieste del medico, come quella, per esempio, di muovere una mano. Applicazione clinica rilevante di questa metodica è la definizione del piano preoperatorio. Soprattutto per chi deve sottoporsi a un intervento neurochirurgico demolitivo, per la presenza di un tumore cerebrale cresciuto in aree funzionalmente importanti, la risonanza magnetica funzionale consente di individuare – e salvaguardare – le aree del cervello “nobili”.

 

QUANDO E' SCONSIGLIATA?

Considerato il forte campo magnetico, le persone che hanno impianti come il pacemaker cardiaco, clip metallici nel cervello (applicati in seguito ad aneurisma cerebrale), impianti cocleari, tatuaggi permanenti sul viso o delle schegge metalliche nel corpo non potranno sottoporsi all'esame. Questo è dovuto sia all’attrazione della forza magnetica alla quale sarebbero sottoposti sia al surriscaldamento che gli oggetti metallici sottoposti a cambiamenti frequenti di radiofrequenze genererebbero. Inoltre, per prudenza, nemmeno le donne in stato di gravidanza vengono sottoposte alla risonanza magnetica.

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