Antonioli Manuela

NOTE BIOGRAFICHE

  • Nata a Roma nel 1983
  • Laureata in Biologia Cellulare e Molecolare all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  • PhD in Biologia Cellulare e Molecolare all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata

2017

Servirsi dell'autofagia per il trattamento del carcinoma orofaringeo

 

Il carcinoma orofaringeo a cellule squamose è causato principalmente da abuso di fumo ed alcool. Studi recenti hanno evidenziato come i ceppi cancerogeni del virus del Papilloma umano (Hpv), come ad esempio l’HPV16, partecipino attivamente allo sviluppo del carcinoma orofaringeo a cellule squamose. Tuttavia, i pazienti con infezione da HPV hanno una prognosi più favorevole e rispondono meglio sia alla radioterapia che alla chemioterapia rispetto ai pazienti non infetti. Altri studi hanno dimostrato come l’infezione da Hpv sia capace d’innescare l’autofagia, un processo per la rimozione degli elementi dannosi all’interno della cellula, spesso ridotto nei tumori.

Sulla base di queste evidenze, è stato analizzato un gruppo di pazienti affetti da carcinoma orofaringeo a cellule squamose mettendo in relazione l’infezione con HPV16 e i livelli di proteine associate all’autofagia. I risultati hanno mostrato una variazione rilevante nei livelli di alcuni marcatori del processo autofagico, come p62, AMBRA1 e E3-ubiquitina ligasi.


Questo progetto si propone quindi di indagare i livelli di espressione e le relazioni molecolari delle suddette proteine autofagiche nel contesto dell’OPSCC. Lo scopo è di identificare nuovi biomarcatori e strategie terapeutiche per migliorare la prognosi dei pazienti affetti da carcinoma orofaringeo.


DOVE SVILUPPERA' IL PROGETTO

Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani, Roma

Area

Oncologia
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