Chiudi
Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 06-06-2018

Esofago di Barrett: antiacido e aspirina per prevenire il tumore



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Chi soffre di esofago di Barrett rischia maggiormente il tumore all'esofago. Per prevenirlo può essere utile la combinazione di antiacido e aspirina a basse dosi

Esofago di Barrett: antiacido e aspirina per prevenire il tumore

DA CHICAGO - Un tumore dell'esofago su 4 in chi soffre di esofago di Barret si potrebbe prevenire grazie alla combinazione di farmaci antiacido e aspirina a basse dosi. E' quanto emerge da uno studio presentato all'ASCO di Chicago, il primo ad avere valutato sul lungo termine l'effetto preventivo di questi farmaci nelle persone che hanno questo disturbo. 

La dieta che allevia il reflusso gastroesofageo

La dieta che allevia il reflusso gastroesofageo

16-07-2013
L'ACIDO MODIFICA LE CELLULE DELL'ESOFAGO

L'esofago di Barrett è una malattia in cui le cellule della mucosa che riveste l'esofago vengono danneggiate dalla continua esposizione all'acido. Questa condizione non è altro che una complicanza del reflusso gastroesofageo cronico. Chi soffre di esofago di Barrett, proprio per la continua esposizione all'acido, ha un rischio maggiore di sviluppare il cancro all'esofago. Secondo le ultime statistiche circa l'80-90 per cento di questi tumori si sviluppa nelle persone che soffrono di esofago di Barrett.

ANTIACIDO PER PREVENIRE L'ESOFAGO DI BARRETT

Una delle strategie maggiormente utilizzate per prevenire questa condizione -oltre ad un cambio nello stile di vita e nelle abitudini alimentari - è rappresentata dalla somministrazione di farmaci antiacido proprio per lenire il bruciore ed evitare che le cellule dell'esofago, nel tempo, vadano in contro a trasformazione tumorale. Lo studio presentato all'ASCO aggiunge però un tassello importante poichè per la prima volta una ricerca ha valutato sul lungo periodo l'effetto degli antiacido abbinati a un antinfiammatorio come l'aspirina.

CHE COS'E' L'ACALASIA ESOFAGEA?

ESOMEPRAZOLO E ASPIRINA A BASSE DOSI PREVENGONO IL TUMORE

Lo studio, effettuato su oltre 2500 persone, ha valutato su un periodo di nove anni l'effetto della chemoprevenzione del tumore all'esofago. I partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi: nel primo è stata somministrata una terapia a base di alte dosi di esomeprazolo; nel secondo è stata aggiunta aspirina a basso dosaggio; nel terzo basse dosi di esomeprazolo e nel quarto bassa dose di antiacido e aspirina. Dalle analisi è emerso che la maggior protezione era conferita in quelle persone che hanno ricevuto alte dosi di esomeprazolo in associazione all'aspirina. A seguire il gruppo solo con alte dosi di esomeprazolo. Dai dati è emerso in particolare che la prevenzione ha avuto successo in un caso su quattro. Non solo, in caso di sviluppo di tumore il trattamento con queste combinazione ha comunque ritardato lo sviluppo della malattia di due anni. Un risultato importante dove però a contare è la continuità: i buoni risultati infatti cominciano a vedersi dopo i 4 anni di trattamento. «Dai risultati dello studio -spiega Andrew Epstein, oncologo gastrointestinale del Memorial Sloan Kettering Center di New York e membro dell'ASCO - emerge che un trattamento a basso costo come quello utilizzato è in grado di prevenire o comunque ritardare l'insorgenza del tumore. Un dato utile che medici e pazienti dovrebbero cominciare a prendere in considerazione».

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina