Morbillo, è allerta in Campania. Sono 63 i casi di infezione registrati nella regione nei primi tre mesi del 2016. Quasi novemila i bambini nati nel 2012 e non ancora sottoposti al vaccino trivalente, che protegge anche da parotite e rosolia. Una situazione delicata al limite dell’emergenza, se in un convegno organizzato dall’Ordine dei Medici di Napoli gli specialisti non hanno nascosto le loro preoccupazioni. «Il rischio è quello di trovarsi di fronte a un’epidemia simile a quella registrata nel 2002». Da gennaio a luglio, in quel caso, furono quasi quarantamila i contagi nella popolazione pediatrica. Ulteriori studi evidenziarono l’ospedalizzazione di più di seicento individui, con 16 casi di encefalite e quattro morti.
UN’INFEZIONE ALTAMENTE CONTAGIOSA
Non si è nemmeno vicini a questo triste primato, ma i dati registrati e la diffusa avversione dei genitori nei confronti delle vaccinazioni ha indotto gli specialisti a sollevare il problema in tempo utile. «Il morbillo è una malattia infettiva altamente contagiosa che può causare complicazioni anche gravi: come polmoniti, infiammazioni acute dell'encefalo e persino morte - afferma Maria Triassi, ordinario di igiene e direttore del dipartimento di sanità pubblica dell’Università Federico II del capoluogo partenopeo -. L’unico modo per evitare la malattia è la vaccinazione, a cui non tutti in Campania stanno aderendo. Se in una popolazione è presente un alto numero di bambini e adulti non vaccinati, il rischio di epidemie è elevato: un solo paziente affetto da morbillo riesce a contagiare in media 15-18 soggetti, i quali a loro volta ne contageranno altri». Raccomandata dal Ministero della Salute, la vaccinazione trivalente è considerata essenziale. Di solito viene somministrata in due dosi: la prima tra i 12 e i 15 mesi di età, la seconda a 5-6 anni. Ma in Italia la copertura non è ancora soddisfacente, al punto da aver spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a formulare un richiamo ufficiale. Alla base della rinuncia da parte di molti genitori l’associazione - poi smentita - tra il vaccino trivalente e l’insorgenza dell’autismo.
OLTRE NOVEMILA BAMBINI NON VACCINATI IN CAMPANIA
Che buona parte degli italiani abbiano scelto di «allontanarsi» dalla prevenzione era un aspetto già noto e portato alla luce anche dall’ultimo rapporto Osservasalute. Quasi più dei casi registrati, però, a preoccupare adesso è la quota dei contagi «sommersi». «L’elevata percentuale di pazienti ricoverati indica che nella nostra regione vengono segnalati quasi esclusivamente i casi più gravi - prosegue Triassi -. Di conseguenza è pressoché certo che siano dei pazienti con una sintomatologia meno grave, ma una contagiosità invariata, che sfuggono al personale sanitario». D’altronde in Campania i dati sulla copertura vaccinale della prima dose del trivalente segnalano un’adesione da parte dell’83 per cento dei bambini con meno di due anni di vita: ovvero il 12 per cento in meno rispetto al valore atteso. Il dato, riportato in valore assoluto, fa più specie: dal Cilento a Teano sono 9.500 i bambini che non risultano protetti nei confronti di infezioni talvolta fatali. Uno scenario insostenibile, per un’area che entro la fine dell’anno - secondo gli obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità - dovrebbe risultare libera dalla malattia. Missione impossibile, a questo punto.
I SEGNI DA NON TRASCURARE
Giova ricordare che il morbillo è una delle principali cause di morte nella popolazione infantile e, soltanto nel 2014, è stato responsabile - a causa delle sue complicanze - di quasi 115mila decessi in tutto il mondo. Da qui l’invito di Triassi a «contattare il proprio medico nel caso in cui la febbre diventi sempre più alta, associata alla presenza dei puntini bianchi all’interno della bocca e delle classiche manifestazioni cutanee della malattia. I piccoli punti rossi compaiono prima dietro le orecchie, poi sul viso e sul resto del corpo».