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Fumo
Donatella Barus
pubblicato il 25-10-2019

Citisina: l'aiuto per smettere di fumare che arriva dalle piante



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Il Premio Fondazione Umberto Veronesi per la ricerca sul tabagismo 2019 è andato a Sara Trussardo per una ricerca sulla citisina, ultimo arrivato fra i farmaci per smettere di fumare

Citisina: l'aiuto per smettere di fumare che arriva dalle piante

È dedicato ai chi vuole smettere di fumare il lavoro di ricerca di Sara Trussardo, che si è aggiudicato la seconda edizione del Premio Fondazione Umberto Veronesi per la ricerca sul fumo. Il tema è la citisina, il più recente ingresso fra i farmaci utilizzati per aiutare la disassuefazione dal tabacco. Derivato da una pianta, ha dalla sua un costo ridotto e, come dimostra questo lavoro, una buona efficacia al prezzo di effetti collaterali molto contenuti. Il riconoscimento è stato conferito in occasione del XV Congresso nazionale SITAB (Società Italiana di Tabaccologia) a Napoli.

 

LA RICERCA PREMIATA

Sara Trussardo, farmacologa presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha presentato il suo lavoro di indagine, che ha coinvolto 120 fumatori. L’obiettivo era valutare la sicurezza del farmaco e capire in che misura migliora le possibilità di astinenza dalle sigarette, abbinato a un programma di counseling telefonico. I risultati sono stati positivi, poiché fra a un anno di distanza dall’ultimo “tiro” poco meno della metà dei partecipanti continuava a non fumare.

 

L’EFFETTO DELLA PIANTA SCOPERTO GRAZIE AI SOLDATI RUSSI

La citisina deriva da una pianta, il Citisus laburnum, un albero noto come maggiociondolo, per i grandi fiori penduli gialli che compaiono nel mese di maggio. Nei centri antiveleni viene citata fra le piante a cui prestare attenzione perché tossica se ingerita, ma la citisina che se ne ricavava già nel XIX secolo veniva usata per produrre medicamenti e sciroppi contro una vasta gamma di malanni, dalla tosse alla stitichezza. È dagli anni Sessanta, invece, che soprattutto nei paesi dell’Europa dell’est si è iniziato a studiarla nel contrasto al tabagismo. Tutto sarebbe partito dall’esperienza dei soldati russi che durante la Seconda guerra mondiale, non disponendo di tabacco, fumavano foglie di maggiociondolo. Così, sono stati avviati i primi studi sulla citisina, sono arrivate conferme importanti e, da alcuni anni, il suo utilizzo si sta diffondendo anche in Europa occidentale.

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COME FUNZIONA

In Italia è disponibile dal 2015 come preparato galenico, acquistabile in farmacia dietro prescrizione medica, sotto forma di compresse. Il suo costo, pertanto, è pari al 10-20 per cento di quello di altri farmaci utilizzati nel percorso di disassuefazione dal fumo. La citisina agisce come agonista parziale della nicotina, con un meccanismo simile a quello di un altro farmaco antifumo, la vareniclina. Agisce sui recettori cerebrali della nicotina, “ingannandoli”, e aiutando a mitigare gli effetti dell’astinenza quando si smette di fumare e facilitando l’abbandono graduale delle sigarette.

 

FUNZIONA? HA EFFETTI COLLATERALI? LO STUDIO

L’Indagine di Sara Trussardo e stata condotta con i colleghi delle strutture di Pneumologia e della Chirurgia toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori. Ai fumatori partecipanti è stato proposto un percorso che prevedeva l’uso della citisina in compresse per 40 giorni e l’accompagnamento con una consulenza telefonica e visite di controllo periodiche. Si trattava di donne e uomini che avevano già provato a smettere di fumare, senza riuscirci, con una dipendenza moderata e una buona motivazione a diventare ex-tabagisti. In un terzo dei casi l’approccio non ha funzionato, i fumatori non hanno smesso anche se hanno ridotto il numero di sigarette giornaliere. Fra coloro che hanno smesso, invece, la percentuale di chi ha tenuto duro è stata del 59,2% a tre mesi, del 51,7% dei pazienti a sei mesi e del 46,7% a un anno, una percentuale definita “ottima” dai ricercatori. Il tutto verificato con il test del monossido di carbonio, che rivela in modo affidabile l’uso di sigarette. Effetti collaterali del farmaco sono comparsi in 39 partecipanti (nausea, gonfiore, aumento dell’appetito e sonnolenza i più frequenti), ma solo 11 persone hanno scelto di lasciare la terapia. Questo studio dimostra che «essere supportati e sostenuti facilita un percorso difficile. Grazie al supporto farmacologico della citisina e al counseling telefonico, il desiderio compulsivo e i sintomi dell’astinenza da fumo si sono ridotti in modo significativo, limitando il rischio di ricadute» ha sottolineato Sara Trussardo «Si tratta di interventi fondamentali e ancora troppo spesso sottovalutati, che possono incidere molto positivamente sul principale fattore di rischio per la salute delle persone – il fumo - migliorandone in modo significativo la qualità della vita».

 

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Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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