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Linfomi (pediatrici)

Che cosa sono i linfomi

cellule di un linfoma pediatrico

I linfomi sono tumori che colpiscono il sistema linfatico, una rete complessa di organi, vasi e linfonodi che svolge un ruolo essenziale nella difesa dell’organismo da virus, batteri e altre minacce. Nei bambini e negli adolescenti, rappresentano circa il 12% di tutti i tumori pediatrici, posizionandosi tra i più comuni dopo leucemie e tumori del sistema nervoso centrale.

I linfomi si suddividono in due grandi categorie: il linfoma di Hodgkin (LH) e i linfomi non Hodgkin (LNH). A loro volta, esistono diverse varianti con caratteristiche cliniche, comportamenti e trattamenti differenti. La diagnosi precoce, unita ai progressi della ricerca e della medicina, ha reso oggi la maggior parte dei linfomi pediatrici curabile nella grande maggioranza dei casi.

I principali tipi di linfoma pediatrico

Linfoma di Hodgkin

È uno dei tumori più curabili in età pediatrica. Colpisce più frequentemente adolescenti e giovani adulti, ed è raro sotto i 5 anni. Si distingue per la presenza delle cellule di Reed-Sternberg, caratteristiche di questo tipo di tumore.

La malattia può presentarsi in due forme:

  • Classico linfoma di Hodgkin (cHL): è la forma più comune. Colpisce di solito i linfonodi del collo e del torace. Ha un’evoluzione lenta e risponde bene alle terapie, con tassi di sopravvivenza superiori al 95%.
  • Linfoma di Hodgkin a prevalenza linfocitaria nodulare (NLPHL): è una variante rara (circa il 5% dei casi pediatrici). Colpisce prevalentemente i maschi in età prepuberale. Ha una crescita molto lenta e in molti casi può essere trattato con una sorveglianza attiva o con terapie meno aggressive.

Linfoma non Hodgkin (LNH)

I linfomi non Hodgkin rappresentano una categoria eterogenea e sono più frequenti nei bambini sotto i 10 anni. A differenza del linfoma di Hodgkin, il loro andamento è spesso rapido e aggressivo, ma anche qui i protocolli terapeutici offrono alte probabilità di guarigione.

Le principali forme pediatriche di LNH sono:

  • Linfoma di Burkitt: molto aggressivo ma altamente curabile con chemioterapia intensiva. Colpisce l’addome, i linfonodi, il sistema nervoso centrale e talvolta il midollo osseo.
  • Linfoma linfoblastico: simile alla leucemia linfoblastica acuta, può coinvolgere il mediastino e provocare difficoltà respiratorie. Richiede terapie prolungate e complesse.
  • Linfoma a grandi cellule B (DLBCL): meno frequente, ha un andamento più lento rispetto agli altri tipi di LNH e risponde bene alla terapia combinata

Fattori di rischio e prevenzione

Le cause che portano allo sviluppo di un linfoma in età pediatrica non sono ancora del tutto comprese. Nella maggior parte dei casi, la malattia insorge in modo imprevedibile e non è associata a fattori ereditari né a comportamenti individuali. Tuttavia, la ricerca ha individuato alcune condizioni che possono aumentare il rischio, come i deficit del sistema immunitario, che possono essere presenti dalla nascita oppure acquisiti, ad esempio in seguito a trapianti d’organo. Alcuni virus, in particolare il virus di Epstein-Barr, sono stati associati a una maggiore probabilità di sviluppare alcuni tipi di linfoma, così come alcune rare sindromi genetiche, come la sindrome di Wiskott-Aldrich o la sindrome di Bloom.

Va comunque precisato che la presenza di questi fattori non implica necessariamente che un bambino svilupperà la malattia, né la loro assenza garantisce una protezione. La grande maggioranza dei casi si verifica senza una causa apparente. Per questo motivo, oggi non esistono strategie di prevenzione efficaci per i linfomi pediatrici. L’attenzione ai sintomi e una diagnosi tempestiva restano quindi le armi più importanti per affrontare la malattia con successo.

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Sintomi

I sintomi dei linfomi possono variare in base al tipo, alla localizzazione e allo stadio della malattia. Tuttavia, alcuni segnali sono piuttosto comuni e devono essere osservati con attenzione:

  • ingrossamento non dolente dei linfonodi, soprattutto al collo, sotto le ascelle o all’inguine;
  • febbre persistente o intermittente, spesso senza causa apparente;
  • sudorazioni notturne abbondanti;
  • perdita di peso non intenzionale;
  • stanchezza marcata, pallore o difficoltà respiratorie (se i linfonodi ingrossati comprimono le vie aeree).

Nei linfomi non Hodgkin, i sintomi possono essere più acuti e includere dolore addominale, gonfiore o ostruzione intestinale.

Poiché molti di questi segnali possono essere confusi con quelli di infezioni comuni, è fondamentale consultare il pediatra quando persistono o si combinano tra loro.

Cure e trattamenti

Il trattamento dei linfomi nei bambini è frutto di protocolli studiati appositamente per l’età pediatrica con équipe multidisciplinari esperte. La strategia terapeutica viene definita in base a diversi fattori: il tipo di linfoma, l’estensione della malattia, l’età del paziente e la risposta alle prime fasi del trattamento.

La chemioterapia rappresenta il cardine del percorso di cura e viene somministrata secondo cicli ben definiti, spesso per via endovenosa. Nei casi selezionati, soprattutto per alcune forme di linfoma di Hodgkin o in presenza di masse residue dopo la terapia, può essere indicata anche la radioterapia, che oggi viene eseguita con tecniche sempre più mirate per ridurre al minimo i possibili effetti collaterali. In alcune situazioni, soprattutto nei linfomi a cellule B, si può ricorrere anche all’immunoterapia, che consiste nell’uso di farmaci specifici in grado di riconoscere e colpire le cellule tumorali, risparmiando quelle sane. Quando la malattia è particolarmente aggressiva o si ripresenta dopo un primo trattamento, si può valutare il trapianto di cellule staminali emopoietiche, una procedura complessa ma efficace nei casi ad alto rischio.

Ogni bambino viene seguito con grande attenzione, non solo durante il trattamento, ma anche nella fase successiva, per monitorare eventuali effetti a lungo termine e garantire il miglior recupero possibile sia dal punto di vista fisico che psicologico.

Nota bene: Le informazioni fornite non sostituiscono il parere di uno specialista. Per valutazioni personalizzate, è fondamentale consultare un medico.

Le 5 domande più frequenti sui linfomi pediatrici

Sì, rappresentano circa il 12% di tutti i tumori pediatrici e sono tra i più comuni dopo leucemie e tumori cerebrali.

Il linfoma di Hodgkin ha un decorso più lento e colpisce più spesso adolescenti; il linfoma non Hodgkin è più frequente nei bambini più piccoli e tende ad essere più aggressivo, ma entrambi sono curabili.

Ingrossamento dei linfonodi, febbre, sudorazione notturna, perdita di peso, stanchezza e, nei LNH, sintomi addominali o respiratori.

Sì. Con le terapie moderne, la maggior parte dei bambini con linfoma guarisce completamente. I tassi di sopravvivenza superano il 90% nei linfomi di Hodgkin e sono molto alti anche nei non Hodgkin.

I linfomi nei bambini possono essere diagnosticati e trattati in diversi ospedali. I centri specializzati AIEOP rappresentano un riferimento importante e qualificato a livello nazionale, con équipe multidisciplinari esperte in oncologia pediatrica, che applicano protocolli di cura specifici per l’età infantile e aderiscono alle più recenti linee guida internazionali.

Ultimo aggiornamento:04.06.2025