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Oncologia
Serena Zoli
pubblicato il 23-05-2017

Tumori: la lotta ai «big killer» parte da fumo e dieta



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I tumori del polmone, seno, ovaio, colon e retto, testa e collo sono ancora oggi i nemici da battere. Che fare? Puntare su prevenzione (fumo, dieta) medicina di precisione, immunoterapia

Tumori: la lotta ai «big killer» parte da fumo e dieta

Il big killer è sempre lui: il cancro al polmone. Ma se nessuno fumasse diventerebbe quasi un cancro raro, toccando così le due estremità della Tavola rotonda, del 16 maggio, all’International Forum on Cancer Patients Empowerment all’Università di Milano con la collaborazione della Fondazione Veronesi: “Big killers e tumori rari oggi”, il titolo. Al secondo posto nella triste classifica si piazza il tumore al colon e retto, big killer tra le prime cinque cause di morte da noi e nel mondo.

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COLON-RETTO: MENO VITTIME

Ma su questo fronte il professor Salvatore Siena dell’Università di Milano e del Centro del cancro dell’ospedale di Niguarda porta una buona notizia di un genere cui non si è abituati. Gli scienziati, infatti, non si spiegano come mai stia calando la mortalità per questo cancro in Italia e negli Stati Uniti. Migliori screening? Sì, ma non basta. Più diagnosi precoci? Sì, ma… Migliori cure? Certamente, però i risultati positivi vanno al di là del portato di tutti questi elementi. Allora, racconta Siena, si è guardato fuori, alla società, al modo di vivere constatando che forse il ritiro della mortalità si deve all’estendersi di abitudini alimentari corrette, alla maggiore pratica di esercizio fisico costante. Come dieta, anche in questo ambito si è dimostrata di grande validità la Dieta mediterranea. Le vittime dei tumori del colon-retto sono calate anche perchè è migliorato lo stile di vita.

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L'IMMUNOTERAPIA CONTRO IL TUMORE DEL POLMONE

Non cala, invece, la diffusione del tumore al polmone perché non cala il numero di quanti fumano. «I nostri licei sono pieni di ragazzi che fumano, in particolare, poi, le ragazze!», quasi grida la dottoressa Marina Garassino, responsabile dell’Oncologia toraco polmonare all’Istituto nazionale dei Tumori a Milano. «Non si fa abbastanza nella lotta contro il fumo». Così sono 42.000 i nuovi casi di tumore al polmone ogni anno in Italia, di cui il 90 per cento fumatori. «Un domani forse ci saranno terapie diverse per fumatori e non », pronostica la dottoressa Garassino. Intanto, chemioterapia a parte, che resta un caposaldo della cura, ha fatto progressi l’immunoterapia, un approccio che si sta rivelando davvero efficace contro il tumore da fumo.

 

TUMORE ALL'OVAIO: POCHI I SINTOMI

Un cancro molto temibile è quello che colpisce alle ovaie. Sta al nono posto per frequenza tra i tumori femminili, ma condanna a morte più della metà delle sue vittime. Parlandone, la dottoressa Domenica Lorusso dell’Istituto dei Tumori di Milano, lo definisce «un fallimento terapeutico». Tant’è che in 5 anni la sopravvivenza è aumentata ma di poco. Accade, infatti, che il tumore dell’ovaio non presenti sintomi specifici così che «l’80 per cento dei casi lo diagnostichiamo quando è già al terzo o quarto stadio. La mortalità a 5 anni dalla diagnosi è del 43 per cento». Continua la ginecologa-oncologa: «Abbiamo introdotto anche in questo settore l’immunoterapia, ma non ha dato buoni risultati. La chirurgia, ecco: qui la differenza la fa il chirurgo, il bravo chirurgo». Per chiudere con una speranza aperta la Lorusso comunica che stanno partendo proprio ora 51 studi in diversi paesi del mondo centrati su immunoterapia e tumore ovarico.

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TUMORE AL SENO

Dalle ovaie al seno, depotenziato dall’essere un big killer grazie all’efficacia delle cure che, in caso di una diagnosi davvero precoce, possono portare oltre il 90 per cento delle guarigioni. Ne parlano due esperti, il francese Fabrice André, dell’European Society for Medical Oncology e medico all’Istituto dei tumori Gustave Roussy, soprattutto per denunciare i troppi anni che passano tra la prima prova di efficacia di un farmaco e il fatto che diventi rimborsabile. «Un divario inaccettabile, anche 7 anni, e accade in tutta Europa», insiste snocciolando date e nomi di rimedi oncologici “trattenuti” per troppo tempo dinanzi a una malattia che ogni anno colpisce nel mondo 1,6 milioni di donne e ne uccide 500.000. Molto si è fatto per combattere il tumore al seno, ma – dice il dottor André – ora gli esami più sofisticati fanno sapere che questo cancro presenta più di 20 entità genomiche. Cioè 20 tipi diversi di tumore. Lo stesso sottolinea il professor Virgilio Sacchini, rientrato dall’America l’anno scorso per operare all’Istituto europeo di Oncologia (Ieo) di Milano: «Non si può fare lo stesso screening a una donna che mai avrà un tumore al seno e una donna che ha l’80 per cento di probabilità di ammalarsi». E non basta considerare soltanto Brca1 e Brca2 (sigle di geni “pericolosi” rese note per i profani da Angelina Jolie). «Ci sono ben altri test con almeno 20 geni da considerare», continua Sacchini. «Gli screening diventeranno a breve personalizzati. Aiuteranno per arrivare a farmaci meno tossici e più mirati. Non è escluso di poter fare diagnosi analizzando il Dna nel sangue. Insomma, siamo già dentro la medicina di precisione: in un futuro breve ci sarà non più il tumore d’organo, ma il tumore di mutazione».

 

TUMORI RARI, MA NON TROPPO

I “tumori rari” sono introdotti da Lisa Licitra dell’Istituto dei Tumori di Milano, collegati alla sua specializzazione in tumori di testa e collo. Qui, in queste due aree corporali ristrette, sono numerosi i tipi di cancro che possono svilupparsi e che, data la loro superficie piccola, in pochi giorni possono raddoppiare. «Se il tumore al seno, come è stato detto, conosce 20 sottotipi, si pensi che il cancro delle piccole ghiandole salivari ne ha 22», sorride la dottoressa Licitra. Il guaio maggiore con i “tumori rari” è che esistono meno dati, meno ricerche, gli oncologi procedono per tentativi. Accade così che il 50 per cento dei malati muore. Per sperare di avere le cure migliore, è la raccomandazione finale di Lisa Licitra, in caso di un cancro raro meglio rivolgersi ai grossi centri di oncologia dove si vedono più casi del genere. Ma quanti sono questi “tumori rari”? «Non così rari: il 20 per cento del totale!». 

 

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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